L’obiettivo della ricerca è comprendere come il design plurale, nelle sue forme partecipative, possa portare a soluzioni strategiche per ottimizzare le risposte alle emergenze climatiche e costruire comunità più resilienti e preparate. Il cambiamento climatico ha aumentato la frequenza e l’intensità delle emergenze, mettendo sotto pressione i sistemi di soccorso (OECD, 2019). In questo scenario, la mobilitazione spontanea dei volontari è diventata una risorsa chiave per integrare le risposte istituzionali (Whittaker et al., 2015). Tuttavia, la mancanza di coordinamento e la frammentazione degli interventi rendono complessa la gestione delle risorse e la replicabilità delle azioni sul territorio (Biasin, 2024). Nonostante l’esistenza di strumenti istituzionali come il Metodo Augustus e i CCS, COC e COM, che regolano l’organizzazione del volontariato in emergenza (Ministero dell’Interno), e una varietà di iniziative locali, manca un modello operativo trasversale e adattabile a diversi contesti territoriali. Il PNACC (Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, 2024) evidenzia la necessità di strategie di coinvolgimento delle comunità locali per potenziare la resilienza territoriale. Offrendo un'opportunità per applicare il design plurale, che, attraverso pratiche collaborative e diffuse, non solo favorisce lo sviluppo di soluzioni efficaci, ma contribuisce anche a rafforzare la resilienza delle comunità nel lungo termine (Manzini, 2015). Questa ricerca propone un approccio di design partecipativo (Tuhkala, 2021) come espressione del design plurale sviluppare di strategie di mobilitazione e gestione dei volontari da parte del Settore Pubblico. Creando comunità più resilienti e preparate ad affrontare le emergenze climatiche, attraverso la sistematizzazione delle risposte alle stesse. Si promuove un cambiamento sociale attraverso l’innovazione frugale, applicabile a mercati emergenti e contesti rurali, risultando ideale per le emergenze climatiche (D’Angelo, 2022). Ottimizzando le risorse e sviluppando soluzioni essenziali, si migliora la gestione delle emergenze valorizzando esempi virtuosi sul territorio. La ricerca parte da un’analisi di casi studio (risposte a emergenze già avvenute) e da una mappatura delle reti di volontariato e stakeholder chiave. Tale metodologia mira a identificare necessità e carenze nella gestione delle risposte civili attuali alle emergenze climatiche, coerentemente con la visione di Berkes e Ross (2013), sottolineando come la resilienza comunitaria derivi dall’integrazione di approcci sociali ed ecologici. Sessioni di co-creazione aiuteranno a definire servizi e modelli pubblici che favoriscano la collaborazione tra volontari, associazioni e istituzioni. In questo contesto, il ruolo del settore pubblico è cruciale per sostenere innovazioni per il bene comune e la resilienza sociale (Mazzucato, 2018).

Design plurale per la mobilitazione di emergenza / Coutsoucos, Alexandra; Patria, Irene; Passa, Daniela.. - (2025). (Intervento presentato al convegno Conferenza Annuale SID 2025. Design Plurale: Casi e modelli alternativi per l’innovazione tenutosi a Napoli, Italia).

Design plurale per la mobilitazione di emergenza

Coutsoucos, Alexandra
;
Patria, Irene
;
Passa, Daniela.
2025

Abstract

L’obiettivo della ricerca è comprendere come il design plurale, nelle sue forme partecipative, possa portare a soluzioni strategiche per ottimizzare le risposte alle emergenze climatiche e costruire comunità più resilienti e preparate. Il cambiamento climatico ha aumentato la frequenza e l’intensità delle emergenze, mettendo sotto pressione i sistemi di soccorso (OECD, 2019). In questo scenario, la mobilitazione spontanea dei volontari è diventata una risorsa chiave per integrare le risposte istituzionali (Whittaker et al., 2015). Tuttavia, la mancanza di coordinamento e la frammentazione degli interventi rendono complessa la gestione delle risorse e la replicabilità delle azioni sul territorio (Biasin, 2024). Nonostante l’esistenza di strumenti istituzionali come il Metodo Augustus e i CCS, COC e COM, che regolano l’organizzazione del volontariato in emergenza (Ministero dell’Interno), e una varietà di iniziative locali, manca un modello operativo trasversale e adattabile a diversi contesti territoriali. Il PNACC (Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, 2024) evidenzia la necessità di strategie di coinvolgimento delle comunità locali per potenziare la resilienza territoriale. Offrendo un'opportunità per applicare il design plurale, che, attraverso pratiche collaborative e diffuse, non solo favorisce lo sviluppo di soluzioni efficaci, ma contribuisce anche a rafforzare la resilienza delle comunità nel lungo termine (Manzini, 2015). Questa ricerca propone un approccio di design partecipativo (Tuhkala, 2021) come espressione del design plurale sviluppare di strategie di mobilitazione e gestione dei volontari da parte del Settore Pubblico. Creando comunità più resilienti e preparate ad affrontare le emergenze climatiche, attraverso la sistematizzazione delle risposte alle stesse. Si promuove un cambiamento sociale attraverso l’innovazione frugale, applicabile a mercati emergenti e contesti rurali, risultando ideale per le emergenze climatiche (D’Angelo, 2022). Ottimizzando le risorse e sviluppando soluzioni essenziali, si migliora la gestione delle emergenze valorizzando esempi virtuosi sul territorio. La ricerca parte da un’analisi di casi studio (risposte a emergenze già avvenute) e da una mappatura delle reti di volontariato e stakeholder chiave. Tale metodologia mira a identificare necessità e carenze nella gestione delle risposte civili attuali alle emergenze climatiche, coerentemente con la visione di Berkes e Ross (2013), sottolineando come la resilienza comunitaria derivi dall’integrazione di approcci sociali ed ecologici. Sessioni di co-creazione aiuteranno a definire servizi e modelli pubblici che favoriscano la collaborazione tra volontari, associazioni e istituzioni. In questo contesto, il ruolo del settore pubblico è cruciale per sostenere innovazioni per il bene comune e la resilienza sociale (Mazzucato, 2018).
2025
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1755104
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