Secondo Irving Lavin, suo massimo studioso, Gian Lorenzo Bernini “wa not a theoretician”, e anche recentemente lo scultore è stato contrapposto ad artisti dalle dichiarate ambizioni intellettuali quali Domenichino, Pietro Testa e Nicolas Poussin. Sebbene questo sia fondamentalmente corretto, rimane vero che il rigore e lo spessore dei fondamenti teorici dell’operare artistico di Domenichino e Poussin così come di Bernini, si desumono prima di tutto dalle loro creazioni. Quello che si deve verificare, semmai, è la possibilità che quei fondamenti fossero formalizzati verbalmente dagli artisti stessi e, nel caso, con quale grado di lucidità e coerenza. La straordinaria importanza dei principi artistici berniniani della speaking likeness e soprattutto del ‘bel composto’, che avevano ben pochi precedenti nella produzione artistica precedente all’artista, e non erano mai stati affrontati nella trattatistica rinascimentale, non è stata forse adeguatamente sottolineata sul piano dell’originalità anche teorica, quale si desume dalle biografie dell’artista e dal diario dello Chantelou. E ancora più straordinaria è la riflessione berniniana sul tema del “paragone” fra le arti sorelle, riflessione tutta compiuta, con eccezionale coerenza, nel vivo della prassi del mestiere dello scultore, e per la quale è invece impossibile trovare una lucida formulazione nelle fonti già citate.
Gian Lorenzo Bernini tra teoria e prassi artistica: la speaking likeness, il 'bel composto e il 'paragone' / Pierguidi, Stefano. - In: ARTIBUS ET HISTORIAE. - ISSN 0391-9064. - STAMPA. - XXXII:(2011), pp. 143-164.
Gian Lorenzo Bernini tra teoria e prassi artistica: la speaking likeness, il 'bel composto e il 'paragone'
PIERGUIDI, Stefano
2011
Abstract
Secondo Irving Lavin, suo massimo studioso, Gian Lorenzo Bernini “wa not a theoretician”, e anche recentemente lo scultore è stato contrapposto ad artisti dalle dichiarate ambizioni intellettuali quali Domenichino, Pietro Testa e Nicolas Poussin. Sebbene questo sia fondamentalmente corretto, rimane vero che il rigore e lo spessore dei fondamenti teorici dell’operare artistico di Domenichino e Poussin così come di Bernini, si desumono prima di tutto dalle loro creazioni. Quello che si deve verificare, semmai, è la possibilità che quei fondamenti fossero formalizzati verbalmente dagli artisti stessi e, nel caso, con quale grado di lucidità e coerenza. La straordinaria importanza dei principi artistici berniniani della speaking likeness e soprattutto del ‘bel composto’, che avevano ben pochi precedenti nella produzione artistica precedente all’artista, e non erano mai stati affrontati nella trattatistica rinascimentale, non è stata forse adeguatamente sottolineata sul piano dell’originalità anche teorica, quale si desume dalle biografie dell’artista e dal diario dello Chantelou. E ancora più straordinaria è la riflessione berniniana sul tema del “paragone” fra le arti sorelle, riflessione tutta compiuta, con eccezionale coerenza, nel vivo della prassi del mestiere dello scultore, e per la quale è invece impossibile trovare una lucida formulazione nelle fonti già citate.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.