Intercettazioni "indirette" e "casuali" nella sentenza n. 157 del 2023. Un cambio di prospettiva nella giurisprudenza della Corte costituzionale?

La sentenza n. 157 del 2023 dirime il conflitto di attribuzioni tra il Consiglio Superiore della Magistratura e la Camera dei Deputati, tracciando nuovi confini in materia di prerogative parlamentari ed intercettazioni. La Corte costituzionale fornisce all'interprete un'inedita regola di giudizio e restringe il campo applicativo delle captazioni indirette, valorizzando il principio di parità davanti alla giurisdizione. Tuttavia, gli approdi risultano difficilmente conciliabili con i dieta della sentenza n. 113 del 2010 ed espongono il fianco a potenziali distorsioni applicative nell'attività di indagine. Infine, sullo sfondo del giudizio permane l'annoso tema del rapporto tra Corte e Parlamento. Invero, se il giudice costituzionale penetra nel merito della delibera parlamentare, l'autonomia delle Camere potrebbe comprimersi.