La posizione raggiunta all’interno del mercato dalla leadership chimica europea e dall’Italia in molti settori di tale comparto, risulta attualmente difficile da mantenere, in quanto minacciata in maniera aggressiva dai nuovi concorrenti, come Cina ed India. La possibilità di reggere la concorrenza dei nuovi paesi emergenti richiede sempre di più per l’industria chimica europea ed italiana, un orientamento a potenziare la ricerca e l’innovazione. A ciò si aggiunge l’esigenza di adottare stili di produzione meno inquinanti all’interno di un comparto fortemente responsabile delle emissioni di gas serra in atmosfera, della contaminazione delle acque e dei terreni, e dell’uso di sostanze tossiche. Elemento chiave in tale contesto risulta la “chimica verde”, ossia la chimica che sostituisce nei processi produttivi le sostanze fossili con prodotti di origine vegetale ed utilizza processi di sintesi a ridotto impatto ambientale, che potrebbe permettere all’industria chimica europea di rafforzare la competitività e di garantire uno sviluppo più compatibile con l’ambiente. Nel primo capitolo del presente lavoro si illustra l’andamento economico attuale dell’industria chimica mondiale, europea ed italiana. Lo scenario descritto mette in luce un’industria, sia a livello nazionale che europeo, sempre più minacciata dalla concorrenza dei nuovi paesi emergenti. Inoltre si mettono in evidenza i punti di forza e di debolezza, sia della leadership europea che del comparto chimico italiano. L’analisi permette di sottolineare che tale industria per recuperare competitività, a livello europeo e nazionale, ha bisogno non solo di maggiori investimenti in ricerca e sviluppo ma anche di aumentare l’impegno verso programmi di più lungo periodo. Un elemento chiave in tale contesto risulta la chimica sostenibile, che si propone di sostituire la chimica adottata attualmente per prevenire i problemi futuri in campo ambientale. Nel secondo capitolo si introduce il concetto di sviluppo sostenibile, ossia di quello sviluppo che permette di soddisfare i bisogni attuali dell’uomo senza compromettere quelli delle generazioni future. Si elencano inoltre gli eventi a livello internazionale da cui trae vita nonché le politiche nel mondo che favoriscono tale tendenza. Si prendono inoltre in considerazione le norme, emanate dai governi dei diversi paesi, che incentivano lo sviluppo della chimica verde, ossia della chimica sostenibile. Infine il terzo capitolo è dedicato alla Green Chemistry, ossia la chimica del futuro, in grado di adottare processi e materie prime a ridotto impatto ambientale, e capace di garantire una nuova spinta di crescita all’industria chimica. La chimica verde nasce sulla scia di norme internazionali poste a tutela dell’ambiente, e si sviluppa poi come filosofia di produzione sostenuta inizialmente soprattutto dagli ambientalisti. Successivamente, la preoccupazione per l’incremento della concentrazione dei gas serra nell’atmosfera porta i governi di diversi paesi ad adottare politiche che favoriscono la sua diffusione, specie nei settori dell’energia e dei trasporti, principali determinanti delle emissioni di gas climalteranti. Attualmente, però, specie in Italia, se si escludono le bioplastiche ed il settore della cosmetica e della salute, la chimica verde non riesce ad affermarsi, in quanto i costi di produzione, sia per i processi, sia per le materie prime, risultano troppo elevati e non consentono ai suoi prodotti di raggiungere la convenienza economica che invece vantano quelli di sintesi. Tuttavia i risultati dell’attività di ricerca potrebbero, in un futuro non molto lontano, garantire il raggiungimento della competitività dei prodotti verdi e permettere una più ampia applicazione della chimica sostenibile.
Industria Chimica e Sviluppo Sostenibile: la Chimica Verde / Vinci, Giuliana; D., Restuccia; F., Pirro. - STAMPA. - (2007), pp. 1-124.
Industria Chimica e Sviluppo Sostenibile: la Chimica Verde
VINCI, Giuliana;D. Restuccia;
2007
Abstract
La posizione raggiunta all’interno del mercato dalla leadership chimica europea e dall’Italia in molti settori di tale comparto, risulta attualmente difficile da mantenere, in quanto minacciata in maniera aggressiva dai nuovi concorrenti, come Cina ed India. La possibilità di reggere la concorrenza dei nuovi paesi emergenti richiede sempre di più per l’industria chimica europea ed italiana, un orientamento a potenziare la ricerca e l’innovazione. A ciò si aggiunge l’esigenza di adottare stili di produzione meno inquinanti all’interno di un comparto fortemente responsabile delle emissioni di gas serra in atmosfera, della contaminazione delle acque e dei terreni, e dell’uso di sostanze tossiche. Elemento chiave in tale contesto risulta la “chimica verde”, ossia la chimica che sostituisce nei processi produttivi le sostanze fossili con prodotti di origine vegetale ed utilizza processi di sintesi a ridotto impatto ambientale, che potrebbe permettere all’industria chimica europea di rafforzare la competitività e di garantire uno sviluppo più compatibile con l’ambiente. Nel primo capitolo del presente lavoro si illustra l’andamento economico attuale dell’industria chimica mondiale, europea ed italiana. Lo scenario descritto mette in luce un’industria, sia a livello nazionale che europeo, sempre più minacciata dalla concorrenza dei nuovi paesi emergenti. Inoltre si mettono in evidenza i punti di forza e di debolezza, sia della leadership europea che del comparto chimico italiano. L’analisi permette di sottolineare che tale industria per recuperare competitività, a livello europeo e nazionale, ha bisogno non solo di maggiori investimenti in ricerca e sviluppo ma anche di aumentare l’impegno verso programmi di più lungo periodo. Un elemento chiave in tale contesto risulta la chimica sostenibile, che si propone di sostituire la chimica adottata attualmente per prevenire i problemi futuri in campo ambientale. Nel secondo capitolo si introduce il concetto di sviluppo sostenibile, ossia di quello sviluppo che permette di soddisfare i bisogni attuali dell’uomo senza compromettere quelli delle generazioni future. Si elencano inoltre gli eventi a livello internazionale da cui trae vita nonché le politiche nel mondo che favoriscono tale tendenza. Si prendono inoltre in considerazione le norme, emanate dai governi dei diversi paesi, che incentivano lo sviluppo della chimica verde, ossia della chimica sostenibile. Infine il terzo capitolo è dedicato alla Green Chemistry, ossia la chimica del futuro, in grado di adottare processi e materie prime a ridotto impatto ambientale, e capace di garantire una nuova spinta di crescita all’industria chimica. La chimica verde nasce sulla scia di norme internazionali poste a tutela dell’ambiente, e si sviluppa poi come filosofia di produzione sostenuta inizialmente soprattutto dagli ambientalisti. Successivamente, la preoccupazione per l’incremento della concentrazione dei gas serra nell’atmosfera porta i governi di diversi paesi ad adottare politiche che favoriscono la sua diffusione, specie nei settori dell’energia e dei trasporti, principali determinanti delle emissioni di gas climalteranti. Attualmente, però, specie in Italia, se si escludono le bioplastiche ed il settore della cosmetica e della salute, la chimica verde non riesce ad affermarsi, in quanto i costi di produzione, sia per i processi, sia per le materie prime, risultano troppo elevati e non consentono ai suoi prodotti di raggiungere la convenienza economica che invece vantano quelli di sintesi. Tuttavia i risultati dell’attività di ricerca potrebbero, in un futuro non molto lontano, garantire il raggiungimento della competitività dei prodotti verdi e permettere una più ampia applicazione della chimica sostenibile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


