Questa tesi intende fornire degli spunti di riflessione su un fenomeno musicale significativo nel mondo arabo contemporaneo: il grande sviluppo di un genere vocale denominato al-inshad, termine che non ha una chiara traduzione italiana, trovandosi in un campo semantico collocato in un’area in cui si sovrappongono il significato di ‘canto’ e quello di ‘preghiera’. Si tratta di un fenomeno che ha raggiunto livelli di grande popolarità nella società araba contemporanea e che verrà analizzato attraverso il caso particolarmente eclatante di una trasmissione televisiva, Munshed al-Sharjah trasmessa dal canale satellitare del Principato di Al-Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti. Il programma prende a modello il format del reality show, in particolare quello della scoperta di nuovi talenti musicali il cui capostipite è X-Factor, rivolgendolo a giovani specialisti di musica vocale provenienti da diversi paesi del mondo islamico i cui canti sono di argomento religioso. Si tratta di forme nuove di creazione e diffusione di questo genere, al-inshad, che è presente nel mondo arabo fin da tempi pre-islamici. Dunque, indirettamente, questa tesi intende anche affrontare una questione dibattuta nel mondo islamico fin dai suoi inizi, quella dei rapporti tra musica e religione. Questione controversa che ha dato adito a continue dispute teologiche e culturali, contrapponendo posizioni che ritenevano lecito l’uso del canto e della musica purché si limitasse a pratiche decorose e con intenzioni dettate da una corretta pratica religiosa a interdizioni anche assolute che consideravano la pratica musicale (soprattutto quella strumentale) vietata in quanto non consona ai dettami dell’Islam, rifacendosi entrambe alle parole del Profeta. Tutto ciò è oggi messo alla prova dalle profonde trasformazioni della società contemporanea in cui al-inshad deve misurarsi con la pervasiva presenza dei media, prima fra tutte la televisione, con le nuove tecnologie quali internet e i telefoni cellulari e con una circolazione delle musiche e dei fenomeni culturali così rapida e intensa come mai in passato, che coinvolge l’intero mondo islamico, dall’Indonesia alla Mauritania. Giusto per fare un esempio, il vincitore del programma Munshed al-sharjah è deciso in gran parte dal televoto del pubblico che, come si vedrà in seguito, è inviato attraverso internet e telefoni cellulari da spettatori che assistono al programma trasmesso dal canale satellitare in tutto il mondo arabo. La ricerca è stata condotta sul campo negli Emirati Arabi e si sviluppa mediante interviste, colloqui con i produttori del programma televisivo, raccolta di dati relativi agli ascolti e ala partecipazione dei telespettatori. Parte rilevante della ricerca è poi costituita da un questionario da me elaborato che è stato somministrato a un campione di oltre cento telespettatori del programma nel principato di Al-Sharjah, di cui sono stati successivamente analizzati i dati. Altro elemento importante di questa ricerca è stata la consultazione di internet, in particolare dei forum e dei siti nei quali venivano dibattute questioni relative al programma, fornendo giudizi a volte contrastanti sui vari cantori (munshed) cercando di determinare quale sia il “gusto” musicale medio nel mondo arabo e quali siano gli elementi che determinano il gradimento di un determinato canto o di un determinato munshed. In questo senso questa tesi si pone come un elemento di novità in quanto, nello spoglio della bibliografia esistente e di ciò che è ritrovabile in internet, non risultano esservi studi di carattere accademico rivolti ad approfondire questioni musicali, sociali e riguardanti il legame tra musica e religione applicati alla attuale popular music nel mondo arabo. Fenomeni di grande attualità che, come vedremo, interagiscono con i recenti movimenti che animano la società araba contemporanea quali le cosiddette “primavere” che hanno scosso recentemente diversi paesi tra cui Egitto, Tunisia, Yemen. Ma anche il contrasto tra fondamentalismo religioso e laicità dello stato, la questione palestinese, i movimenti di liberazione, tutti aspetti che hanno ricadute sulla musica e possono essere letti e interpretati attraverso di essa. Questa tesi, dunque, si propone di essere un primo studio rivolto ad un fenomeno fino ad ora non considerato dal mondo accademico ma di grande importanza ai fini della comprensione dei movimenti culturali che animano la società araba contemporanea in cui, attraverso la musica si possano comprendere processi di sviluppo e di trasformazione sociali, culturali e religiosi. Trattandosi di un primo tentativo di mettere a fuoco la questione, i dati raccolti e le considerazioni svolte sono da considerarsi ancora parziali e preliminari, ma l’intenzione di questa ricerca è anche quella di porre le basi per ricerche future e segnalare l’importanza e la dimensione di un fenomeno fino ad ora sottaciuto e poco o nulla considerato. Inoltre, scopo di questa tesi è anche quello di fornire, soprattutto ma non solo, a un ambito di studi occidentale, materiali audio, visivi ed audiovisivi di difficile reperibilità relativi al fenomeno del canto religioso islamico. La tesi si articola in cinque capitoli. Nel primo capitolo si ripercorre sinteticamente la storia di un genere quello dell’inshad che trae le sue origini nel canto di lode madih già diffuso nel periodo pre-islamico e poi adattato alla nuova prospettiva religiosa come canto di lode al Profeta. Attraverso una tabella riassuntiva, commentata e illustrata con esempi, si ripercorre anche la storia dei generi legati a ciò che si può definire ‘canto religioso islamico’ valutandone, in base alle fonti storiche anche la relativa liceità in base a principi religiosi. Nel secondo capitolo si forniscono alcuni spunti di riflessione sulla controversa questione della liceità della musica nell’islam, mettendo a confronto diverse posizioni a favore e contrarie alle pratiche musicali che si sono confrontate nel corso dei secoli, facendo particolare riferimento ad alcune fatwa che, soprattutto nel XX secolo, hanno affrontato la questione, fino a due esempi di attualità che riguardano il dibattito sull’opportunità di ascolto di musica militare da parte di fedeli dell’islam e le posizion che alcune autorità religiose esprimono su quale siano i suoni più adatti che un buon fedele dell’islam debba utilizzare per la suoneria del proprio cellulare. Un terzo capitolo è dedicato alla presentazione del programma Munshed al-Sharjah anche mediante la citazione e il commento di alcuni comunicati stampa prodotti dall’emittente televisiva, un’intervista a produttore e dirigenti del programma e la presentazione, una ad una, delle quattro edizioni del programma fino ad ora trasmesse dalla televisione del principato di Al-Sharjah. Il quarto capitolo presenta il questionario predisposto per intervistare un campione rappresentativo di telespettatori (oltre cento intervistati nel principato, ma provenienti da 17 diversi paesi del mondo arabo) e un commento per ciascuna delle domande relative a dati anagrafici e sociali degli intervistati, ai loro gusti e alle loro competenze musicali, alle loro abitudini di ascolto, con una particolare attenzione anche ai criteri con i quali vengono formulati i giudizi relativi ai diversi munshed in gara. Criteri e parametri di giudizio che vengono ripresi anche nel quinto successivo, dedicato ad un’ulteriore approfondimento dell’analisi dei dati raccolti attraverso il questionario, anche mediante il confronto con i dibattiti presenti nei forum e nei siti internet relativi al programma in questione. L’intenzione è quella di stabilire una relativa gerarchia tra i parametri di valutazione dell’inshad, mettendo a confronto giudizi della giuria di esperti del programma con quelli dei telespettatori, al fine di determinare una sorta di linee guida per comprendere modalità di ricezione all’ascolto e di gradimento dell’inshad nell’ambito della società araba contemporanea. La tesi si conclude con un ampio apparato di appendici nelle quali vengono presentati diversi materiali utili ad ulteriori approfondimenti di questo fenomeno: copertine dei diversi dischi di inshad, locandine pubblicitarie, liste di cantori celebri, oltre ad una bibliografia che comprende anche numerose fonti in lingua araba. Si tratta di una ricerca che prende in considerazione anche il punto di vista di un ricercatore che proviene dal mondo arabo e che, anche basandosi ampiamente sul proprio vissuto di musicista, volge lo sguardo ad un fenomeno ritenuto di particolare interesse e mai affrontato fino ad ora in ambito accademico, nel tentativo di fornire spunti per un dibattito e ulteriori approfondimenti ai più recenti sviluppi di un genere che sfugge alle classificazioni musicologiche del mondo occidentale proprio perché collocato all’intersezione, problematica e controversa, ma feconda di questioni significative per comprende i recenti sviluppi del dibattito, culturale, sociale e politico del monda arabo attuale, tra preghiera e canto.

"Munshed Al-Sharjah e il canto religioso islamico (inshad)nella società araba contemporanea. "(2012 Nov 09).

"Munshed Al-Sharjah e il canto religioso islamico (inshad)nella società araba contemporanea. "

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09/11/2012

Abstract

Questa tesi intende fornire degli spunti di riflessione su un fenomeno musicale significativo nel mondo arabo contemporaneo: il grande sviluppo di un genere vocale denominato al-inshad, termine che non ha una chiara traduzione italiana, trovandosi in un campo semantico collocato in un’area in cui si sovrappongono il significato di ‘canto’ e quello di ‘preghiera’. Si tratta di un fenomeno che ha raggiunto livelli di grande popolarità nella società araba contemporanea e che verrà analizzato attraverso il caso particolarmente eclatante di una trasmissione televisiva, Munshed al-Sharjah trasmessa dal canale satellitare del Principato di Al-Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti. Il programma prende a modello il format del reality show, in particolare quello della scoperta di nuovi talenti musicali il cui capostipite è X-Factor, rivolgendolo a giovani specialisti di musica vocale provenienti da diversi paesi del mondo islamico i cui canti sono di argomento religioso. Si tratta di forme nuove di creazione e diffusione di questo genere, al-inshad, che è presente nel mondo arabo fin da tempi pre-islamici. Dunque, indirettamente, questa tesi intende anche affrontare una questione dibattuta nel mondo islamico fin dai suoi inizi, quella dei rapporti tra musica e religione. Questione controversa che ha dato adito a continue dispute teologiche e culturali, contrapponendo posizioni che ritenevano lecito l’uso del canto e della musica purché si limitasse a pratiche decorose e con intenzioni dettate da una corretta pratica religiosa a interdizioni anche assolute che consideravano la pratica musicale (soprattutto quella strumentale) vietata in quanto non consona ai dettami dell’Islam, rifacendosi entrambe alle parole del Profeta. Tutto ciò è oggi messo alla prova dalle profonde trasformazioni della società contemporanea in cui al-inshad deve misurarsi con la pervasiva presenza dei media, prima fra tutte la televisione, con le nuove tecnologie quali internet e i telefoni cellulari e con una circolazione delle musiche e dei fenomeni culturali così rapida e intensa come mai in passato, che coinvolge l’intero mondo islamico, dall’Indonesia alla Mauritania. Giusto per fare un esempio, il vincitore del programma Munshed al-sharjah è deciso in gran parte dal televoto del pubblico che, come si vedrà in seguito, è inviato attraverso internet e telefoni cellulari da spettatori che assistono al programma trasmesso dal canale satellitare in tutto il mondo arabo. La ricerca è stata condotta sul campo negli Emirati Arabi e si sviluppa mediante interviste, colloqui con i produttori del programma televisivo, raccolta di dati relativi agli ascolti e ala partecipazione dei telespettatori. Parte rilevante della ricerca è poi costituita da un questionario da me elaborato che è stato somministrato a un campione di oltre cento telespettatori del programma nel principato di Al-Sharjah, di cui sono stati successivamente analizzati i dati. Altro elemento importante di questa ricerca è stata la consultazione di internet, in particolare dei forum e dei siti nei quali venivano dibattute questioni relative al programma, fornendo giudizi a volte contrastanti sui vari cantori (munshed) cercando di determinare quale sia il “gusto” musicale medio nel mondo arabo e quali siano gli elementi che determinano il gradimento di un determinato canto o di un determinato munshed. In questo senso questa tesi si pone come un elemento di novità in quanto, nello spoglio della bibliografia esistente e di ciò che è ritrovabile in internet, non risultano esservi studi di carattere accademico rivolti ad approfondire questioni musicali, sociali e riguardanti il legame tra musica e religione applicati alla attuale popular music nel mondo arabo. Fenomeni di grande attualità che, come vedremo, interagiscono con i recenti movimenti che animano la società araba contemporanea quali le cosiddette “primavere” che hanno scosso recentemente diversi paesi tra cui Egitto, Tunisia, Yemen. Ma anche il contrasto tra fondamentalismo religioso e laicità dello stato, la questione palestinese, i movimenti di liberazione, tutti aspetti che hanno ricadute sulla musica e possono essere letti e interpretati attraverso di essa. Questa tesi, dunque, si propone di essere un primo studio rivolto ad un fenomeno fino ad ora non considerato dal mondo accademico ma di grande importanza ai fini della comprensione dei movimenti culturali che animano la società araba contemporanea in cui, attraverso la musica si possano comprendere processi di sviluppo e di trasformazione sociali, culturali e religiosi. Trattandosi di un primo tentativo di mettere a fuoco la questione, i dati raccolti e le considerazioni svolte sono da considerarsi ancora parziali e preliminari, ma l’intenzione di questa ricerca è anche quella di porre le basi per ricerche future e segnalare l’importanza e la dimensione di un fenomeno fino ad ora sottaciuto e poco o nulla considerato. Inoltre, scopo di questa tesi è anche quello di fornire, soprattutto ma non solo, a un ambito di studi occidentale, materiali audio, visivi ed audiovisivi di difficile reperibilità relativi al fenomeno del canto religioso islamico. La tesi si articola in cinque capitoli. Nel primo capitolo si ripercorre sinteticamente la storia di un genere quello dell’inshad che trae le sue origini nel canto di lode madih già diffuso nel periodo pre-islamico e poi adattato alla nuova prospettiva religiosa come canto di lode al Profeta. Attraverso una tabella riassuntiva, commentata e illustrata con esempi, si ripercorre anche la storia dei generi legati a ciò che si può definire ‘canto religioso islamico’ valutandone, in base alle fonti storiche anche la relativa liceità in base a principi religiosi. Nel secondo capitolo si forniscono alcuni spunti di riflessione sulla controversa questione della liceità della musica nell’islam, mettendo a confronto diverse posizioni a favore e contrarie alle pratiche musicali che si sono confrontate nel corso dei secoli, facendo particolare riferimento ad alcune fatwa che, soprattutto nel XX secolo, hanno affrontato la questione, fino a due esempi di attualità che riguardano il dibattito sull’opportunità di ascolto di musica militare da parte di fedeli dell’islam e le posizion che alcune autorità religiose esprimono su quale siano i suoni più adatti che un buon fedele dell’islam debba utilizzare per la suoneria del proprio cellulare. Un terzo capitolo è dedicato alla presentazione del programma Munshed al-Sharjah anche mediante la citazione e il commento di alcuni comunicati stampa prodotti dall’emittente televisiva, un’intervista a produttore e dirigenti del programma e la presentazione, una ad una, delle quattro edizioni del programma fino ad ora trasmesse dalla televisione del principato di Al-Sharjah. Il quarto capitolo presenta il questionario predisposto per intervistare un campione rappresentativo di telespettatori (oltre cento intervistati nel principato, ma provenienti da 17 diversi paesi del mondo arabo) e un commento per ciascuna delle domande relative a dati anagrafici e sociali degli intervistati, ai loro gusti e alle loro competenze musicali, alle loro abitudini di ascolto, con una particolare attenzione anche ai criteri con i quali vengono formulati i giudizi relativi ai diversi munshed in gara. Criteri e parametri di giudizio che vengono ripresi anche nel quinto successivo, dedicato ad un’ulteriore approfondimento dell’analisi dei dati raccolti attraverso il questionario, anche mediante il confronto con i dibattiti presenti nei forum e nei siti internet relativi al programma in questione. L’intenzione è quella di stabilire una relativa gerarchia tra i parametri di valutazione dell’inshad, mettendo a confronto giudizi della giuria di esperti del programma con quelli dei telespettatori, al fine di determinare una sorta di linee guida per comprendere modalità di ricezione all’ascolto e di gradimento dell’inshad nell’ambito della società araba contemporanea. La tesi si conclude con un ampio apparato di appendici nelle quali vengono presentati diversi materiali utili ad ulteriori approfondimenti di questo fenomeno: copertine dei diversi dischi di inshad, locandine pubblicitarie, liste di cantori celebri, oltre ad una bibliografia che comprende anche numerose fonti in lingua araba. Si tratta di una ricerca che prende in considerazione anche il punto di vista di un ricercatore che proviene dal mondo arabo e che, anche basandosi ampiamente sul proprio vissuto di musicista, volge lo sguardo ad un fenomeno ritenuto di particolare interesse e mai affrontato fino ad ora in ambito accademico, nel tentativo di fornire spunti per un dibattito e ulteriori approfondimenti ai più recenti sviluppi di un genere che sfugge alle classificazioni musicologiche del mondo occidentale proprio perché collocato all’intersezione, problematica e controversa, ma feconda di questioni significative per comprende i recenti sviluppi del dibattito, culturale, sociale e politico del monda arabo attuale, tra preghiera e canto.
9-nov-2012
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