L’articolo è esito di una riflessione collettiva degli Autori, operata come gruppo di ricerca nell’ambito di momenti di dibattito maturati all’interno della comunità di urbanisti “Accademia urbana”, nel 2015. A fronte dell’attuale complesso stato dell’arte della Pianificazione territoriale e urbana in Italia, si delineano in termini essenziali alcuni principi di base per una positiva evoluzione della pratica e della gestione del Piano. L’argomentazione è articolata in quattro punti essenziali: 1. Ingorgo in Area vasta; 2. Consumo di suolo; 3. Semplificazione; 4. Partenariato. “Abstract conclusivo”: “Se cambiano gli scopi e i contenuti del governo del territorio – da crescita a manutenzione, da nuova costruzione a riutilizzazione- ristrutturazione, dall’automobile al trasporto collettivo, dal petrolio alle energie rinnovabili, dalla domotica all’urbanotica - deve cambiare il modo di fare il Piano: da un Piano ogni 40 anni, che arriva sempre in ritardo, a un piano just in time fondato essenzialmente su una carta unica dell’uso dei suoli, sulle regole per la manutenzione della città esistente, sulla non concessione preventiva di trasformabilità nel territorio non edificato e poi, in fase operativa, concessione solo a progetti fattibili e sostenibili, da esaminare caso per caso quando e laddove giungano a maturazione. In questa logica un Piano autenticamente strutturale, con una topologia indicativa ed indirizzi programmatici che non distribuisce diritti e impone solo i vincoli non negoziabili, potrebbe anche non necessitare di una formalizzazione come legge erga omnes, ma essere un atto unilaterale dell’Amministrazione, valutato unitamente all’ente sovraordinato”.
Cosa dovrebbe cambiare nella gestione del territorio / Piroddi, Elio; Cappuccitti, Antonio; Colarossi, Paolo; Di Berardino, Carlo; Fratini, Fabiola; Mattogno, Claudia; Rubeo, Francesco. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 0392-5005. - ELETTRONICO. - XXXXII (annata):261-262(2015), pp. 42-43.
Cosa dovrebbe cambiare nella gestione del territorio
PIRODDI, Elio;CAPPUCCITTI, Antonio;COLAROSSI, Paolo;FRATINI, Fabiola;MATTOGNO, Claudia;RUBEO, FRANCESCO
2015
Abstract
L’articolo è esito di una riflessione collettiva degli Autori, operata come gruppo di ricerca nell’ambito di momenti di dibattito maturati all’interno della comunità di urbanisti “Accademia urbana”, nel 2015. A fronte dell’attuale complesso stato dell’arte della Pianificazione territoriale e urbana in Italia, si delineano in termini essenziali alcuni principi di base per una positiva evoluzione della pratica e della gestione del Piano. L’argomentazione è articolata in quattro punti essenziali: 1. Ingorgo in Area vasta; 2. Consumo di suolo; 3. Semplificazione; 4. Partenariato. “Abstract conclusivo”: “Se cambiano gli scopi e i contenuti del governo del territorio – da crescita a manutenzione, da nuova costruzione a riutilizzazione- ristrutturazione, dall’automobile al trasporto collettivo, dal petrolio alle energie rinnovabili, dalla domotica all’urbanotica - deve cambiare il modo di fare il Piano: da un Piano ogni 40 anni, che arriva sempre in ritardo, a un piano just in time fondato essenzialmente su una carta unica dell’uso dei suoli, sulle regole per la manutenzione della città esistente, sulla non concessione preventiva di trasformabilità nel territorio non edificato e poi, in fase operativa, concessione solo a progetti fattibili e sostenibili, da esaminare caso per caso quando e laddove giungano a maturazione. In questa logica un Piano autenticamente strutturale, con una topologia indicativa ed indirizzi programmatici che non distribuisce diritti e impone solo i vincoli non negoziabili, potrebbe anche non necessitare di una formalizzazione come legge erga omnes, ma essere un atto unilaterale dell’Amministrazione, valutato unitamente all’ente sovraordinato”.File | Dimensione | Formato | |
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