Introduzione I disturbi respiratori causano la morte nel 25% dei pazienti acromegalici e tra questi la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS) si presenta con una frequenza variabile dal 45 all’80%. Caso Clinico F.M.,maschio,56 anni, giunge alla nostra osservazione dopo TC encefalo e RMN ipofisaria eseguite in occasione di un incidente stradale, che evidenziavano la presenza di un macroadenoma ipofisario. All'anamnesi il paziente riferiva:cefalea, soprattutto al risveglio, sonnolenza diurna, aumento progressivo della dimensione di mani e piedi insieme ad un’alterazione dei tratti somatici del volto,insorte da circa sette anni. Eseguiva indagini ormonali che mostravano un aumento patologico dei valori di GH (7,8, vn <0,5) e IGF1 (646; vn 101-267), basali e durante i test dinamici,compatibili con acromegalia da adenoma ipofisario GH secernente. Per tale motivo iniziava trattamento con analoghi della somatostatina (Lanreotide LAR), in attesa di intervento neurochirurgico per rimozione dell’adenoma, che veniva eseguito a distanza di circa un anno, con remissione biochimica completa della malattia di base.L'esame istologico confermava la presenza di adenoma GH secernente.In corso di follow-up, per il persistere di cefalea al risveglio e sonnolenza diurna, dopo monitoraggio cardiorespiratorio notturno,si poneva diagnosi di OSAS di grado severo, per cui veniva prescritta terapia CPAP che normalizzava gli indici di apnea ed ipopnea, con miglioramento della sintomatologia soggettiva. Il follow-up della terapia ventilatoria mostrava basso grado di compliance, con percentuale di utilizzo inferiore al 50%, per intolleranza alla maschera. Dopo ulteriore polisonnografia che confermava la presenza di OSAS di grado severo,veniva,previa DISE (Drug Induced Sleep Endoscopy),istituito trattamento con dispositivo di avanzamento mandibolare (MAD) che valeva ad ottenere un soddisfacente controllo dell’indice AHI con buona compliance(70%) e miglioramento della sintomatologia OSAS. Discussione Nonostante l’ottimizzazione della terapia per l’acromegalia, i disturbi respiratori legati alle OSAS possono persistere a causa di anomalie irreversibili maxillofacciali. La CPAP, come terapia di prima linea nelle OSAS, benché ampiamente efficace spesso non è tollerata.Le linee guida indicano,come valida opzione terapeutica l’applicazione di un dispositivo intra-orale di avanzamento della mandibola,da indossare nelle ore notturne e senza la necessità di applicare maschera e pressione positiva,che costituiscono motivi di abbandono della CPAP.
GESTIONE DELLE OSAS NEL PAZIENTE ACROMEGALICO: CASO CLINICO DI NUOVO APPROCCIO TERAPEUTICO ALTERNATIVO A CPAP / Brunori, M.; Terranova, S.; Mercuri, V.; Costa, D.; D'Amico, T.; Gargiulo, P.. - (2020). (Intervento presentato al convegno 4i Incontri Italiani Ipotalamo Ipofisari – XI edizione tenutosi a Roma).
GESTIONE DELLE OSAS NEL PAZIENTE ACROMEGALICO: CASO CLINICO DI NUOVO APPROCCIO TERAPEUTICO ALTERNATIVO A CPAP
M. BrunoriPrimo
Writing – Original Draft Preparation
;V. Mercuri;D. Costa;T. D'AmicoPenultimo
;P. Gargiulo
Ultimo
2020
Abstract
Introduzione I disturbi respiratori causano la morte nel 25% dei pazienti acromegalici e tra questi la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS) si presenta con una frequenza variabile dal 45 all’80%. Caso Clinico F.M.,maschio,56 anni, giunge alla nostra osservazione dopo TC encefalo e RMN ipofisaria eseguite in occasione di un incidente stradale, che evidenziavano la presenza di un macroadenoma ipofisario. All'anamnesi il paziente riferiva:cefalea, soprattutto al risveglio, sonnolenza diurna, aumento progressivo della dimensione di mani e piedi insieme ad un’alterazione dei tratti somatici del volto,insorte da circa sette anni. Eseguiva indagini ormonali che mostravano un aumento patologico dei valori di GH (7,8, vn <0,5) e IGF1 (646; vn 101-267), basali e durante i test dinamici,compatibili con acromegalia da adenoma ipofisario GH secernente. Per tale motivo iniziava trattamento con analoghi della somatostatina (Lanreotide LAR), in attesa di intervento neurochirurgico per rimozione dell’adenoma, che veniva eseguito a distanza di circa un anno, con remissione biochimica completa della malattia di base.L'esame istologico confermava la presenza di adenoma GH secernente.In corso di follow-up, per il persistere di cefalea al risveglio e sonnolenza diurna, dopo monitoraggio cardiorespiratorio notturno,si poneva diagnosi di OSAS di grado severo, per cui veniva prescritta terapia CPAP che normalizzava gli indici di apnea ed ipopnea, con miglioramento della sintomatologia soggettiva. Il follow-up della terapia ventilatoria mostrava basso grado di compliance, con percentuale di utilizzo inferiore al 50%, per intolleranza alla maschera. Dopo ulteriore polisonnografia che confermava la presenza di OSAS di grado severo,veniva,previa DISE (Drug Induced Sleep Endoscopy),istituito trattamento con dispositivo di avanzamento mandibolare (MAD) che valeva ad ottenere un soddisfacente controllo dell’indice AHI con buona compliance(70%) e miglioramento della sintomatologia OSAS. Discussione Nonostante l’ottimizzazione della terapia per l’acromegalia, i disturbi respiratori legati alle OSAS possono persistere a causa di anomalie irreversibili maxillofacciali. La CPAP, come terapia di prima linea nelle OSAS, benché ampiamente efficace spesso non è tollerata.Le linee guida indicano,come valida opzione terapeutica l’applicazione di un dispositivo intra-orale di avanzamento della mandibola,da indossare nelle ore notturne e senza la necessità di applicare maschera e pressione positiva,che costituiscono motivi di abbandono della CPAP.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.