Da alcuni anni a questa parte, parlare di imballaggi vuol dire armonizzare un settore per sua natura cruciale attraverso innovativi principi socio-economici. L’ultimo decennio, infatti, ha sposato la generale consapevolezza della necessità di un ridotto impatto ambientale per tutti quei prodotti industriali suscettibili di recupero e riciclaggio. In particolare, la filiera della plastica, attraverso l’azione di due consorzi quali il COREPLA ed il CONIP, ha dato segnali importanti di efficienza ed efficacia, riuscendo a sensibilizzare gran parte del mercato associato e dell’opinione pubblica tutta, nella direzione di uno sviluppo delle pratiche socialmente più sostenibile e, al contempo, verso una gestione più razionale delle risorse. La disposizione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi prevede, perciò, il re-impiego di tali prodotti al fine di ridurre al minimo lo smaltimento finale. In tale contesto il consumatore assume un ruolo determinante, poiché l’imballaggio ha una funzione sociale quotidiana e, perciò, decisiva. Per questo sono allo studio imballaggi sempre meno ingombranti e più vicini alle esigenze delle varie attività. Sempre per questo molti Paesi sono impegnati nella progettazione e realizzazione di forme innovative di imballaggio. È il caso del prodotto “Free Box” della società Tecalogistica, un contenitore per l’orto-frutta a pareti abbattibili che sfrutta un semplice principio di minor ingombro (espresso da un rapporto matematico chiamato “rapporto aperta/chiusa”, variabile in base alle dimensioni della cassetta) per poter dare ottimi risultati in termini di trasporto di ritorno, con notevoli benefici economici e ambientali.
Gestione degli imballaggi secondari e terziari: COREPLA e Co.N.I.P / G., Anelli; Iannilli, Ildebrando; D., Restuccia; Vinci, Giuliana. - STAMPA. - VII(2006), pp. 849-852.
Gestione degli imballaggi secondari e terziari: COREPLA e Co.N.I.P.
IANNILLI, Ildebrando;D. Restuccia;VINCI, Giuliana
2006
Abstract
Da alcuni anni a questa parte, parlare di imballaggi vuol dire armonizzare un settore per sua natura cruciale attraverso innovativi principi socio-economici. L’ultimo decennio, infatti, ha sposato la generale consapevolezza della necessità di un ridotto impatto ambientale per tutti quei prodotti industriali suscettibili di recupero e riciclaggio. In particolare, la filiera della plastica, attraverso l’azione di due consorzi quali il COREPLA ed il CONIP, ha dato segnali importanti di efficienza ed efficacia, riuscendo a sensibilizzare gran parte del mercato associato e dell’opinione pubblica tutta, nella direzione di uno sviluppo delle pratiche socialmente più sostenibile e, al contempo, verso una gestione più razionale delle risorse. La disposizione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi prevede, perciò, il re-impiego di tali prodotti al fine di ridurre al minimo lo smaltimento finale. In tale contesto il consumatore assume un ruolo determinante, poiché l’imballaggio ha una funzione sociale quotidiana e, perciò, decisiva. Per questo sono allo studio imballaggi sempre meno ingombranti e più vicini alle esigenze delle varie attività. Sempre per questo molti Paesi sono impegnati nella progettazione e realizzazione di forme innovative di imballaggio. È il caso del prodotto “Free Box” della società Tecalogistica, un contenitore per l’orto-frutta a pareti abbattibili che sfrutta un semplice principio di minor ingombro (espresso da un rapporto matematico chiamato “rapporto aperta/chiusa”, variabile in base alle dimensioni della cassetta) per poter dare ottimi risultati in termini di trasporto di ritorno, con notevoli benefici economici e ambientali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.