Questo lavoro analizza la teoria e la pratica della storia di Michel de Certeau (1925-1986) approfondendo il progetto di una “archeologia religiosa” da lui elaborato. Attraverso questa espressione impiegata ne L’écriture de l’histoire (1975) Certeau studia gli slittamenti e i nuovi funzionamenti delle pratiche e delle ideologie nel passaggio dall’universo teologico medievale alla modernità. Esorbitando il tracciato dell’opera del ’75, la presente ricerca intende mostrare come l’intera avventura intellettuale di Certeau viene a strutturarsi come una «esegesi non religiosa» (Le lieu de l’autre, 2005) del discorso cristiano. Rinviando alla “fabula” che, dall’interno stesso del religioso, eccede e deborda i limiti dei dispositivi identitari in cui si trova necessariamente costretta, le ricerche certiane sulla mistica permettono infatti di cogliere l’esilio fondatore, la “rottura instauratrice” del cristianesimo. In quanto referente impossibile del racconto storico, la questione mistica suscita inoltre una messa in questione dei presupposti epistemologici della storiografia. Se quest’ultima, per Certeau, si struttura come «lavoro sul limite» di un reale inappropriabile, di un passato non riducibile a mero fatto oggettivabile, allo stesso modo il metodo psicanalitico è interpretato come discorso capace di aprirsi a quanto lo eccede, lasciando che il passato rimosso ritorni nel presente dell’analisi. L’Aufklärung freudiana diviene così protagonista di una rottura epistemologica capace di liberare una possibilità radicalmente nuova di praticare la storia. L’intreccio, nel nome di un’origine (archè) incatturabile, fra questi ambiti disciplinari reso possibile dall’indagine certiana costituisce quindi l’oggetto del presente studio.
Storiografia, mistica, psicanalisi. Michel de Certeau: un’archeologia religiosa / Brandodoro, Niccolo'. - (2024 May 31).
Storiografia, mistica, psicanalisi. Michel de Certeau: un’archeologia religiosa
BRANDODORO, NICCOLO'
31/05/2024
Abstract
Questo lavoro analizza la teoria e la pratica della storia di Michel de Certeau (1925-1986) approfondendo il progetto di una “archeologia religiosa” da lui elaborato. Attraverso questa espressione impiegata ne L’écriture de l’histoire (1975) Certeau studia gli slittamenti e i nuovi funzionamenti delle pratiche e delle ideologie nel passaggio dall’universo teologico medievale alla modernità. Esorbitando il tracciato dell’opera del ’75, la presente ricerca intende mostrare come l’intera avventura intellettuale di Certeau viene a strutturarsi come una «esegesi non religiosa» (Le lieu de l’autre, 2005) del discorso cristiano. Rinviando alla “fabula” che, dall’interno stesso del religioso, eccede e deborda i limiti dei dispositivi identitari in cui si trova necessariamente costretta, le ricerche certiane sulla mistica permettono infatti di cogliere l’esilio fondatore, la “rottura instauratrice” del cristianesimo. In quanto referente impossibile del racconto storico, la questione mistica suscita inoltre una messa in questione dei presupposti epistemologici della storiografia. Se quest’ultima, per Certeau, si struttura come «lavoro sul limite» di un reale inappropriabile, di un passato non riducibile a mero fatto oggettivabile, allo stesso modo il metodo psicanalitico è interpretato come discorso capace di aprirsi a quanto lo eccede, lasciando che il passato rimosso ritorni nel presente dell’analisi. L’Aufklärung freudiana diviene così protagonista di una rottura epistemologica capace di liberare una possibilità radicalmente nuova di praticare la storia. L’intreccio, nel nome di un’origine (archè) incatturabile, fra questi ambiti disciplinari reso possibile dall’indagine certiana costituisce quindi l’oggetto del presente studio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.