La chimica verde (green chemistry) utilizza materie prime rinnovabili per quanto tecnicamente ed economicamente fattibile, a differenza dell'industria chimica tradizionale che impiega risorse fossili; inoltre si avvale di processi biotecnologici. La selezione delle piante e le biotecnologie avanzate permettono di accrescere la disponibilità di prodotti agricoli e favoriscono l'affermarsi di nuovi metodi di produzione per ottenere sostanze ad uso farmaceutico, diagnostico, zootecnico; consentono, inoltre, di creare nuovi microrganismi ed enzimi da usare nelle attività produttive e nuove colture industriali indirizzate alla produzione di sostanze chimiche. La chimica verde garantisce l'uso di processi più puliti, in quanto i prodotti naturali sono più facilmente biodegradabili e consente lo sviluppo di un'agricoltura multifunzionale in grado di adeguarsi alle nuove sfide che derivano dalla liberalizzazione dei mercati agricoli e dall'allargamento dell'Europa ai Paesi dell'Est, anche se attualmente non presenta le potenzialità per sostituirsi completamente alla petrolchimica. L’industria chimica in generale presenta numerosi settori e prodotti in comune con la chimica verde, anche se all’interno dell’industria italiana allo stato attuale sono un numero piuttosto ridotto. Determinante è il comparto delle biotecnologie che vengono applicate in quasi tutti i settori della chimica. Le imprese concentrano tutte la propria attività in ricerca e sviluppo, svolta sia per conto proprio sia su commessa per conto di grandi imprese, focalizzandola su un intero processo o parte dello stesso. Le aree di business risultano la chimica fine, la farmaceutica, la diagnostica, la zootecnia ed il settore agroalimentare. Il settore di maggior interesse è la cura della salute, ma considerevole è anche il settore per le “White biotech” (bioindustria, ambiente, energia), area destinata a crescere per far fronte ad esigenze legate alla tutela ambientale ed alla scarsità delle risorse energetiche. Legato alle “biotecnologie industriali”, ossia ai diversi processi biotecnologici applicati su larga scala, è il settore degli acidi organici e lieviti, che produce la maggior parte delle sostanze impiegate come prodotti di base nei processi di trasformazione della chimica verde, partendo da materie prime agricole, come: cereali (in particolare mais e frumento) e zucchero.
La chimica sostenibile: settori e prodotti della chimica comuni alla chimica verde / Vinci, Giuliana; D., Restuccia; D., Valentini; Iannilli, Ildebrando; F., Pirro. - ELETTRONICO. - 1(2009), pp. 725-732.
La chimica sostenibile: settori e prodotti della chimica comuni alla chimica verde
VINCI, Giuliana;D. Restuccia;IANNILLI, Ildebrando;
2009
Abstract
La chimica verde (green chemistry) utilizza materie prime rinnovabili per quanto tecnicamente ed economicamente fattibile, a differenza dell'industria chimica tradizionale che impiega risorse fossili; inoltre si avvale di processi biotecnologici. La selezione delle piante e le biotecnologie avanzate permettono di accrescere la disponibilità di prodotti agricoli e favoriscono l'affermarsi di nuovi metodi di produzione per ottenere sostanze ad uso farmaceutico, diagnostico, zootecnico; consentono, inoltre, di creare nuovi microrganismi ed enzimi da usare nelle attività produttive e nuove colture industriali indirizzate alla produzione di sostanze chimiche. La chimica verde garantisce l'uso di processi più puliti, in quanto i prodotti naturali sono più facilmente biodegradabili e consente lo sviluppo di un'agricoltura multifunzionale in grado di adeguarsi alle nuove sfide che derivano dalla liberalizzazione dei mercati agricoli e dall'allargamento dell'Europa ai Paesi dell'Est, anche se attualmente non presenta le potenzialità per sostituirsi completamente alla petrolchimica. L’industria chimica in generale presenta numerosi settori e prodotti in comune con la chimica verde, anche se all’interno dell’industria italiana allo stato attuale sono un numero piuttosto ridotto. Determinante è il comparto delle biotecnologie che vengono applicate in quasi tutti i settori della chimica. Le imprese concentrano tutte la propria attività in ricerca e sviluppo, svolta sia per conto proprio sia su commessa per conto di grandi imprese, focalizzandola su un intero processo o parte dello stesso. Le aree di business risultano la chimica fine, la farmaceutica, la diagnostica, la zootecnia ed il settore agroalimentare. Il settore di maggior interesse è la cura della salute, ma considerevole è anche il settore per le “White biotech” (bioindustria, ambiente, energia), area destinata a crescere per far fronte ad esigenze legate alla tutela ambientale ed alla scarsità delle risorse energetiche. Legato alle “biotecnologie industriali”, ossia ai diversi processi biotecnologici applicati su larga scala, è il settore degli acidi organici e lieviti, che produce la maggior parte delle sostanze impiegate come prodotti di base nei processi di trasformazione della chimica verde, partendo da materie prime agricole, come: cereali (in particolare mais e frumento) e zucchero.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.