Anche le nuove revisioni del DSM e dell’ICD lasciano insoddisfatti i clinici, particolarmente quelli di orientamento psicoanalitico. L’articolo passa in rassegna i principali problemi dei più diffusi metodi di diagnosi della personalità e presenta un nuovo strumento, la SWAP-200 (Shedler-Westen Assessment Procedure-200), che sembra riuscire a superare i bias cognitivi e la visione solo parziale del funzionamento individuale, unico della personalità, caratteristici di molti metodi. I principali obiettivi della SWAP-200 sono: arrivare ad una diagnosi funzionale dei pazienti adulti e adolescenti, per colmare la frattura tra diagnosi psichiatrica e presentazione psicodinamica di un caso clinico; elaborare una diagnosi sia categoriale sia dimensionale sia funzionale; superare la limitata affidabilità dei self-report; arricchire le categorie dell’Asse II del DSM-IV; fornire un quadro di riferimento alternativo ed empiricamente fondato per la categorizzazione dei disturbi di personalità. La SWAP-200 è basata su una procedura Q-sort ed è formata da 200 items, scritti in un linguaggio quotidiano e che quindi traduce concetti complessi nei loro correlati fenomenologici. I clinici valutano con un punteggio da (da 0 a 7 per ciarcun item, con una distribuzione fissa dei punteggi) la somiglianza tra il pattern descritto da ciascun item e il loro paziente; poi si procede per via statistica (“matching prototype”) a trovare la correlazione tra il profilo SWAP del singolo paziente e il “paziente prototipico” dei singoli disturbi (ossessivo, narcisistico ecc.) previsiti dall’Asse II del DSM. Segue un esempio di applicazione della procedura SWAP a materiale clinico.
La SWAP-200: un ponte tra ricerca e clinica / Gazzillo, Francesco; Maggioni, D.. - In: SETTING. - ISSN 1124-3899. - STAMPA. - 16:(2005), pp. 67-90.
La SWAP-200: un ponte tra ricerca e clinica
GAZZILLO, FRANCESCO;
2005
Abstract
Anche le nuove revisioni del DSM e dell’ICD lasciano insoddisfatti i clinici, particolarmente quelli di orientamento psicoanalitico. L’articolo passa in rassegna i principali problemi dei più diffusi metodi di diagnosi della personalità e presenta un nuovo strumento, la SWAP-200 (Shedler-Westen Assessment Procedure-200), che sembra riuscire a superare i bias cognitivi e la visione solo parziale del funzionamento individuale, unico della personalità, caratteristici di molti metodi. I principali obiettivi della SWAP-200 sono: arrivare ad una diagnosi funzionale dei pazienti adulti e adolescenti, per colmare la frattura tra diagnosi psichiatrica e presentazione psicodinamica di un caso clinico; elaborare una diagnosi sia categoriale sia dimensionale sia funzionale; superare la limitata affidabilità dei self-report; arricchire le categorie dell’Asse II del DSM-IV; fornire un quadro di riferimento alternativo ed empiricamente fondato per la categorizzazione dei disturbi di personalità. La SWAP-200 è basata su una procedura Q-sort ed è formata da 200 items, scritti in un linguaggio quotidiano e che quindi traduce concetti complessi nei loro correlati fenomenologici. I clinici valutano con un punteggio da (da 0 a 7 per ciarcun item, con una distribuzione fissa dei punteggi) la somiglianza tra il pattern descritto da ciascun item e il loro paziente; poi si procede per via statistica (“matching prototype”) a trovare la correlazione tra il profilo SWAP del singolo paziente e il “paziente prototipico” dei singoli disturbi (ossessivo, narcisistico ecc.) previsiti dall’Asse II del DSM. Segue un esempio di applicazione della procedura SWAP a materiale clinico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.