«Prescindendo dai versi di Dante»? Un percorso di studi tra testi, biografia e documenti

The article deals with the place that the documents collected in the Codice diplomatico Dantesco has had in Dante studies during the last century. The review is divided into three phases, the first focused on the centenary of 1921 and the figure of Michele Barbi; the second phase, which was dominated by Gianfranco Contini, is placed around the centenary of the death of the poet in 1965; the last one is focused on the most recent studies. The interest of the scholars for the documents has been discontinuos; multiple factors influenced the turns in the attitudes of the scholars, including the rapport between the various fields of research and the conflictual relationship between the different generations of specialists. Starting from the new interest in the documentary sources that emerges in the most recent phase, the authors propose to study more closely the documents exploiting them with new tools, in order to avoid from mixing the results of such a study with the self-narration that Dante often offers in his writings.

L’articolo si concentra sul posto che i documenti raccolti nel Codice diplomatico dantesco ha avuto nella storia degli studi danteschi nell’arco dell’ultimo secolo. Questa storia è scandita in tre quadri, il primo incentrato sul centenario del 1921 e sulla figura di Michele Barbi; la seconda fase, dominata da Gianfranco Contini, è collocata intorno al centenario della morte nel 1965; l’ultima fase è quella più recente. Il rapporto degli studiosi con i documenti è stato incostante, ed è cambiato in relazione a fattori molteplici, tra cui il rapporto tra i vari campi disciplinari e le generazioni degli studiosi e il loro rapporto reciproco, anche politico. Sulla base del nuovo interesse per le fonti documentarie che emerge negli studî più recenti, gli autori propongono di tornare a studiare più da vicino e con strumenti nuovi i documenti che riguardano Dante e la sua famiglia, cercando di fare attenzione a non far interferire troppo lo studio dei documenti con l’autonarrazione che Dante propone della sua biografia.