Il contributo guarda in modo critico alla nuova disciplina dell'equa riparazione per l'irragionevole durata del processo, come risultante dalle incisive modifiche alla l. n. 89/2001 operate dal decreto legge cd. Crescitalia e successiva legge di conversione (d.l. n. 83/2012 convertito in l. n. 134/2012). Gli autori illustrano come la nuova normativa incontri - a un anno dal suo vigore - i primi incidenti di percorso, sotto forma di rimessione alla Consulta per la verifica della compatibilità costituzionale di due snodi fondamentali della complessiva strategia di contenimento dell'ormai dilagante flusso di indennizzi per l'eccessiva lunghezza dei processi: la soppressione della possibilità di richiedere l'indennizzo prima della conclusione definitiva del processo presupposto e la (almeno apparente) esclusione dell'indennizzo a vantaggio della parte rimasta soccombente nel processo presupposto. In particolare le prime ordinanze di rimessione hanno manifestato seri dubbi sulla possibilità di conciliare con il dettato costituzionale e, soprattutto con l'art. 6 comma 1 C.E.D.U., elevato a parametro interposto per effetto dell'art. 117 Cost. tali profili rimodulati dalla legge Pinto. Gli autori peraltro evidenziano anche ulteriori criticità, anzi vere e proprie chicanes processuali, poste dalla nuova normativa, che si traducono in un sostanziale svuotamento del rimedio indennitario.
Ipoteche di costituzionalità sulle ultime modifiche alla Legge Pinto: varie aporie dell'indennizzo municipale per la durata irragionevole del processo (all'epoca della - supposta - spending review) / Consolo, Claudio; M., Negri. - In: IL CORRIERE GIURIDICO. - ISSN 1591-4232. - STAMPA. - 11(2013), pp. 1429-1440.
Ipoteche di costituzionalità sulle ultime modifiche alla Legge Pinto: varie aporie dell'indennizzo municipale per la durata irragionevole del processo (all'epoca della - supposta - spending review)
CONSOLO, CLAUDIO;
2013
Abstract
Il contributo guarda in modo critico alla nuova disciplina dell'equa riparazione per l'irragionevole durata del processo, come risultante dalle incisive modifiche alla l. n. 89/2001 operate dal decreto legge cd. Crescitalia e successiva legge di conversione (d.l. n. 83/2012 convertito in l. n. 134/2012). Gli autori illustrano come la nuova normativa incontri - a un anno dal suo vigore - i primi incidenti di percorso, sotto forma di rimessione alla Consulta per la verifica della compatibilità costituzionale di due snodi fondamentali della complessiva strategia di contenimento dell'ormai dilagante flusso di indennizzi per l'eccessiva lunghezza dei processi: la soppressione della possibilità di richiedere l'indennizzo prima della conclusione definitiva del processo presupposto e la (almeno apparente) esclusione dell'indennizzo a vantaggio della parte rimasta soccombente nel processo presupposto. In particolare le prime ordinanze di rimessione hanno manifestato seri dubbi sulla possibilità di conciliare con il dettato costituzionale e, soprattutto con l'art. 6 comma 1 C.E.D.U., elevato a parametro interposto per effetto dell'art. 117 Cost. tali profili rimodulati dalla legge Pinto. Gli autori peraltro evidenziano anche ulteriori criticità, anzi vere e proprie chicanes processuali, poste dalla nuova normativa, che si traducono in un sostanziale svuotamento del rimedio indennitario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.