L'Oggetto di studio è il blocco centrale sud delle Case Giardino presso il Parco Archeologico di Ostia Antica. Lo studio ha compreso: l'analisi storica del sito e delle sue fasi costruttive, il rilievo diretto del degrado, l'elaborazione del progetto di restauro delle strutture e delle superfici, il progetto di allestimento museale e illuminazione e di nuove coperture protettive per la conservazione soprattutto degli affreschi e mosaici. Nell’oggetto analizzato la lacuna intesa come interruzione, spazio vuoto creato dalla mancanza di ciò che dovrebbe occuparlo, si incontra in varie componenti dell’architettura: nelle pavimentazioni in mosaico, negli strati pittorici degli affreschi, nelle strutture murarie intese sia come singoli elementi che come interi elementi compositivi (es. pareti e coperture); essa rappresenta una interruzione del tessuto figurativo di cui elementi sono: atmosfera, luce, presentazione, condizioni fisiche e termo-igrometriche, che incide sulla leggibilità del singolo elemento e nell’insieme, dell’intera struttura architettonica e da essa all’ambiente circostante (ricaduta a più livelli), ma oltre all’aspetto figurativo (alterazione del valore espressivo dell’opera e della sua capacità comunicative) essa essendo una perdita fisica di materia può rappresentare un pericolo per la conservazione delle strutture e delle superfici straformandosi, la dove non risolta, in veicolo di degrado. La lacuna in relazione alla sua causa generatrice può assumere valore di testimonianza storica, un segno sulla materia che ci racconta gli accadimenti che la struttura ha subìto, rivelandoci spesso i diversi usi succedutisi nel tempo che l’hanno caratterizzata la cui integrazione ne comprometterebbe la lettura. Quindi nel caso preso in esame le lacune sono state valutate caso per caso analizzandone le cause e gli effetti, prevendendo l’integrazione solo li dove vi sono state riconosciute necessità di conservazione e ripristino della leggibilità figurativa. Per l’analisi del degrado e il relativo intervento di restauro è stato preso come un singolo ambiente rilevato internamente ed esternamente come esempio pilota delle patologie osservate e le relative soluzioni da applicare all’intera costruzione che presenta una superficie molto estesa, indicandone le tecniche e i materiali scelti, lo studio ha riguardato strutture murarie, pavimenti in mosaico e affreschi parietali. La necessità di preservare le strutture archeologiche portate alla luce e la scelta irrinunciabile della conservazione in sito nel contesto originario, di manufatti come rivestimenti parietali e pavimentali spesso molto fragili; l’opportunità di esporre alla fruizione pubblica stratigrafie e delicati manufatti pone il problema della loro protezione, favorendo la ricerca di soluzioni differenziate tra cui la realizzazione di coperture. Il progetto presentato propone un sistema di allestimento e copertura discreto, volto a restituire un immagine organica, significativa e parlante delle qualità materico-costruttive e decorative del reperto e della spazialità del suo impianto architettonico, suggerendo le funzioni originali, il tipo di vita e i rapporti dell’insediamento con il contesto territoriale che lo comprende, pone al centro dell’attenzione il rudere, presentando con chiarezza il carattere e la qualità spaziale della struttura antica favorendone la leggibilità. Grande attenzione viene posta al rapporto tra la testimonianza antica e la struttura moderna che inevitabilmente partecipa alla sua immagine, entrando in rapporto sia nelle sue relazioni spaziali interne sia con il paesaggio circostante. Una sistema di copertura improntato sulla leggerezza visiva e strutturale che non grava sulla preesistenza, con montaggio interamente a secco di facile smontaggio e manutenzione, flessibile e modificabile che può essere applicato ad altre strutture archeologiche del parco che presentano le stesse problematiche di conservazione.

Proposta progettuale di allestimento e conservazione del blocco centrale sud delle 'Case Giardino' presso il Parco Archeologico di Ostia Antica in Roma / Stampete, Virginia. - (2024). (Intervento presentato al convegno Χάσμα Il trattamento della lacuna: principi, metodologie del restauro e attualità della teoria di Cesare Brandi tenutosi a Roma).

Proposta progettuale di allestimento e conservazione del blocco centrale sud delle 'Case Giardino' presso il Parco Archeologico di Ostia Antica in Roma

Virginia Stampete
2024

Abstract

L'Oggetto di studio è il blocco centrale sud delle Case Giardino presso il Parco Archeologico di Ostia Antica. Lo studio ha compreso: l'analisi storica del sito e delle sue fasi costruttive, il rilievo diretto del degrado, l'elaborazione del progetto di restauro delle strutture e delle superfici, il progetto di allestimento museale e illuminazione e di nuove coperture protettive per la conservazione soprattutto degli affreschi e mosaici. Nell’oggetto analizzato la lacuna intesa come interruzione, spazio vuoto creato dalla mancanza di ciò che dovrebbe occuparlo, si incontra in varie componenti dell’architettura: nelle pavimentazioni in mosaico, negli strati pittorici degli affreschi, nelle strutture murarie intese sia come singoli elementi che come interi elementi compositivi (es. pareti e coperture); essa rappresenta una interruzione del tessuto figurativo di cui elementi sono: atmosfera, luce, presentazione, condizioni fisiche e termo-igrometriche, che incide sulla leggibilità del singolo elemento e nell’insieme, dell’intera struttura architettonica e da essa all’ambiente circostante (ricaduta a più livelli), ma oltre all’aspetto figurativo (alterazione del valore espressivo dell’opera e della sua capacità comunicative) essa essendo una perdita fisica di materia può rappresentare un pericolo per la conservazione delle strutture e delle superfici straformandosi, la dove non risolta, in veicolo di degrado. La lacuna in relazione alla sua causa generatrice può assumere valore di testimonianza storica, un segno sulla materia che ci racconta gli accadimenti che la struttura ha subìto, rivelandoci spesso i diversi usi succedutisi nel tempo che l’hanno caratterizzata la cui integrazione ne comprometterebbe la lettura. Quindi nel caso preso in esame le lacune sono state valutate caso per caso analizzandone le cause e gli effetti, prevendendo l’integrazione solo li dove vi sono state riconosciute necessità di conservazione e ripristino della leggibilità figurativa. Per l’analisi del degrado e il relativo intervento di restauro è stato preso come un singolo ambiente rilevato internamente ed esternamente come esempio pilota delle patologie osservate e le relative soluzioni da applicare all’intera costruzione che presenta una superficie molto estesa, indicandone le tecniche e i materiali scelti, lo studio ha riguardato strutture murarie, pavimenti in mosaico e affreschi parietali. La necessità di preservare le strutture archeologiche portate alla luce e la scelta irrinunciabile della conservazione in sito nel contesto originario, di manufatti come rivestimenti parietali e pavimentali spesso molto fragili; l’opportunità di esporre alla fruizione pubblica stratigrafie e delicati manufatti pone il problema della loro protezione, favorendo la ricerca di soluzioni differenziate tra cui la realizzazione di coperture. Il progetto presentato propone un sistema di allestimento e copertura discreto, volto a restituire un immagine organica, significativa e parlante delle qualità materico-costruttive e decorative del reperto e della spazialità del suo impianto architettonico, suggerendo le funzioni originali, il tipo di vita e i rapporti dell’insediamento con il contesto territoriale che lo comprende, pone al centro dell’attenzione il rudere, presentando con chiarezza il carattere e la qualità spaziale della struttura antica favorendone la leggibilità. Grande attenzione viene posta al rapporto tra la testimonianza antica e la struttura moderna che inevitabilmente partecipa alla sua immagine, entrando in rapporto sia nelle sue relazioni spaziali interne sia con il paesaggio circostante. Una sistema di copertura improntato sulla leggerezza visiva e strutturale che non grava sulla preesistenza, con montaggio interamente a secco di facile smontaggio e manutenzione, flessibile e modificabile che può essere applicato ad altre strutture archeologiche del parco che presentano le stesse problematiche di conservazione.
2024
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1701258
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