The paper is the analysis of a number of examples of forensic complex in which, after the end of the roman city (as an entity organized and administratively dependent from a central power) and the next phase of abandonment, happens a reoccupation of the spaces, that previously had been public. The forum of the city, for its innate topographical peculiarities, among which, in primis, the constant characteristic of centrality (which does not always exist from a geometrical point of view, relative to the entire urban plant, but certainly always exists from a functional point of view) and point of passage of large road arteries, is particularly appropriate to become the place where, even after a big traumatic event, can easily be realized a new beginning of human activities, although very different from those carried out during the life of the Roman town. The same condition of “destroyed city” can give life, also in a relatively short time, to a mosaic of activities related to the recovery of material, coming from the destroyed buildings and create a new, also if reduced, urban core.

Il contributo consiste nell’analisi di una serie di esempi di complessi forensi in cui, a seguito della fine della città, in quanto entità amministrativamente organizzata e dipendente da un potere centrale, e alla successiva fase di abbandono, avviene una rioccupazione degli spazi, che in precedenza erano stati a destinazione pubblica. Il foro della città, per le sue intrinseche peculiarità topografiche, tra le quali, in primis, la costante caratteristica di centralità (che non sempre esiste da un punto di vista geometrico rispetto all’intero impianto urbano ma certamente esiste sempre da un punto di vista funzionale) e di punto di passaggio di grandi viabilità, si presta particolarmente bene a divenire il luogo in cui, anche a seguito di un grande evento traumatico, può facilmente realizzarsi un nuovo inizio di attività umane, anche se di natura molto diversa da quelle svolte durante le fasi di vita della città romana. La stessa condizione di città distrutta può, anche in tempi relativamente brevi, dar vita al fiorire di un mosaico di attività legate proprio al recupero di materiale, proveniente dagli ormai diruti edifici e dar vita ad un nuovo, seppur ridimensionato, nucleo urbano.

La rifunzionalizzazione dello spazio pubblico dei fora dopo la fine della città romana / Canino, Dario. - (2016). (Intervento presentato al convegno 26th Theoretical Roman Archaeology Conference tenutosi a Roma nel 16-19 marzo 2016).

La rifunzionalizzazione dello spazio pubblico dei fora dopo la fine della città romana

CANINO, DARIO
2016

Abstract

The paper is the analysis of a number of examples of forensic complex in which, after the end of the roman city (as an entity organized and administratively dependent from a central power) and the next phase of abandonment, happens a reoccupation of the spaces, that previously had been public. The forum of the city, for its innate topographical peculiarities, among which, in primis, the constant characteristic of centrality (which does not always exist from a geometrical point of view, relative to the entire urban plant, but certainly always exists from a functional point of view) and point of passage of large road arteries, is particularly appropriate to become the place where, even after a big traumatic event, can easily be realized a new beginning of human activities, although very different from those carried out during the life of the Roman town. The same condition of “destroyed city” can give life, also in a relatively short time, to a mosaic of activities related to the recovery of material, coming from the destroyed buildings and create a new, also if reduced, urban core.
2016
Il contributo consiste nell’analisi di una serie di esempi di complessi forensi in cui, a seguito della fine della città, in quanto entità amministrativamente organizzata e dipendente da un potere centrale, e alla successiva fase di abbandono, avviene una rioccupazione degli spazi, che in precedenza erano stati a destinazione pubblica. Il foro della città, per le sue intrinseche peculiarità topografiche, tra le quali, in primis, la costante caratteristica di centralità (che non sempre esiste da un punto di vista geometrico rispetto all’intero impianto urbano ma certamente esiste sempre da un punto di vista funzionale) e di punto di passaggio di grandi viabilità, si presta particolarmente bene a divenire il luogo in cui, anche a seguito di un grande evento traumatico, può facilmente realizzarsi un nuovo inizio di attività umane, anche se di natura molto diversa da quelle svolte durante le fasi di vita della città romana. La stessa condizione di città distrutta può, anche in tempi relativamente brevi, dar vita al fiorire di un mosaico di attività legate proprio al recupero di materiale, proveniente dagli ormai diruti edifici e dar vita ad un nuovo, seppur ridimensionato, nucleo urbano.
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