Modern scholars never stressed that before his departure for Spain, in 1753, Corrado Giaquinto had not established himself as one of the most succesful painters in Rome: he was fully appreciated only as a fresco painter, as a specialist in decorative painting, but not as a an oil painter. Other painters of the Roman School as Masucci, Mancini and Batoni obtained the most important public commissions in Rome in the 1740s: when, in 1751, Charles-Nicolas Cochin mentioned Giaquinto between the major painters in Rome, he was simply confusing his figure with that of Sebastiano Conca, who had trained the young Corrado. Giaquinto left for Madrid simply beause Francesco De Mura, who was invited first, refused to leave Naples, where he was completely estrablished, while Giaquinto had to leave to reach the success he had never enjoyed in Rome.

Intorno al 1751 Charles-Nicolas Cochin indicava quelli che erano al tempo considerati i migliori pittori di Roma: “Mazucci, Mancinni, Pompeo Battoni, et le chevalier Corado”. Per la fortuna critica di Giaquinto il passo di Cochin rappresenterebbe una delle più significative attestazioni della fama dell’artista alla vigilia della sua partenza per Madrid. Già chiamato a lavorare a Torino, il maestro godeva ormai senz'altro di una fama sovraregionale, ma la critica moderna tende a non distinguere con chiarezza la differente natura del successo di Giaquinto rispetto a quello dei vari Masucci, Mancini e Batoni citati nella lettera di Cochin: mentre questi ultimi si erano definitivamente affermati come pittori di storia ad olio, e potevano lavorare per una clientela internazionale senza lasciare Roma, Giaquinto non riuscì mai ad imporsi in quella veste ed in quel medium. Nella lettera, infatti, Cochin confondeva e sovrapponeva Corrado a un vero cavaliere (Giaquinto non lo era), il più celebre e affermato Sebastiano Conca. La chiamata a Madrid fu senz'altro un grande successo per Giaquinto, ma la partenza fu anche una scelta in qualche modo obbligata, perché nei venticinque anni che egli trascorse a Roma a partire dal 1727, il pittore non ottenne mai quel riconoscimento a cui egli doveva ambire. Il più affermato Francesco De Mura, infatti, si era rifiutato di lasciare Napoli, dove la sua affermazione era completa.

Corrado Giaquinto's Critical Fortune in Rome and the Reasons for His Departure for Madrid / Pierguidi, Stefano. - In: ARCHIVO ESPANOL DE ARTE. - ISSN 0004-0428. - STAMPA. - LXXXIX:(2016), pp. 255-268.

Corrado Giaquinto's Critical Fortune in Rome and the Reasons for His Departure for Madrid

PIERGUIDI, Stefano
2016

Abstract

Modern scholars never stressed that before his departure for Spain, in 1753, Corrado Giaquinto had not established himself as one of the most succesful painters in Rome: he was fully appreciated only as a fresco painter, as a specialist in decorative painting, but not as a an oil painter. Other painters of the Roman School as Masucci, Mancini and Batoni obtained the most important public commissions in Rome in the 1740s: when, in 1751, Charles-Nicolas Cochin mentioned Giaquinto between the major painters in Rome, he was simply confusing his figure with that of Sebastiano Conca, who had trained the young Corrado. Giaquinto left for Madrid simply beause Francesco De Mura, who was invited first, refused to leave Naples, where he was completely estrablished, while Giaquinto had to leave to reach the success he had never enjoyed in Rome.
2016
Intorno al 1751 Charles-Nicolas Cochin indicava quelli che erano al tempo considerati i migliori pittori di Roma: “Mazucci, Mancinni, Pompeo Battoni, et le chevalier Corado”. Per la fortuna critica di Giaquinto il passo di Cochin rappresenterebbe una delle più significative attestazioni della fama dell’artista alla vigilia della sua partenza per Madrid. Già chiamato a lavorare a Torino, il maestro godeva ormai senz'altro di una fama sovraregionale, ma la critica moderna tende a non distinguere con chiarezza la differente natura del successo di Giaquinto rispetto a quello dei vari Masucci, Mancini e Batoni citati nella lettera di Cochin: mentre questi ultimi si erano definitivamente affermati come pittori di storia ad olio, e potevano lavorare per una clientela internazionale senza lasciare Roma, Giaquinto non riuscì mai ad imporsi in quella veste ed in quel medium. Nella lettera, infatti, Cochin confondeva e sovrapponeva Corrado a un vero cavaliere (Giaquinto non lo era), il più celebre e affermato Sebastiano Conca. La chiamata a Madrid fu senz'altro un grande successo per Giaquinto, ma la partenza fu anche una scelta in qualche modo obbligata, perché nei venticinque anni che egli trascorse a Roma a partire dal 1727, il pittore non ottenne mai quel riconoscimento a cui egli doveva ambire. Il più affermato Francesco De Mura, infatti, si era rifiutato di lasciare Napoli, dove la sua affermazione era completa.
Corrado Giaquinto; Giambattista Tiepolo; Francesco De Mura; Francesco Algarotti; Baroque Painting; Painting in Rome
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Corrado Giaquinto's Critical Fortune in Rome and the Reasons for His Departure for Madrid / Pierguidi, Stefano. - In: ARCHIVO ESPANOL DE ARTE. - ISSN 0004-0428. - STAMPA. - LXXXIX:(2016), pp. 255-268.
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