Al netto della ricchezza di scritture prodotte a seguito della sequenza sismica del 1703 (14 gennaio, in Valnerina e Alto Reatino; 2 febbraio nell’aquilano), i cataloghi dei terremoti storici compilati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia custodiscono ancora ampie aree silenti  ovvero sprovviste di testimonianze documentali  come la Media Valle dell’Aterno. Partendo da tale carenza informativa, che comprova una ricorrente opacità nella conoscenza degli effetti del disastro nei centri minori, il contributo pone rilievo e presenta alcune nuove acquisizioni sugli effetti del sisma, emerse dall’indagine di inedito materiale archivistico e da osservazioni sul campo. Quanto alla documentazione, si fa riferimento alle visite vescovili condotte a seguito del 1703 e custodite presso l’Archivio Arcidiocesano dell’Aquila, fonte che restituisce spie utili a ipotizzare gli scenari di danno a partire dallo stato di conservazione dell’architettura ecclesiastica. Parallelamente, le ricognizioni sul campo hanno evidenziato tracce materiali del disastro dislocate tra edifici religiosi e civili, con riguardo specifico alle fonti iconografiche e alle scritture esposte, includendo in quest’ultima categoria epigrafi e graffiti riconducibili al terremoto. In questa fase si è rivelata proficua la collaborazione della popolazione locale, fondamentale non solo nel consentire l’accesso agli spazi di chiese o di altri edifici, ma anche nel supporto al processo di individuazione delle testimonianze.

Nuove acquisizioni sugli effetti del terremoto del 1703 nei centri minori dell'Abruzzo aquilano. Dalla fonte d'archivio alla ricerca sul campo / Ciaglia, Filiberto. - (2025). (Intervento presentato al convegno De utilitate fontium. Fonti documentali e nuove tecnologie per la gestione dei rischi ambientali e culturali tenutosi a Università degli studi di Verona).

Nuove acquisizioni sugli effetti del terremoto del 1703 nei centri minori dell'Abruzzo aquilano. Dalla fonte d'archivio alla ricerca sul campo

Filiberto Ciaglia
2025

Abstract

Al netto della ricchezza di scritture prodotte a seguito della sequenza sismica del 1703 (14 gennaio, in Valnerina e Alto Reatino; 2 febbraio nell’aquilano), i cataloghi dei terremoti storici compilati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia custodiscono ancora ampie aree silenti  ovvero sprovviste di testimonianze documentali  come la Media Valle dell’Aterno. Partendo da tale carenza informativa, che comprova una ricorrente opacità nella conoscenza degli effetti del disastro nei centri minori, il contributo pone rilievo e presenta alcune nuove acquisizioni sugli effetti del sisma, emerse dall’indagine di inedito materiale archivistico e da osservazioni sul campo. Quanto alla documentazione, si fa riferimento alle visite vescovili condotte a seguito del 1703 e custodite presso l’Archivio Arcidiocesano dell’Aquila, fonte che restituisce spie utili a ipotizzare gli scenari di danno a partire dallo stato di conservazione dell’architettura ecclesiastica. Parallelamente, le ricognizioni sul campo hanno evidenziato tracce materiali del disastro dislocate tra edifici religiosi e civili, con riguardo specifico alle fonti iconografiche e alle scritture esposte, includendo in quest’ultima categoria epigrafi e graffiti riconducibili al terremoto. In questa fase si è rivelata proficua la collaborazione della popolazione locale, fondamentale non solo nel consentire l’accesso agli spazi di chiese o di altri edifici, ma anche nel supporto al processo di individuazione delle testimonianze.
2025
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1739969
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