Uno dei tratti essenziali per determinare la salute delle democrazie contemporanee appare la capacità di riconoscimento e di ascolto della voce proveniente dai gruppi di interesse, dalle reti e dai movimenti, dalle associazioni e dalle altre forme associate che possono costruire «altri flussi» della comunicazione politica. Un’occasione per valutare la volontà di tali realtà di operare su questo campo e, contemporaneamente, stimarne l’efficacia è costituita dal “terreno di gara” fornito dalmomento di campagna elettorale. Il paper riassume i risultati di una ricerca condotta su più di trenta campagne e iniziative pubbliche condotte durante le Elezioni Politiche del 2013, un momento particolarmente significativo perché costringe queste realtà ad affermare contenuti e adottare modalità di azione in positivo,superando la vocazione a caratterizzarsi come forma reattiva di «contro-politica» . Si tratta di iniziative che si rivolgono a liste, candidati o candidate, per segnalare temi o richiedere risposte o impegni pubblici: campagne di advocacy come quelle promosse da Greenpeace Italia (“Io non vi voto. Sfida alla politica fossile”), Action Aid (“Italia sveglia! Promemoria per la prossima legislatura”) o l’associazione Libera (“Riparte il futuro. Senza corruzione”); raccolte di proposte come “Le primarie della cultura” promosse dal Fondo Ambiente Italiano, da “Dibattito Scienza” o dagli Stati Generali dell’Innovazione; oppure un manifesto o un’agenda di proposte da condividere o sottoscrivere(è il caso dell’iniziativa delle Ong italiane, del Forum del Terzo settore o di quello “Per un’economia sociale. Idee e persone per un’Italia sostenibile”). Ovvero spesso si tratta di attività di comunicazione che mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica su problemi o temi come per le campagne realizzate da Se non ora quando? o dalla LILA (“Voteresti per me se fossi sieropositivo?”).Proposte comunicative e politiche che contemporaneamente affermano issue mentre sono parte del processo di lobbying o di “transito” di molte personalità dall’ambito della società civile organizzata direttamente all’ambito politico-parlamentare, portatrici esplicite delle istanze e dei temi dei soggetti (organizzazioni, associazioni, reti, etc.) di provenienza. Da un’analisi dello spettro di temi e issue proposti, dall’articolazione e le caratteristiche dei contenuti e dall’efficacia delle relazioni pubbliche e dell’engagement realizzato sui social media sarà possibile vagliare quanto le organizzazioni non profit e i movimenti sociali riescano a reclamare attenzioneo per chiedere impegni ai candidati. Da una parte,quindi, la capacità di costruire adeguate strategie e iniziative di comunicazione, dall’altra quella di emergere nell’immaginario o nella sfera pubblica mediatizzata,di affermare issue nel dibattito politico, di porre le basi per un’azione duratura e stabile di lobbying. La determinazione nel trasformare una richiesta di voto in un momento di dialogo politico, un nuovo rapporto tra classe dirigente e gruppi di pressione, tra scelta elettorale e il possibile protagonismo e partecipazione della cittadinanza.
Scambio di voto. La comunicazione politica della società civile organizzata per le Politiche 2013 / Binotto, Marco; Bruno, Marco. - (2014). (Intervento presentato al convegno XXVIII Convegno SISP - Panel “Altri flussi: attori, controculture e temi nella pluralizzazione dello spazio pubblico” tenutosi a Perugia nel 11 - 13 settembre 2014).
Scambio di voto. La comunicazione politica della società civile organizzata per le Politiche 2013
BINOTTO, Marco;BRUNO, MARCO
2014
Abstract
Uno dei tratti essenziali per determinare la salute delle democrazie contemporanee appare la capacità di riconoscimento e di ascolto della voce proveniente dai gruppi di interesse, dalle reti e dai movimenti, dalle associazioni e dalle altre forme associate che possono costruire «altri flussi» della comunicazione politica. Un’occasione per valutare la volontà di tali realtà di operare su questo campo e, contemporaneamente, stimarne l’efficacia è costituita dal “terreno di gara” fornito dalmomento di campagna elettorale. Il paper riassume i risultati di una ricerca condotta su più di trenta campagne e iniziative pubbliche condotte durante le Elezioni Politiche del 2013, un momento particolarmente significativo perché costringe queste realtà ad affermare contenuti e adottare modalità di azione in positivo,superando la vocazione a caratterizzarsi come forma reattiva di «contro-politica» . Si tratta di iniziative che si rivolgono a liste, candidati o candidate, per segnalare temi o richiedere risposte o impegni pubblici: campagne di advocacy come quelle promosse da Greenpeace Italia (“Io non vi voto. Sfida alla politica fossile”), Action Aid (“Italia sveglia! Promemoria per la prossima legislatura”) o l’associazione Libera (“Riparte il futuro. Senza corruzione”); raccolte di proposte come “Le primarie della cultura” promosse dal Fondo Ambiente Italiano, da “Dibattito Scienza” o dagli Stati Generali dell’Innovazione; oppure un manifesto o un’agenda di proposte da condividere o sottoscrivere(è il caso dell’iniziativa delle Ong italiane, del Forum del Terzo settore o di quello “Per un’economia sociale. Idee e persone per un’Italia sostenibile”). Ovvero spesso si tratta di attività di comunicazione che mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica su problemi o temi come per le campagne realizzate da Se non ora quando? o dalla LILA (“Voteresti per me se fossi sieropositivo?”).Proposte comunicative e politiche che contemporaneamente affermano issue mentre sono parte del processo di lobbying o di “transito” di molte personalità dall’ambito della società civile organizzata direttamente all’ambito politico-parlamentare, portatrici esplicite delle istanze e dei temi dei soggetti (organizzazioni, associazioni, reti, etc.) di provenienza. Da un’analisi dello spettro di temi e issue proposti, dall’articolazione e le caratteristiche dei contenuti e dall’efficacia delle relazioni pubbliche e dell’engagement realizzato sui social media sarà possibile vagliare quanto le organizzazioni non profit e i movimenti sociali riescano a reclamare attenzioneo per chiedere impegni ai candidati. Da una parte,quindi, la capacità di costruire adeguate strategie e iniziative di comunicazione, dall’altra quella di emergere nell’immaginario o nella sfera pubblica mediatizzata,di affermare issue nel dibattito politico, di porre le basi per un’azione duratura e stabile di lobbying. La determinazione nel trasformare una richiesta di voto in un momento di dialogo politico, un nuovo rapporto tra classe dirigente e gruppi di pressione, tra scelta elettorale e il possibile protagonismo e partecipazione della cittadinanza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.