Lo sviluppo biotecnologico ha fortemente caratterizzato gli ultimi venti anni: in campo agrario la gran parte delle ricerche e delle produzioni sono volte alla costruzione e all’uso di piante geneticamente modificate di interesse alimentare soprattutto per aumentarne la produzione e, recentemente, anche per migliorarne la qualità. Accanto agli aspetti positivi che i prodotti biotecnologici assicurano, si aprono anche preoccupazioni sui rischi ambientali derivanti dal rilascio di organismi geneticamente modificati e sui rischi per la salute, derivanti dal consumo di cibi transgenici. Ciò ha reso necessario introdurre analisi accurate al fine di individuare e quantificare componenti transgeniche all’interno di prodotti agro-alimentari. In quest’ottica, ben nota è l’importanza delle modalità di campionamento e della quantità di campione da analizzare. A livello comunitario, il campionamento delle sementi per le analisi di certificazione è fatto in accordo con le direttive 66/400/EEC, 66/401/EEC, 66/402/EEC, 66/403/EEC, 69/208/EEC e 70/458/EEC e i metodi di campionamento sono descritti nel ”Handbook on seed sampling” dell’ISTA (International Seed Testing Association) e nel “International Rules for Seed Teesting 1999”. Manca però attualmente un protocollo di campionamento specifico finalizzato all’analisi PCR o ELISA per il rilevamento di semi transgenici. Tutto questo, insieme all’accentuata disomogeneità della distribuzione delle partite, rende il campionamento delle sementi particolarmente delicato dato che la presenza di OGM in minime tracce necessita di un campionamento uniforme e statisticamente significativo.
Studio statistico applicato alla metodica di campionamento di sementi transgeniche / E., Chiacchierini; D., Restuccia; E., Sturchio; Vinci, Giuliana. - STAMPA. - VI(2004), pp. 1225-1230.
Studio statistico applicato alla metodica di campionamento di sementi transgeniche
D. Restuccia;VINCI, Giuliana
2004
Abstract
Lo sviluppo biotecnologico ha fortemente caratterizzato gli ultimi venti anni: in campo agrario la gran parte delle ricerche e delle produzioni sono volte alla costruzione e all’uso di piante geneticamente modificate di interesse alimentare soprattutto per aumentarne la produzione e, recentemente, anche per migliorarne la qualità. Accanto agli aspetti positivi che i prodotti biotecnologici assicurano, si aprono anche preoccupazioni sui rischi ambientali derivanti dal rilascio di organismi geneticamente modificati e sui rischi per la salute, derivanti dal consumo di cibi transgenici. Ciò ha reso necessario introdurre analisi accurate al fine di individuare e quantificare componenti transgeniche all’interno di prodotti agro-alimentari. In quest’ottica, ben nota è l’importanza delle modalità di campionamento e della quantità di campione da analizzare. A livello comunitario, il campionamento delle sementi per le analisi di certificazione è fatto in accordo con le direttive 66/400/EEC, 66/401/EEC, 66/402/EEC, 66/403/EEC, 69/208/EEC e 70/458/EEC e i metodi di campionamento sono descritti nel ”Handbook on seed sampling” dell’ISTA (International Seed Testing Association) e nel “International Rules for Seed Teesting 1999”. Manca però attualmente un protocollo di campionamento specifico finalizzato all’analisi PCR o ELISA per il rilevamento di semi transgenici. Tutto questo, insieme all’accentuata disomogeneità della distribuzione delle partite, rende il campionamento delle sementi particolarmente delicato dato che la presenza di OGM in minime tracce necessita di un campionamento uniforme e statisticamente significativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.