La letteratura in materia di turismo religioso si presenta frammentata e discontinua. Per molto tempo la ricerca si è focalizzata sulla classificazione del turismo religioso e sull’analisi del suo impatto sulle destinazioni, adottando un orientamento supply side. In particolare, a partire dagli anni ’80 e fino ai primi anni ’90, il dibattito si è concentrato sulla dicotomia “turismo” e “pellegrinaggio”, ragionando prevalentemente su come conciliare in termini di analisi e comprensione i comportamenti turistici dei pellegrini. Superata, ancorché, non risolta questa dicotomia, negli ultimi anni l‘attenzione si è focalizzata sulle motivazioni del turismo religioso, secondo un orientamento in termini di consumer behavior. Anche in questo caso, fin dall’inizio, si è cercato di classificare i turisti secondo variabili oggettive e misurabili, quali la religione di appartenenza, la destinazione, la tipologia di attrattori (dai monasteri, alle cattedrali, alla Terra Santa) per giungere alla partecipazione agli eventi e alle tipologie di ospitalità preferite. Tuttavia, la mancanza di differenze facilmente distinguibili, come ad esempio quelle visibili per cui poter distinguere un turista da un pellegrino dove il primo visita San Pietro per motivi di fede e l’altro per motivi storico- artistici, rende confusi e labili i confini tra i due. Le scale che si continuano a disegnare e che riportano da un lato il sacro (sacred) e dall’altro il profano (secular), sembrano sempre di più un coninum con una maggiore o minore delimitazione della rilevanza individuale dell’esperienza vissuta. Il tutto in un processo di dedifferenziazione tra turismo sacro e laico. Il presente studio intende arricchire il dibattito teorico sulla definizione del turismo religioso, attraverso l’analisi e l’ampliamento della tassonomia in ottica postmoderna, secondo le direttrici dell’esperienza e dell’autenticità della stessa

Il turismo religioso tra postmodernismo e autenticità: verso una nuova tassonomia / Sfodera, Fabiola; Nosi, Costanza; Mattiacci, Alberto; Caratu', Myriam. - (2016). (Intervento presentato al convegno VIII Riunione Scientifica della SISTUR (Società Italiana di Scienze del Turismo) tenutosi a San Marino nel 17-18/11/2016).

Il turismo religioso tra postmodernismo e autenticità: verso una nuova tassonomia

SFODERA, Fabiola;NOSI, COSTANZA;MATTIACCI, ALBERTO;CARATU', MYRIAM
2016

Abstract

La letteratura in materia di turismo religioso si presenta frammentata e discontinua. Per molto tempo la ricerca si è focalizzata sulla classificazione del turismo religioso e sull’analisi del suo impatto sulle destinazioni, adottando un orientamento supply side. In particolare, a partire dagli anni ’80 e fino ai primi anni ’90, il dibattito si è concentrato sulla dicotomia “turismo” e “pellegrinaggio”, ragionando prevalentemente su come conciliare in termini di analisi e comprensione i comportamenti turistici dei pellegrini. Superata, ancorché, non risolta questa dicotomia, negli ultimi anni l‘attenzione si è focalizzata sulle motivazioni del turismo religioso, secondo un orientamento in termini di consumer behavior. Anche in questo caso, fin dall’inizio, si è cercato di classificare i turisti secondo variabili oggettive e misurabili, quali la religione di appartenenza, la destinazione, la tipologia di attrattori (dai monasteri, alle cattedrali, alla Terra Santa) per giungere alla partecipazione agli eventi e alle tipologie di ospitalità preferite. Tuttavia, la mancanza di differenze facilmente distinguibili, come ad esempio quelle visibili per cui poter distinguere un turista da un pellegrino dove il primo visita San Pietro per motivi di fede e l’altro per motivi storico- artistici, rende confusi e labili i confini tra i due. Le scale che si continuano a disegnare e che riportano da un lato il sacro (sacred) e dall’altro il profano (secular), sembrano sempre di più un coninum con una maggiore o minore delimitazione della rilevanza individuale dell’esperienza vissuta. Il tutto in un processo di dedifferenziazione tra turismo sacro e laico. Il presente studio intende arricchire il dibattito teorico sulla definizione del turismo religioso, attraverso l’analisi e l’ampliamento della tassonomia in ottica postmoderna, secondo le direttrici dell’esperienza e dell’autenticità della stessa
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