In the ancient Mesopotamian traditions, as it is also the case in other cultures, the Netherworld is conceived from a double, antagonistic per- spective. On the one hand, being a place of “non-life”, it is perceived and built through the negation or inversion of those symbolic principles which found and distinguish the realm of the living. On the other hand, as “after-life”, the Netherworld is conceived as an extension of life. How- ever, even when it reproduces the world of the living, the Netherworld distinguishes itself from the sphere of life through a series of spatial, tem- poral, and regulatory principles. From a spatial point of view, the image of the Netherworld is built upon two perspectives, that of communica- tion/separation, and that of opposition/similitude. Topographically, the Netherworld is connected to the world of the living through a series of symbolic elements, particularly the river. These symbolic elements, to- gether with others such as the mountain, mark the border between the two worlds, as well as establishing the passage from one dimension to the other. From the point of view of representation, as a place that mirrors life, the Netherworld is conceived as both the human and divine place per excellence, the city. At the opposite side, the Netherworld is identified with the mountain/KUR, place and symbol of otherness. In this study I will analyse the spatial elements that characterize the image of death and the netherworld in the Mesopotamian literary tradi- tion through the perspectives of communication/separation and opposi- tion/similitude.

Nelle tradizioni mesopotamiche, così come in molte altre culture, l’al- dilà è concepito come un duplice e contrapposto concetto. Da una parte, in quanto “non vita”, si delinea come una realtà opposta e rappresentata mediante una negazione o inversione di quei valori simbolici della vita stessa. D’altra parte, in quanto “vita oltre la morte”, rappresenta un prolungamento dell’esistenza terrena di cui è una riproduzione, pur es- sendone separata e distinta per una serie di principi spaziali, temporali e normativi. A livello spaziale si delineano due concetti in cui si collocano e strutturano gli Inferi, espressione di quei principi contrapposti di co- municazione/separazione e opposizione/similitudine. Topograficamente, gli Inferi sono collegati al mondo dei vivi attraverso una serie di elementi simbolici, in particolare il fiume, che permettono un contatto e un flusso, sebbene unidirezionale. Questi stessi elementi, assieme ad altri (la mon- tagna), tuttavia, costituiscono anche i confini che separano i due mondi e marcano il passaggio da una dimensione all’altra. Dal punto di vista della rappresentazione, in quanto riflesso della vita terrena, gli Inferi ne riproducono l’organizzazione e sono rappresentati mediante il luogo umano e divino per eccellenza, la città. In quanto opposizione, gli Inferi sono identificati con il KUR, sintesi dell’alterità. In questo contributo analizzerò gli elementi spaziali che connotano l’immagine della morte e del regno infero nella tradizione letteraria me- sopotamica, alla luce dei principi dicotomici di comunicazione/separazione e opposizione/similitudine.

Aspetti spaziali nella costruzione dell’immaginario infero dell’antica Mesopotamia / Verderame, Lorenzo. - In: STUDI E MATERIALI DI STORIA DELLE RELIGIONI. - ISSN 0393-8417. - STAMPA. - 1:80(2014), pp. 23-41.

Aspetti spaziali nella costruzione dell’immaginario infero dell’antica Mesopotamia

VERDERAME, Lorenzo
2014

Abstract

In the ancient Mesopotamian traditions, as it is also the case in other cultures, the Netherworld is conceived from a double, antagonistic per- spective. On the one hand, being a place of “non-life”, it is perceived and built through the negation or inversion of those symbolic principles which found and distinguish the realm of the living. On the other hand, as “after-life”, the Netherworld is conceived as an extension of life. How- ever, even when it reproduces the world of the living, the Netherworld distinguishes itself from the sphere of life through a series of spatial, tem- poral, and regulatory principles. From a spatial point of view, the image of the Netherworld is built upon two perspectives, that of communica- tion/separation, and that of opposition/similitude. Topographically, the Netherworld is connected to the world of the living through a series of symbolic elements, particularly the river. These symbolic elements, to- gether with others such as the mountain, mark the border between the two worlds, as well as establishing the passage from one dimension to the other. From the point of view of representation, as a place that mirrors life, the Netherworld is conceived as both the human and divine place per excellence, the city. At the opposite side, the Netherworld is identified with the mountain/KUR, place and symbol of otherness. In this study I will analyse the spatial elements that characterize the image of death and the netherworld in the Mesopotamian literary tradi- tion through the perspectives of communication/separation and opposi- tion/similitude.
2014
Nelle tradizioni mesopotamiche, così come in molte altre culture, l’al- dilà è concepito come un duplice e contrapposto concetto. Da una parte, in quanto “non vita”, si delinea come una realtà opposta e rappresentata mediante una negazione o inversione di quei valori simbolici della vita stessa. D’altra parte, in quanto “vita oltre la morte”, rappresenta un prolungamento dell’esistenza terrena di cui è una riproduzione, pur es- sendone separata e distinta per una serie di principi spaziali, temporali e normativi. A livello spaziale si delineano due concetti in cui si collocano e strutturano gli Inferi, espressione di quei principi contrapposti di co- municazione/separazione e opposizione/similitudine. Topograficamente, gli Inferi sono collegati al mondo dei vivi attraverso una serie di elementi simbolici, in particolare il fiume, che permettono un contatto e un flusso, sebbene unidirezionale. Questi stessi elementi, assieme ad altri (la mon- tagna), tuttavia, costituiscono anche i confini che separano i due mondi e marcano il passaggio da una dimensione all’altra. Dal punto di vista della rappresentazione, in quanto riflesso della vita terrena, gli Inferi ne riproducono l’organizzazione e sono rappresentati mediante il luogo umano e divino per eccellenza, la città. In quanto opposizione, gli Inferi sono identificati con il KUR, sintesi dell’alterità. In questo contributo analizzerò gli elementi spaziali che connotano l’immagine della morte e del regno infero nella tradizione letteraria me- sopotamica, alla luce dei principi dicotomici di comunicazione/separazione e opposizione/similitudine.
Mesopotamia; morte; viaggio agli Inferi; fiume; alterità Mesopotamia; death; descent to the Netherworld; river; otherness
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Aspetti spaziali nella costruzione dell’immaginario infero dell’antica Mesopotamia / Verderame, Lorenzo. - In: STUDI E MATERIALI DI STORIA DELLE RELIGIONI. - ISSN 0393-8417. - STAMPA. - 1:80(2014), pp. 23-41.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/600800
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