Lo jus poenitendi nell’offerta fuori sede di servizi di investimento, fra interpretazione estensiva, buona fede e concreta applicabilità della norma

Lo studio analizza criticamente la sentenza delle Sezioni Uniti della Cassazione che interviene per sanare un contrasto sull’estensione dello jus poenitendi nell’offerta fuori sede di servizi di investimento (previsto dall’art. 30 del d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, recante il testo unico dell’intermediazione finanziaria - TUIF), quale strumento tipico del sistema protezionistico a tutela dell’investitore, che vale a superare l’asimmetria informativa derivante dalla sollecitazione “aggressiva” e a sorpresa all’acquisto di servizi della specie, consentendo una migliore ponderazione delle scelte contrattuali. L’interpretazione estensiva fatta propria dalle Sezioni Unite presta, tuttavia, il fianco a qualche dubbio in punto di concreta applicabilità del diritto di recesso ai servizi, ad esempio, di execution only e sull’utilizzabilità del principio generale di buona fede per prevenire rischi di abuso del diritto da parte dell’investitore.