Introduzione: La maggior parte delle ricerche condotte fino ad oggi sull’impatto psicologico della guerra si sono concentrate sulle conseguenze a breve e medio termine di questo tipo di trauma sul funzionamento mentale della popolazione adulta, in particolar modo sui militari, e hanno valutato principalmente le patologie di Asse I, anche se non mancano studi sulle popolazioni civili e i reduci dei campi di concentramento. (Krystal, 1968; 1978; 1982; Titchener, Ross, 1974; Bleich et al., 1992; Solomon et al., 1993). Di gran lunga meno indagati per mezzo di ricerche empiriche sono gli effetti a lungo termine dei traumi bellici sullo sviluppo psichico. Obiettivo: Obiettivo di questo lavoro è presentare i risultati di una ricerca pilota trasversale sugli effetti a lungo termine del trauma bellico sulla personalità e il funzionamento difensivo di un campione di soggetti adolescenti. Metodo: Il campione è composto da 55 soggetti adolescenti, 30 kosovari di etnia albanese (gruppo clinico) e 25 albanesi (gruppo di controllo); le Clinical Diagnostic Interview (Westen, Weinberger, 2004), condotte con tutti i soggetti del campione, sono state audioregistrate, trascritte e quindi valutate da due rater indipendenti con la SWAP-200-A (Westen et al., 2003) e da altri due rater indipendenti con la DMRS (Perry, 1990). Sono state inoltre somministrati la DES (Bernstein, Putnam, 1986) e la SCID-D-R (Steinberg, 1994) per una valutazione delle esperienze dissociative, le interviste SCID I e II del DSM per identificare i disturbi clinici e di personalità presentati dai soggetti e un questionario ad hoc per valutare in che misura i diversi soggetti sono stati colpiti dalle vicissitudine belliche. Risultati: la U di Mann-Whitney per due campioni indipendenti ha messo in evidenza che i soggetti traumatizzati differiscono da quelli non traumatizzati per la presenza di tratti di personalità schizoidi, schizotipici, istrionici e dipendenti più forti, mentre la capacità di buon funzionamento e i tratti ossessivi sembrano maggiori nei soggetti del gruppo di controllo; i soggetti traumatizzati fanno inoltre maggiore ricorso all’amnesia dissociativa, alla dissociazione e a difese borderline e di acting, in particolare l'aggressione passiva e la scissione; i soggetti non traumatizzati, invece, presentano una percentuale maggiore di difese ossessive, in particolare l'intellettualizzazione e l'annullamento retroattivo. Nel complesso, i soggetti traumatizzati presentano uno stile difensivo meno maturo. Infine, dall’analisi della regressione gerarchica risulta che onnipotenza e confusione dissociativa sono tanto più forti quanto più si è stati esposti al trauma.

L'impatto a lungo termine del trauma bellico su personalità e difese in adolescenza / Gazzillo, Francesco; A., Scipioni; Tanzilli, Annalisa. - STAMPA. - (2009). (Intervento presentato al convegno XV Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Psicologia (AIP), Sezione di Psicologia Clinica e Dinamica tenutosi a Chieti nel 18 – 20 settembre 2009).

L'impatto a lungo termine del trauma bellico su personalità e difese in adolescenza

GAZZILLO, FRANCESCO;TANZILLI, ANNALISA
2009

Abstract

Introduzione: La maggior parte delle ricerche condotte fino ad oggi sull’impatto psicologico della guerra si sono concentrate sulle conseguenze a breve e medio termine di questo tipo di trauma sul funzionamento mentale della popolazione adulta, in particolar modo sui militari, e hanno valutato principalmente le patologie di Asse I, anche se non mancano studi sulle popolazioni civili e i reduci dei campi di concentramento. (Krystal, 1968; 1978; 1982; Titchener, Ross, 1974; Bleich et al., 1992; Solomon et al., 1993). Di gran lunga meno indagati per mezzo di ricerche empiriche sono gli effetti a lungo termine dei traumi bellici sullo sviluppo psichico. Obiettivo: Obiettivo di questo lavoro è presentare i risultati di una ricerca pilota trasversale sugli effetti a lungo termine del trauma bellico sulla personalità e il funzionamento difensivo di un campione di soggetti adolescenti. Metodo: Il campione è composto da 55 soggetti adolescenti, 30 kosovari di etnia albanese (gruppo clinico) e 25 albanesi (gruppo di controllo); le Clinical Diagnostic Interview (Westen, Weinberger, 2004), condotte con tutti i soggetti del campione, sono state audioregistrate, trascritte e quindi valutate da due rater indipendenti con la SWAP-200-A (Westen et al., 2003) e da altri due rater indipendenti con la DMRS (Perry, 1990). Sono state inoltre somministrati la DES (Bernstein, Putnam, 1986) e la SCID-D-R (Steinberg, 1994) per una valutazione delle esperienze dissociative, le interviste SCID I e II del DSM per identificare i disturbi clinici e di personalità presentati dai soggetti e un questionario ad hoc per valutare in che misura i diversi soggetti sono stati colpiti dalle vicissitudine belliche. Risultati: la U di Mann-Whitney per due campioni indipendenti ha messo in evidenza che i soggetti traumatizzati differiscono da quelli non traumatizzati per la presenza di tratti di personalità schizoidi, schizotipici, istrionici e dipendenti più forti, mentre la capacità di buon funzionamento e i tratti ossessivi sembrano maggiori nei soggetti del gruppo di controllo; i soggetti traumatizzati fanno inoltre maggiore ricorso all’amnesia dissociativa, alla dissociazione e a difese borderline e di acting, in particolare l'aggressione passiva e la scissione; i soggetti non traumatizzati, invece, presentano una percentuale maggiore di difese ossessive, in particolare l'intellettualizzazione e l'annullamento retroattivo. Nel complesso, i soggetti traumatizzati presentano uno stile difensivo meno maturo. Infine, dall’analisi della regressione gerarchica risulta che onnipotenza e confusione dissociativa sono tanto più forti quanto più si è stati esposti al trauma.
2009
XV Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Psicologia (AIP), Sezione di Psicologia Clinica e Dinamica
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
L'impatto a lungo termine del trauma bellico su personalità e difese in adolescenza / Gazzillo, Francesco; A., Scipioni; Tanzilli, Annalisa. - STAMPA. - (2009). (Intervento presentato al convegno XV Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Psicologia (AIP), Sezione di Psicologia Clinica e Dinamica tenutosi a Chieti nel 18 – 20 settembre 2009).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/509970
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