L’inquinamento del suolo da metalli pesanti nasce con l’avvento della rivoluzione industriale fino a raggiungere oggigiorno una drammatica accelerazione. È infatti noto come le attività antropiche comportino ogni anno un sostanziale accumulo di metalli pesanti nel suolo su scala globale (ad esempio è stato stimato un accumulo nel suolo globale di Cd in un range di 6-38 ·106 Kg/anno). L’esposizione dell’uomo ai metalli pesanti deriva dalle operazioni industriali come estrazioni minerarie, raffinazioni e processi di trasformazione dei materiali. La contaminazione del suolo e dei corsi d’acqua è dovuta quindi a una incontrollata dispersione di rifiuti industriali e urbani; le sostanze una volta rilasciate nell’ambiente possono esercitare effetti tossici sugli organismi di tutta la catena alimentare tramite processi di bio-accumulazione e bio-magnificazione.Nel corso degli anni per risolvere il problema della contaminazione dei suoli da metalli pesanti sono state studiate diverse tecnologie. Le prime ad essere state sviluppate prevedevano l’incapsulamento della porzione contaminata della matrice in modo da confinarla, ma non comportavano nessuna azione di decontaminazione. A queste si sono poi aggiunti meccanismi di immobilizzazione o estrazione dei metalli con tecniche fisico-chimiche che però risultano molto costose e spesso non appropriate per aree piccole e interventi che necessitano una decontaminazione completa rapida. Lo scopo di questo lavoro è dunque quello di descrivere in particolare la tecnica del rhizofiltration, portando esempi di differenti studi e i risultati ottenuti nella decontaminazione di suoli, nonché i vantaggi dell’utilizzo di questa tecnica di decontaminazione rispetto a quelle tradizionali.
Biorisanamento: casi studio di rhizofiltration / Vinci, Giuliana; D'Ascenzo, Fabrizio; Bernacchia, Roberta. - CD-ROM. - I:(2016), pp. 342-347. (Intervento presentato al convegno 22° Convegno di Igiene Industriale: le giornate di Corvara. tenutosi a Corvara (BZ) nel 30 marzo - 01 aprile 2016).
Biorisanamento: casi studio di rhizofiltration
VINCI, Giuliana;D'ASCENZO, FABRIZIO;BERNACCHIA, ROBERTA
2016
Abstract
L’inquinamento del suolo da metalli pesanti nasce con l’avvento della rivoluzione industriale fino a raggiungere oggigiorno una drammatica accelerazione. È infatti noto come le attività antropiche comportino ogni anno un sostanziale accumulo di metalli pesanti nel suolo su scala globale (ad esempio è stato stimato un accumulo nel suolo globale di Cd in un range di 6-38 ·106 Kg/anno). L’esposizione dell’uomo ai metalli pesanti deriva dalle operazioni industriali come estrazioni minerarie, raffinazioni e processi di trasformazione dei materiali. La contaminazione del suolo e dei corsi d’acqua è dovuta quindi a una incontrollata dispersione di rifiuti industriali e urbani; le sostanze una volta rilasciate nell’ambiente possono esercitare effetti tossici sugli organismi di tutta la catena alimentare tramite processi di bio-accumulazione e bio-magnificazione.Nel corso degli anni per risolvere il problema della contaminazione dei suoli da metalli pesanti sono state studiate diverse tecnologie. Le prime ad essere state sviluppate prevedevano l’incapsulamento della porzione contaminata della matrice in modo da confinarla, ma non comportavano nessuna azione di decontaminazione. A queste si sono poi aggiunti meccanismi di immobilizzazione o estrazione dei metalli con tecniche fisico-chimiche che però risultano molto costose e spesso non appropriate per aree piccole e interventi che necessitano una decontaminazione completa rapida. Lo scopo di questo lavoro è dunque quello di descrivere in particolare la tecnica del rhizofiltration, portando esempi di differenti studi e i risultati ottenuti nella decontaminazione di suoli, nonché i vantaggi dell’utilizzo di questa tecnica di decontaminazione rispetto a quelle tradizionali.File | Dimensione | Formato | |
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