Il fenomeno migratorio ha assunto una particolare rilevanza negli ultimi anni riportando in auge le problematiche riguardanti i bisogni di salute della popolazione immigrata, sia sul piano terapeutico che preventivo, e le scelte di politica sanitaria più adatte ai reali problemi degli stranieri. L’Italia, a causa della sua posizione geografica e la mancanza iniziale di una legislazione in materia d’immigrazione, funge da porta verso l'Europa per migliaia d’immigrati dalla metà degli anni ‘80. Una concezione moderna del fenomeno migratorio ha evidenziato un aspetto che negli anni passati era pressoché assente: quello dell’accoglienza. Un’accoglienza attenta e adeguata dell’immigrato, legale o illegale che sia, è un’espressione di democrazia e di convivenza civile [1]. In base ai dati dell’ISTAT, gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2011 sono 4.570.317, 335.000 in più rispetto al 2010 (+7,9%). La quota di cittadini stranieri sul totale dei residenti (italiani e stranieri) continua ad aumentare; infatti, al 1° gennaio 2011 ha raggiunto il 7,5% rispetto al 7% registrato un anno prima. L’incremento del numero degli stranieri residenti nel corso del 2010 ha come componente principale l’immigrazione dall’estero (425 mila individui). L’altra componente è rappresentata dai 78.082 nati in Italia da genitori stranieri, che costituiscono il 13,9% del totale dei nati residenti e sono in leggero aumento (+1,3%) rispetto al 2009 [2]. I report epidemiologici sullo stato di salute della popolazione immigrata in Italia hanno dimostrato che le malattie che interessano gli immigrati sono strettamente connesse ai sistemi di accoglienza e ai processi d’inclusione sociale messi in atto nel Paese ospite. Infatti, la maggior parte delle patologie sono legate alle scadenti condizioni abitative e lavorative, alle difficoltà di relazione e di socializzazione, al grado di accesso ai servizi sanitari. Il grado di accessibilità e fruibilità dei servizi sanitari rappresenta una questione cruciale per la salute del migrante, l’accessibilità dipende prevalentemente dalla normativa, la fruibilità dalla capacità dei servizi di adeguare le risposte alle necessità dei nuovi utenti [3]. Sulla base di queste premesse, si è formato un Gruppo di Lavoro costituito da Esperti delle principali associazioni e società scientifiche interessate ai temi dell’immigrazione con l’obiettivo di: 1) fare il punto della situazione per identificare i bisogni medico-vaccinali nella popolazione immigrata (adulta e pediatrica) e le priorità d’intervento in base alla tipologia di popolazione e al contesto territoriale; 2) proporre un calendario vaccinale che possa fungere da modello per le diverse realtà territoriali; 3) produrre documentazione utile ai fini della divulgazione delle conoscenze nel settore. L’obiettivo centrale è quindi la necessità di adottare politiche in grado di tutelare realmente la dignità, la salute e la qualità della vita dei migranti, in conformità con la Risoluzione del Parlamento europeo sulla riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE (2010/2089 (INI)) [4].
Le vaccinazioni per il migrante: necessità ed opportunità per una sanità pubblica di valore / LA TORRE, Giuseppe; DI THIENE, Domitilla; Unim, BRIGID ANDOUNIMYE; Cadeddu, Chiara; Ricciardi, Walter. - In: ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH. - ISSN 1723-7807. - STAMPA. - 8:3, Suppl. 3, 2011(2011), pp. 104-105.
Le vaccinazioni per il migrante: necessità ed opportunità per una sanità pubblica di valore
LA TORRE, Giuseppe;DI THIENE, DOMITILLA;UNIM, BRIGID ANDOUNIMYE;
2011
Abstract
Il fenomeno migratorio ha assunto una particolare rilevanza negli ultimi anni riportando in auge le problematiche riguardanti i bisogni di salute della popolazione immigrata, sia sul piano terapeutico che preventivo, e le scelte di politica sanitaria più adatte ai reali problemi degli stranieri. L’Italia, a causa della sua posizione geografica e la mancanza iniziale di una legislazione in materia d’immigrazione, funge da porta verso l'Europa per migliaia d’immigrati dalla metà degli anni ‘80. Una concezione moderna del fenomeno migratorio ha evidenziato un aspetto che negli anni passati era pressoché assente: quello dell’accoglienza. Un’accoglienza attenta e adeguata dell’immigrato, legale o illegale che sia, è un’espressione di democrazia e di convivenza civile [1]. In base ai dati dell’ISTAT, gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2011 sono 4.570.317, 335.000 in più rispetto al 2010 (+7,9%). La quota di cittadini stranieri sul totale dei residenti (italiani e stranieri) continua ad aumentare; infatti, al 1° gennaio 2011 ha raggiunto il 7,5% rispetto al 7% registrato un anno prima. L’incremento del numero degli stranieri residenti nel corso del 2010 ha come componente principale l’immigrazione dall’estero (425 mila individui). L’altra componente è rappresentata dai 78.082 nati in Italia da genitori stranieri, che costituiscono il 13,9% del totale dei nati residenti e sono in leggero aumento (+1,3%) rispetto al 2009 [2]. I report epidemiologici sullo stato di salute della popolazione immigrata in Italia hanno dimostrato che le malattie che interessano gli immigrati sono strettamente connesse ai sistemi di accoglienza e ai processi d’inclusione sociale messi in atto nel Paese ospite. Infatti, la maggior parte delle patologie sono legate alle scadenti condizioni abitative e lavorative, alle difficoltà di relazione e di socializzazione, al grado di accesso ai servizi sanitari. Il grado di accessibilità e fruibilità dei servizi sanitari rappresenta una questione cruciale per la salute del migrante, l’accessibilità dipende prevalentemente dalla normativa, la fruibilità dalla capacità dei servizi di adeguare le risposte alle necessità dei nuovi utenti [3]. Sulla base di queste premesse, si è formato un Gruppo di Lavoro costituito da Esperti delle principali associazioni e società scientifiche interessate ai temi dell’immigrazione con l’obiettivo di: 1) fare il punto della situazione per identificare i bisogni medico-vaccinali nella popolazione immigrata (adulta e pediatrica) e le priorità d’intervento in base alla tipologia di popolazione e al contesto territoriale; 2) proporre un calendario vaccinale che possa fungere da modello per le diverse realtà territoriali; 3) produrre documentazione utile ai fini della divulgazione delle conoscenze nel settore. L’obiettivo centrale è quindi la necessità di adottare politiche in grado di tutelare realmente la dignità, la salute e la qualità della vita dei migranti, in conformità con la Risoluzione del Parlamento europeo sulla riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE (2010/2089 (INI)) [4].I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.