Da alcuni anni a questa parte si parla di gestire il delicato settore della chimica industriale attraverso le regole scritte e non (ancora?) scritte dell’eco-sostenibilità. Questo in conseguenza del solco tracciato dal vasto movimento socio-economico mondiale che vuole il futuro prossimo ancorato a pratiche produttive che siano sì efficaci ma, al tempo stesso, compatibili con un progresso attento dal punto di vista ambientale. In tale senso muove la “chimica verde” (green chemistry), che basa la propria filosofia su pratiche a basso impatto con l’esterno e, perciò, parte da criteri di valutazione dei processi produttivi che tengano in forte considerazione le conseguenze a breve, medio e lungo termine delle sostanze utilizzate. La chimica verde è, quindi, un concreto tentativo di prevenire l’inquinamento, riducendo le sostanze pericolose attraverso una progettazione innovativa, in grado di interpretare un’epoca in cui l’etica comincia visibilmente a guadagnare terreno sul profitto d’impresa. Di chimica verde si parla da circa 15 anni, in modo particolare negli USA, dove esistono leggi ad hoc e agenzie governative predisposte ad interagire con le università e le industrie al fine di generare circoli virtuosi per la società civile e per i privati economicamente coinvolti. Tra i temi di maggiore richiamo vi sono: la minimizzazione dei reflui nei processi produttivi e dei costi energetici, l’utilizzo di materie prime ricavate da fonti rinnovabili, l’utilizzo di composti che riducano la tossicità nei confronti dell’uomo e dell’ambiente. Naturalmente, in questa filosofia tecnologica è riposta buona parte delle speranze di chi auspica un futuro prossimo di vero benessere economico ed ambientale. Questo obiettivo è in forte sintonia con la proposta di Direttiva Reach della Commissione Europea sui prodotti chimici per accertare e ridurre il danno provocato ai consumatori europei dalle sostanze chimiche attualmente in uso.
Chimica verde: tecnologie innovative per un consumo di qualità / G., Anelli; S. L. M., Eramo; D., Restuccia; Vinci, Giuliana. - ELETTRONICO. - CD(2006), pp. 36-41.
Chimica verde: tecnologie innovative per un consumo di qualità
D. Restuccia;VINCI, Giuliana
2006
Abstract
Da alcuni anni a questa parte si parla di gestire il delicato settore della chimica industriale attraverso le regole scritte e non (ancora?) scritte dell’eco-sostenibilità. Questo in conseguenza del solco tracciato dal vasto movimento socio-economico mondiale che vuole il futuro prossimo ancorato a pratiche produttive che siano sì efficaci ma, al tempo stesso, compatibili con un progresso attento dal punto di vista ambientale. In tale senso muove la “chimica verde” (green chemistry), che basa la propria filosofia su pratiche a basso impatto con l’esterno e, perciò, parte da criteri di valutazione dei processi produttivi che tengano in forte considerazione le conseguenze a breve, medio e lungo termine delle sostanze utilizzate. La chimica verde è, quindi, un concreto tentativo di prevenire l’inquinamento, riducendo le sostanze pericolose attraverso una progettazione innovativa, in grado di interpretare un’epoca in cui l’etica comincia visibilmente a guadagnare terreno sul profitto d’impresa. Di chimica verde si parla da circa 15 anni, in modo particolare negli USA, dove esistono leggi ad hoc e agenzie governative predisposte ad interagire con le università e le industrie al fine di generare circoli virtuosi per la società civile e per i privati economicamente coinvolti. Tra i temi di maggiore richiamo vi sono: la minimizzazione dei reflui nei processi produttivi e dei costi energetici, l’utilizzo di materie prime ricavate da fonti rinnovabili, l’utilizzo di composti che riducano la tossicità nei confronti dell’uomo e dell’ambiente. Naturalmente, in questa filosofia tecnologica è riposta buona parte delle speranze di chi auspica un futuro prossimo di vero benessere economico ed ambientale. Questo obiettivo è in forte sintonia con la proposta di Direttiva Reach della Commissione Europea sui prodotti chimici per accertare e ridurre il danno provocato ai consumatori europei dalle sostanze chimiche attualmente in uso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


