Numerose osservazioni, anche riportate dagli autori nel presente lavoro, hanno evidenziato la presenza di metalli pesanti nelle polveri aerodisperse in ambienti di vita (indoor e outdoor) o di lavoro non industriali, grazie anche alle tecniche analitiche oramai disponibili diffusamente. Si pone pertanto il problema della valutazione di tali esposizioni, professionali e non, anche a seguito di segnalazioni di effetti sulla salute. Il problema non è di facile approccio e risoluzione, in considerazione delle difficoltà di definire un valore di fondo per le concentrazioni di questi metalli, necessario come termine di paragone qualora si parli di effetti cancerogeni o di sensibilizzazione. Anche il problema dell’origine antropica o meno di tali contaminanti aggiunge ulteriore complessità alla questione, con conseguenti ricadute sulle indicazioni procedurali che dovrebbero essere ricavate per datori di lavoro, lavoratori, organi di controllo e popolazione in generale. Non ultimo, la definizione del problema potrebbe portare alla stesura di linee guida operative che indichino perlomeno un obbiettivo comune e condiviso.
La valutazione dell'esposizione a metalli pesanti aerodispersi in ambienti non industriali: quale criterio seguire? / Bacaloni, Alessandro; Canepari, Silvia; Astolfi, Maria Luisa; P., Giansanti; R., Gubbiotti. - ELETTRONICO. - 1:(2010), pp. 486-487. (Intervento presentato al convegno Le Giornate di Corvara, 16° Convegno d'Igiene Industriale AIDII tenutosi a Sala comunale di Corvara (Bolzano) nel 24-26/03/2010).
La valutazione dell'esposizione a metalli pesanti aerodispersi in ambienti non industriali: quale criterio seguire?
BACALONI, Alessandro;CANEPARI, Silvia;ASTOLFI, Maria Luisa;
2010
Abstract
Numerose osservazioni, anche riportate dagli autori nel presente lavoro, hanno evidenziato la presenza di metalli pesanti nelle polveri aerodisperse in ambienti di vita (indoor e outdoor) o di lavoro non industriali, grazie anche alle tecniche analitiche oramai disponibili diffusamente. Si pone pertanto il problema della valutazione di tali esposizioni, professionali e non, anche a seguito di segnalazioni di effetti sulla salute. Il problema non è di facile approccio e risoluzione, in considerazione delle difficoltà di definire un valore di fondo per le concentrazioni di questi metalli, necessario come termine di paragone qualora si parli di effetti cancerogeni o di sensibilizzazione. Anche il problema dell’origine antropica o meno di tali contaminanti aggiunge ulteriore complessità alla questione, con conseguenti ricadute sulle indicazioni procedurali che dovrebbero essere ricavate per datori di lavoro, lavoratori, organi di controllo e popolazione in generale. Non ultimo, la definizione del problema potrebbe portare alla stesura di linee guida operative che indichino perlomeno un obbiettivo comune e condiviso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.