L’interdipendenza tra clima, ecosistemi, biodiversità e le infrastrutture sociali ed economiche richiede di posizionare le strategie di adattamento al cambiamento climatico a livello locale. In un’ottica place-based, la cultura del progetto – sempre più orientata alla progettazione di processi, servizi e prodotti in termini sistemici e relazionali – ambisce a contribuire allo studio e alla pratica delle transizioni ecologiche che integrino lo sviluppo economico e sociale del territorio (Irwin et al., 2022). Gli effetti delle sfide globali si “territorializzano”, assumendo caratteristiche distintive in base alle specificità del contesto di intervento, alla composizione degli attori,ai processi produttivi, agli ecosistemi naturali, e al patrimonio culturale materiale e immateriale. Per rendersi parte attiva nel processo di adattamento e mitigazione, il territorio deve innovarsi attraverso un approccio sistemico (Battaglini, 2024). Riconoscere la sua complessità diventa condizione istituente per abilitare l’immaginazione “ecologica” degli attori sociali che agiscono, vivono e creano trasformazione sul territorio. Le pratiche plurali del design, fondate su metodologie e approcci interdisciplinari, sono un potente motore di trasformazione capace di valorizzare le diversità culturali, sociali e storiche di un territorio. Questa visione propone un rinnovato concetto di pubblico, come risultato di uno sforzo collettivo dal basso. Gli spazi pubblici si trasformano in luoghi dove diffondere “diritto alla partecipazione” (Manzini & d’Alena, 2024). Tuttavia, non è ancora chiaro come l’apparato amministrativo possa integrare un approccio sistemico che orienti l’innovazione verso modelli economici locali sostenibili ed un impatto duraturo sulle politiche climatiche (Coenen et al., 2012). Attraverso la disciplina del design, la ricerca intende esplorare la nascita dei “curatori territoriali”, figure formate per diffondere una conoscenza di filiera del territorio, mettere in relazione la sua ampia rete di attori ed ecosistemi e abilitare ad immaginare una trasformazione che favorisca la sperimentazione di modelli economici basati sull’imprenditorialità sociale e sulla co-produzione di servizi pubblici innovativi volti a preservare la “pluralità ecologica”. Adottando un approccio formativo esperienziale (Kolb & Kolb, 2017),si propone un metodo educativo per funzionari pubblici, concepito in modo partecipato e aperto che avvii una learning community, dove rappresentanti dalle cinque eliche dell’innovazione (società civile, ambiente, università, governo e imprese) co-progettino un curriculum per una transizione ecologica socialmente sostenibile. Il percorso, facilitato dal designer di servizi e mediato da una didattica basata sulla cultura del design per orientare alla comunicazione della complessità normativa e climatica, all’ideazione di servizi progettati con logiche di sostenibilità, fino ad arrivare alla co-progettazione di policy. In conclusione, la ricerca si propone di comprendere come il settore pubblico possa contribuire ad un nuovo approccio plurale alla sfida climatica attraverso il design.

Curatori territoriali e design per la pluralità ecologica: Approccio sistemico alla formazione territoriale per l’adattamento climatico / Baldini, Luca; Belhaj, Sonia; Brunello, Lorenzo; Capri, Aureliano. - (2025). (Intervento presentato al convegno SID 2025 – Design Plurale: Casi e modelli alternativi per l’innovazione tenutosi a Napoli, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II).

Curatori territoriali e design per la pluralità ecologica: Approccio sistemico alla formazione territoriale per l’adattamento climatico.

Luca BALDINI
;
Sonia BELHAJ
;
Lorenzo BRUNELLO
;
Aureliano CAPRI
2025

Abstract

L’interdipendenza tra clima, ecosistemi, biodiversità e le infrastrutture sociali ed economiche richiede di posizionare le strategie di adattamento al cambiamento climatico a livello locale. In un’ottica place-based, la cultura del progetto – sempre più orientata alla progettazione di processi, servizi e prodotti in termini sistemici e relazionali – ambisce a contribuire allo studio e alla pratica delle transizioni ecologiche che integrino lo sviluppo economico e sociale del territorio (Irwin et al., 2022). Gli effetti delle sfide globali si “territorializzano”, assumendo caratteristiche distintive in base alle specificità del contesto di intervento, alla composizione degli attori,ai processi produttivi, agli ecosistemi naturali, e al patrimonio culturale materiale e immateriale. Per rendersi parte attiva nel processo di adattamento e mitigazione, il territorio deve innovarsi attraverso un approccio sistemico (Battaglini, 2024). Riconoscere la sua complessità diventa condizione istituente per abilitare l’immaginazione “ecologica” degli attori sociali che agiscono, vivono e creano trasformazione sul territorio. Le pratiche plurali del design, fondate su metodologie e approcci interdisciplinari, sono un potente motore di trasformazione capace di valorizzare le diversità culturali, sociali e storiche di un territorio. Questa visione propone un rinnovato concetto di pubblico, come risultato di uno sforzo collettivo dal basso. Gli spazi pubblici si trasformano in luoghi dove diffondere “diritto alla partecipazione” (Manzini & d’Alena, 2024). Tuttavia, non è ancora chiaro come l’apparato amministrativo possa integrare un approccio sistemico che orienti l’innovazione verso modelli economici locali sostenibili ed un impatto duraturo sulle politiche climatiche (Coenen et al., 2012). Attraverso la disciplina del design, la ricerca intende esplorare la nascita dei “curatori territoriali”, figure formate per diffondere una conoscenza di filiera del territorio, mettere in relazione la sua ampia rete di attori ed ecosistemi e abilitare ad immaginare una trasformazione che favorisca la sperimentazione di modelli economici basati sull’imprenditorialità sociale e sulla co-produzione di servizi pubblici innovativi volti a preservare la “pluralità ecologica”. Adottando un approccio formativo esperienziale (Kolb & Kolb, 2017),si propone un metodo educativo per funzionari pubblici, concepito in modo partecipato e aperto che avvii una learning community, dove rappresentanti dalle cinque eliche dell’innovazione (società civile, ambiente, università, governo e imprese) co-progettino un curriculum per una transizione ecologica socialmente sostenibile. Il percorso, facilitato dal designer di servizi e mediato da una didattica basata sulla cultura del design per orientare alla comunicazione della complessità normativa e climatica, all’ideazione di servizi progettati con logiche di sostenibilità, fino ad arrivare alla co-progettazione di policy. In conclusione, la ricerca si propone di comprendere come il settore pubblico possa contribuire ad un nuovo approccio plurale alla sfida climatica attraverso il design.
2025
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1753304
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