Governare ad arte è un programma di ricerca biennale – finanziato dalla Regione Sardegna e avviato alla fine del 2013 – che coinvolge sociologi e architetti delle Università di Sassari, Roma Sapienza e Bologna. La ricerca esplora i modelli di cittadinanza progettuale proposti da un genere di arte pubblica che, dalla metà degli anni ’90, la critica definisce relazionale, partecipativa, dialogica, processuale (Lacy 1995; Jacob et al. 1995; Miles 1997; Know 2004; Detheridge 2010). Si tratta di interventi estetici e politici al tempo stesso, che coinvolgono i cittadini nella trasformazione degli spazi pubblici, proponendo nuove relazioni, rappresentazioni e interpretazioni di questi spazi e dei loro conflitti. La ricerca studia le relazioni tra comunicazione artistica, cultura e partecipazione politica concentrandosi su queste pratiche contemporanee di arte pubblica relazionale, con l’obiettivo di superare alcuni dei limiti individuati negli studi culturali sui movimenti sociali e l’arte (Roth 1983; Eyerman, Jamison 1998; Roy 2010), nelle prospettive istituzionali sulla partecipazione culturale (DiMaggio 1986; Crane 1992) e nelle statistiche culturali (Laaksonen 2010; UNESCO 2012). In questi approcci teorico-metodologici, infatti, l’arte – in particolare la musica – è stata considerata come uno dei repertori di protesta, anziché come un territorio di partecipazione politica in sé, in grado di attivare processi culturali complessi, debolmente spiegati da variabili come la frequenza/soddisfazione dei cittadini che partecipano ad associazioni di volontariato/corsi d’arte o visitano musei/gallerie. In particolare, la ricerca RQ1) confronta le caratteristiche di queste azioni artistiche con alcuni tratti caratterizzanti delle azioni collettive contemporanee (Beck 1986; Giddens 1991; Micheletti 2003; Castells 2012; Bennett 2012); RQ2) esplora i modelli creativi di political engagement che queste pratiche artistiche propongono alle loro audience attive, performative ed empowered (Hall, Jefferson 1976; Abercrombrie, Longhurst 1998; Bolter, Grusin 1999: Jenkins 2006; Castells 2009; Dahlgren 2009); RQ3) analizza le relazioni tra questi modelli artistici di partecipazione politica e i modelli partecipativi di pianificazione territoriale (Arnstein 1969; Healey 2003; Lane 2005). I contesti in cui si concentra la ricerca (l’Italia, con un focus sulla Sardegna) risultano particolarmente interessanti alla luce di due tendenze: la crisi delle forme tradizionali di partecipazione politica (Istat 2014) e la svolta partecipativa delle politiche del territorio (Ciaffi, Mela 2006). La ricerca ha finora individuato (attraverso testimoni privilegiati, database, critica artistica) 85 dei più importanti progetti italiani di arte pubblica relazionale, attivati dal 2000 intorno a temi politici legati al territorio (ecologia, dialogo interculturale, richieste inascoltate delle periferie, etc.). E li ha analizzati attraverso un approccio mixed-method, registrando prima, a livello nazionale, gli attributi di una serie di variabili relative agli artisti (forma organizzativa, rapporto con il territorio dell’azione, etc.) e alle pratiche artistiche (committenti/finanziamenti, agenda, caratteristiche dei pubblici coinvolti, etc.), e intervistando poi, in Sardegna, artisti, amministratori e cittadini, con l’obiettivo di confrontare le diverse riflessività degli attori coinvolti nelle pratiche artistiche e i diversi contesti simbolici in cui vivono (Couldry 2010, 2012). Nel corso del secondo anno, il progetto prevede l’organizzazione di Laboratori di ricerca partecipata, in cui attivare un confronto tra i diversi attori coinvolti nella ricerca.
Governare ad arte. Pratiche artistiche in cerca di cittadinanza / L., Iannelli; Bruno, Marco; L., Massidda; C., Mudan Marelli; P., Musarò; L., Parisi; Parisi, Stefania. - (2014). (Intervento presentato al convegno CULTURAL STUDIES E SAPERE SOCIOLOGICO. IN MEMORIA DI STUART HALL tenutosi a Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore nel 26-27 settembre 2014).
Governare ad arte. Pratiche artistiche in cerca di cittadinanza
BRUNO, MARCO;L. Parisi;PARISI, Stefania
2014
Abstract
Governare ad arte è un programma di ricerca biennale – finanziato dalla Regione Sardegna e avviato alla fine del 2013 – che coinvolge sociologi e architetti delle Università di Sassari, Roma Sapienza e Bologna. La ricerca esplora i modelli di cittadinanza progettuale proposti da un genere di arte pubblica che, dalla metà degli anni ’90, la critica definisce relazionale, partecipativa, dialogica, processuale (Lacy 1995; Jacob et al. 1995; Miles 1997; Know 2004; Detheridge 2010). Si tratta di interventi estetici e politici al tempo stesso, che coinvolgono i cittadini nella trasformazione degli spazi pubblici, proponendo nuove relazioni, rappresentazioni e interpretazioni di questi spazi e dei loro conflitti. La ricerca studia le relazioni tra comunicazione artistica, cultura e partecipazione politica concentrandosi su queste pratiche contemporanee di arte pubblica relazionale, con l’obiettivo di superare alcuni dei limiti individuati negli studi culturali sui movimenti sociali e l’arte (Roth 1983; Eyerman, Jamison 1998; Roy 2010), nelle prospettive istituzionali sulla partecipazione culturale (DiMaggio 1986; Crane 1992) e nelle statistiche culturali (Laaksonen 2010; UNESCO 2012). In questi approcci teorico-metodologici, infatti, l’arte – in particolare la musica – è stata considerata come uno dei repertori di protesta, anziché come un territorio di partecipazione politica in sé, in grado di attivare processi culturali complessi, debolmente spiegati da variabili come la frequenza/soddisfazione dei cittadini che partecipano ad associazioni di volontariato/corsi d’arte o visitano musei/gallerie. In particolare, la ricerca RQ1) confronta le caratteristiche di queste azioni artistiche con alcuni tratti caratterizzanti delle azioni collettive contemporanee (Beck 1986; Giddens 1991; Micheletti 2003; Castells 2012; Bennett 2012); RQ2) esplora i modelli creativi di political engagement che queste pratiche artistiche propongono alle loro audience attive, performative ed empowered (Hall, Jefferson 1976; Abercrombrie, Longhurst 1998; Bolter, Grusin 1999: Jenkins 2006; Castells 2009; Dahlgren 2009); RQ3) analizza le relazioni tra questi modelli artistici di partecipazione politica e i modelli partecipativi di pianificazione territoriale (Arnstein 1969; Healey 2003; Lane 2005). I contesti in cui si concentra la ricerca (l’Italia, con un focus sulla Sardegna) risultano particolarmente interessanti alla luce di due tendenze: la crisi delle forme tradizionali di partecipazione politica (Istat 2014) e la svolta partecipativa delle politiche del territorio (Ciaffi, Mela 2006). La ricerca ha finora individuato (attraverso testimoni privilegiati, database, critica artistica) 85 dei più importanti progetti italiani di arte pubblica relazionale, attivati dal 2000 intorno a temi politici legati al territorio (ecologia, dialogo interculturale, richieste inascoltate delle periferie, etc.). E li ha analizzati attraverso un approccio mixed-method, registrando prima, a livello nazionale, gli attributi di una serie di variabili relative agli artisti (forma organizzativa, rapporto con il territorio dell’azione, etc.) e alle pratiche artistiche (committenti/finanziamenti, agenda, caratteristiche dei pubblici coinvolti, etc.), e intervistando poi, in Sardegna, artisti, amministratori e cittadini, con l’obiettivo di confrontare le diverse riflessività degli attori coinvolti nelle pratiche artistiche e i diversi contesti simbolici in cui vivono (Couldry 2010, 2012). Nel corso del secondo anno, il progetto prevede l’organizzazione di Laboratori di ricerca partecipata, in cui attivare un confronto tra i diversi attori coinvolti nella ricerca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.