Il massiccio ingresso nel mondo del lavoro delle donne, anche nel nostro paese, ha reso critica una struttura familiare che sta diventando sempre più diffusa: quella delle famiglie a doppio reddito con figli. Numerosi studi hanno indicato come tali strutture familiari abbiano dovuto realizzare sostanziali ri-organizzazioni dei tempi di vita e di lavoro nonché dei compiti domestici e di cura dei figli (Frissen, 2000; Kremer-Sadlik , Fatigante, Fasulo, in press). Studi sociologici (Saraceno, 2003) e indagini statistiche (cfr. Istat, 2007) indicano come la gestione delle attività domestiche e lavorative sia diventata particolarmente problematica per le donne, e questo sembrerebbe particolarmente vero in Italia, penalizzata da una asimmetrica divisione del lavoro domestico e da una povertà nell’offerta di politiche e servizi pubblici. Il lavoro presenta i risultati preliminari di un progetto ancora in corso, che pone al centro della sua attenzione le pratiche quotidiane di gestione familiare e domestica. Si sa infatti ancora poco di quali siano tali pratiche e di come vengano realizzate all’interno delle famiglie, di come specifici problemi vengano affrontati e risolti, di quali azioni, routines, strategie e competenze vengano richieste e realizzate per affrontare tali attività “domestiche”. Sono stati finora realizzati 4 focus group (di tre donne ciascuno), differenziati per numero (da 1 a 3) ed età dei figli (da 2 a 10 anni) e per tipologia lavorativa (part-time, full time). A partire da una lista di possibili ambiti di vita quotidiana familiare, si è chiesto alle partecipanti di narrare come l’organizzazione e i tempi delle attività quotidiane si fossero modificate in particolare dopo la nascita dei figli. Veniva poi chiesto ove necessario, di esplicitare le risorse e le criticità dello svolgimento di tali compiti. I focus group sono stati integralmente videoregistrati per un totale di circa 6 ore e sono stati integralmente trascritti secondo la codifica jeffersoniana e poi sottoposti ad un’analisi conversazionale. I risultati preliminari mostrano come particolarmente critiche non tanto le attività relative all’esecuzione dei compiti domestici né tanto meno attività relative ad ambiti specifici ma un’attività trasversale di coordinamento e organizzazione che risulta essere un lavoro cognitivo di notevole complessità (cfr. Suchman, 1997) e fatica (“è un lavoro di testa”; “la pesantezza dell’organizzare”; “hai un computer In testa”), fatto di pratiche e strategie creative e flessibili (“riprogrammi continuamente” “devi modificare continuamente quello che avevi in mente”) (Scribner, 1984). Un’attività descrivibile come un problem solving quotidiano, generalmente poco distribuito e poco condiviso con altri, non standardizzabile e in evoluzione nella specifica situazione familiare. Tale attività di coordinamento è risultata gestita dalle donne, anche nei casi in cui ci sia distribuzione fra moglie e marito nell’esecuzione delle attività. In particolare emergono come risorse significative a sostenere tale compito la flessibilità dei tempi di lavoro, la disponibilità economica della famiglia, l’età dei figli, la presenza di reti di sostegno familiari o amicali (altre mamme). Tra le criticità emergono il ruolo “tradizionale” dei mariti (che tendono a rivestire un ruolo esecutivo dentro un’organizzazione pensata dalla donna), la mancanza di un tempo e spazio “solo per sé”, la mancanza di servizi e sostegni pubblici, la solitudine con cui trovare soluzioni ad un compito così cognitivamente complesso.

Attività quotidiane delle famiglie e pratiche di coordinamento / Zucchermaglio, Cristina; Alby, Francesca; Scozzafava, Selene. - (2009), pp. 322-337.

Attività quotidiane delle famiglie e pratiche di coordinamento

ZUCCHERMAGLIO, Cristina;ALBY, Francesca;SCOZZAFAVA, SELENE
2009

Abstract

Il massiccio ingresso nel mondo del lavoro delle donne, anche nel nostro paese, ha reso critica una struttura familiare che sta diventando sempre più diffusa: quella delle famiglie a doppio reddito con figli. Numerosi studi hanno indicato come tali strutture familiari abbiano dovuto realizzare sostanziali ri-organizzazioni dei tempi di vita e di lavoro nonché dei compiti domestici e di cura dei figli (Frissen, 2000; Kremer-Sadlik , Fatigante, Fasulo, in press). Studi sociologici (Saraceno, 2003) e indagini statistiche (cfr. Istat, 2007) indicano come la gestione delle attività domestiche e lavorative sia diventata particolarmente problematica per le donne, e questo sembrerebbe particolarmente vero in Italia, penalizzata da una asimmetrica divisione del lavoro domestico e da una povertà nell’offerta di politiche e servizi pubblici. Il lavoro presenta i risultati preliminari di un progetto ancora in corso, che pone al centro della sua attenzione le pratiche quotidiane di gestione familiare e domestica. Si sa infatti ancora poco di quali siano tali pratiche e di come vengano realizzate all’interno delle famiglie, di come specifici problemi vengano affrontati e risolti, di quali azioni, routines, strategie e competenze vengano richieste e realizzate per affrontare tali attività “domestiche”. Sono stati finora realizzati 4 focus group (di tre donne ciascuno), differenziati per numero (da 1 a 3) ed età dei figli (da 2 a 10 anni) e per tipologia lavorativa (part-time, full time). A partire da una lista di possibili ambiti di vita quotidiana familiare, si è chiesto alle partecipanti di narrare come l’organizzazione e i tempi delle attività quotidiane si fossero modificate in particolare dopo la nascita dei figli. Veniva poi chiesto ove necessario, di esplicitare le risorse e le criticità dello svolgimento di tali compiti. I focus group sono stati integralmente videoregistrati per un totale di circa 6 ore e sono stati integralmente trascritti secondo la codifica jeffersoniana e poi sottoposti ad un’analisi conversazionale. I risultati preliminari mostrano come particolarmente critiche non tanto le attività relative all’esecuzione dei compiti domestici né tanto meno attività relative ad ambiti specifici ma un’attività trasversale di coordinamento e organizzazione che risulta essere un lavoro cognitivo di notevole complessità (cfr. Suchman, 1997) e fatica (“è un lavoro di testa”; “la pesantezza dell’organizzare”; “hai un computer In testa”), fatto di pratiche e strategie creative e flessibili (“riprogrammi continuamente” “devi modificare continuamente quello che avevi in mente”) (Scribner, 1984). Un’attività descrivibile come un problem solving quotidiano, generalmente poco distribuito e poco condiviso con altri, non standardizzabile e in evoluzione nella specifica situazione familiare. Tale attività di coordinamento è risultata gestita dalle donne, anche nei casi in cui ci sia distribuzione fra moglie e marito nell’esecuzione delle attività. In particolare emergono come risorse significative a sostenere tale compito la flessibilità dei tempi di lavoro, la disponibilità economica della famiglia, l’età dei figli, la presenza di reti di sostegno familiari o amicali (altre mamme). Tra le criticità emergono il ruolo “tradizionale” dei mariti (che tendono a rivestire un ruolo esecutivo dentro un’organizzazione pensata dalla donna), la mancanza di un tempo e spazio “solo per sé”, la mancanza di servizi e sostegni pubblici, la solitudine con cui trovare soluzioni ad un compito così cognitivamente complesso.
2009
9788863190366
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/224413
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact