La presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) negli alimenti può essere dovuta a contaminazione ambientale (deposizione di particolato atmosferico, assorbimento radicale) e/o a processi di trasformazione (affumicamento, essiccazione, tostatura) e/o a particolare modalità di cottura (alla griglia, al forno, arrosto, frittura). Gli IPA, contaminanti xenobiotici, rappresentano una classe di composti il cui monitoraggio in matrici ambientali ed alimentari è di fondamentale importanza a causa del loro potere cancerogeno e mutageno, per questo motivo sono stati inseriti dall’EPA (Environmental Protection Agenzy) nella lista dei contaminanti prioritari. In quest’ottica la Comunità Europea ha emanato dei regolamenti (Reg. 208/2005; Reg. 1881/2006) che fissano dei limiti massimi ammissibili di tali composti in alcune categoria di alimenti. Tali limiti variano tra 1÷10 µg/kg in funzione della tipologia dell’alimento, si riferiscono al solo benzo(a)pirene, considerato come indicatore per questa classe di composti, sia per i livelli di contaminazione che per il rischio cancerogeno. La presenza degli IPA nelle bevande di origine nervina può dipendere sia dal diverso tipo di prodotto (tè bianco, verde, nero, giallo, rosso, deteinato; caffè arabica, robusta, miscela dei due, decaffeinato, solubile) sia dalla modalità di preparazione (quantità di prodotto, volume di acqua, tempo, temperatura, caffè espresso, moka, americano, cialda). Il problema principale associato alla determinazione degli IPA nelle bevande di tè e caffè riguarda i bassi livelli di concentrazione e la presenza di potenziali interferenti che potrebbero impedire una corretta determinazione analitica. A tal fine è indispensabile una procedura di purificazione molto spinta. A tal riguardo, il passaggio delle bevande attraverso la SPE C18 che trattiene molti composti non polari, sembra che permetta di ottenere buoni risultati in termini di purificazione, concentrazione e riproducibilità. Quindi, dopo la preparazione delle bevande, la purificazione degli IPA è stata ottenuta utilizzando SPE C18 con l’ausilio di Resprep Manifold e la successiva determinazione quantitativa mediante cromatografia liquida con rivelatori RF.
Contaminanti xenobiotici in bevande di Caffè e di Tè: determinazione quantitativa di Idrocarburi Policiclici Aromatici mediante LC-RF / Vinci, Giuliana; D., Restuccia; S. L. M., Eramo; D., Valentini; Iannilli, Ildebrando. - STAMPA. - (2008), pp. 1-5 (POS73).
Contaminanti xenobiotici in bevande di Caffè e di Tè: determinazione quantitativa di Idrocarburi Policiclici Aromatici mediante LC-RF
VINCI, Giuliana;D. Restuccia;IANNILLI, Ildebrando
2008
Abstract
La presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) negli alimenti può essere dovuta a contaminazione ambientale (deposizione di particolato atmosferico, assorbimento radicale) e/o a processi di trasformazione (affumicamento, essiccazione, tostatura) e/o a particolare modalità di cottura (alla griglia, al forno, arrosto, frittura). Gli IPA, contaminanti xenobiotici, rappresentano una classe di composti il cui monitoraggio in matrici ambientali ed alimentari è di fondamentale importanza a causa del loro potere cancerogeno e mutageno, per questo motivo sono stati inseriti dall’EPA (Environmental Protection Agenzy) nella lista dei contaminanti prioritari. In quest’ottica la Comunità Europea ha emanato dei regolamenti (Reg. 208/2005; Reg. 1881/2006) che fissano dei limiti massimi ammissibili di tali composti in alcune categoria di alimenti. Tali limiti variano tra 1÷10 µg/kg in funzione della tipologia dell’alimento, si riferiscono al solo benzo(a)pirene, considerato come indicatore per questa classe di composti, sia per i livelli di contaminazione che per il rischio cancerogeno. La presenza degli IPA nelle bevande di origine nervina può dipendere sia dal diverso tipo di prodotto (tè bianco, verde, nero, giallo, rosso, deteinato; caffè arabica, robusta, miscela dei due, decaffeinato, solubile) sia dalla modalità di preparazione (quantità di prodotto, volume di acqua, tempo, temperatura, caffè espresso, moka, americano, cialda). Il problema principale associato alla determinazione degli IPA nelle bevande di tè e caffè riguarda i bassi livelli di concentrazione e la presenza di potenziali interferenti che potrebbero impedire una corretta determinazione analitica. A tal fine è indispensabile una procedura di purificazione molto spinta. A tal riguardo, il passaggio delle bevande attraverso la SPE C18 che trattiene molti composti non polari, sembra che permetta di ottenere buoni risultati in termini di purificazione, concentrazione e riproducibilità. Quindi, dopo la preparazione delle bevande, la purificazione degli IPA è stata ottenuta utilizzando SPE C18 con l’ausilio di Resprep Manifold e la successiva determinazione quantitativa mediante cromatografia liquida con rivelatori RF.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.