Nel contesto nazionale, la gestione delle risorse idriche si presenta come un sistema complesso che richiede un'attenta considerazione delle politiche di tutela, monitoraggio e coordinamento nel rispondere alle emergenze e alle catastrofi ambientali che portano alla distruzione, alla degradazione e alla compromissione della qualità dell’ecosistema e della biodiversità. Tali problematiche sono causate sia da calamità naturali sia da profondi cambiamenti del territorio dovuti all'attività umana (Millennium Ecosystem Assessment Board, 2005). In questo scenario, il design dei servizi (SD) assume un ruolo attivo rispetto le dinamiche multi-attoriali, riconoscendone le interdipendenze all'interno di sistemi complessi (Sangiorgi et al., 2017) e ponendosi come strumento di promozione verso una tutela a lungo termine delle normative vigenti per il monitoraggio e la gestione dei territori. L’idea di ricerca si basa su una visione sistemica di governance multilivello, con particolare attenzione alla relazione tra la cittadinanza attiva (CA) (livello micro) e le Pubbliche Amministrazioni (PA) (livello meso) le quali gestiscono i sistemi di tutela ambientale attraverso gli enti pubblici e privati preposti, in accordo con le direttive europee (livello macro) per la tutela ecologica degli ambienti costieri e delle zone umide (in accordo con il D.Lgs. 152/06). Uno dei fini della proposta è quello di integrare in maniera sistemica le iniziative da parte della CA con i processi decisionali attuati dalle PA, vedendo le comunità che abitano tali territori come quegli attori che posseggono le conoscenze dei comportamenti antropici tradizionali simbiotici e consuetudinari rispetto agli habitat. L’attuale disconnessione tra CA e mantenimento dei biomi rischia di minare gli ideali democratici di partecipazione, empowerment e buona governance ed escludere attori rilevanti dalla gestione condivisa delle risorse idriche (Mattijssen, 2022), entrando in contrasto con le direttive europee che promuovono il concetto di acqua come bene comune (Water Framework Directive, 2000). In questo contesto, il ruolo del Service Designer per il Settore Pubblico si pone con l’intento di decodificare le scale di priorità espresse dall’intero sistema governance, contestualizzando le attuali normative vigenti ed integrando gli strumenti del SD nella formulazione di politiche pubbliche maggiormente mirate negli ambienti idrici, costieri e nelle zone umide. Si prevede dunque il coinvolgimento di stakeholders reali, al fine di validare i punti chiave e le eventuali criticità del processo proposto. Riflettendo sul potenziale trasformativo derivante da un’azione più coordinata in relazione agli indici preposti dall’UE, è possibile ripensare la governance ambientale con un approccio policentrico e collaborativo, ridefinendo in maniera più sinergica e sostenibile i diversi livelli di governance e attori locali verso la definizione di nuovi sistemi integrati di monitoraggio ambientale.

Service design and governance system – A multilevel coordination strategy for the management of coastal and wetland areas / Gracci, Rachele; Trevisan, Efren. - (2025). (Intervento presentato al convegno Conferenza Annuale SID 2025 tenutosi a Napoli, Italia).

Service design and governance system – A multilevel coordination strategy for the management of coastal and wetland areas

Rachele Gracci
;
Efren Trevisan
2025

Abstract

Nel contesto nazionale, la gestione delle risorse idriche si presenta come un sistema complesso che richiede un'attenta considerazione delle politiche di tutela, monitoraggio e coordinamento nel rispondere alle emergenze e alle catastrofi ambientali che portano alla distruzione, alla degradazione e alla compromissione della qualità dell’ecosistema e della biodiversità. Tali problematiche sono causate sia da calamità naturali sia da profondi cambiamenti del territorio dovuti all'attività umana (Millennium Ecosystem Assessment Board, 2005). In questo scenario, il design dei servizi (SD) assume un ruolo attivo rispetto le dinamiche multi-attoriali, riconoscendone le interdipendenze all'interno di sistemi complessi (Sangiorgi et al., 2017) e ponendosi come strumento di promozione verso una tutela a lungo termine delle normative vigenti per il monitoraggio e la gestione dei territori. L’idea di ricerca si basa su una visione sistemica di governance multilivello, con particolare attenzione alla relazione tra la cittadinanza attiva (CA) (livello micro) e le Pubbliche Amministrazioni (PA) (livello meso) le quali gestiscono i sistemi di tutela ambientale attraverso gli enti pubblici e privati preposti, in accordo con le direttive europee (livello macro) per la tutela ecologica degli ambienti costieri e delle zone umide (in accordo con il D.Lgs. 152/06). Uno dei fini della proposta è quello di integrare in maniera sistemica le iniziative da parte della CA con i processi decisionali attuati dalle PA, vedendo le comunità che abitano tali territori come quegli attori che posseggono le conoscenze dei comportamenti antropici tradizionali simbiotici e consuetudinari rispetto agli habitat. L’attuale disconnessione tra CA e mantenimento dei biomi rischia di minare gli ideali democratici di partecipazione, empowerment e buona governance ed escludere attori rilevanti dalla gestione condivisa delle risorse idriche (Mattijssen, 2022), entrando in contrasto con le direttive europee che promuovono il concetto di acqua come bene comune (Water Framework Directive, 2000). In questo contesto, il ruolo del Service Designer per il Settore Pubblico si pone con l’intento di decodificare le scale di priorità espresse dall’intero sistema governance, contestualizzando le attuali normative vigenti ed integrando gli strumenti del SD nella formulazione di politiche pubbliche maggiormente mirate negli ambienti idrici, costieri e nelle zone umide. Si prevede dunque il coinvolgimento di stakeholders reali, al fine di validare i punti chiave e le eventuali criticità del processo proposto. Riflettendo sul potenziale trasformativo derivante da un’azione più coordinata in relazione agli indici preposti dall’UE, è possibile ripensare la governance ambientale con un approccio policentrico e collaborativo, ridefinendo in maniera più sinergica e sostenibile i diversi livelli di governance e attori locali verso la definizione di nuovi sistemi integrati di monitoraggio ambientale.
2025
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1753708
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