The new wave of stockholder agreements: i patti tra soci e società sulla gestione dell’impresa

The Moelis ruling represents the first judicial review of a class of agreements that have recently emerged in American corporate practice, aimed at preserving control of the company in the hands of a small group of shareholders, even after going public. These agreements, which combine voting, blocking, and governance clauses, significantly alter the risk-power balance within the affected company and rewrite the company’s governance. The effective- ness of such agreements is reinforced by the involvement of the company itself, which commits to executing the contents of the agreement or not obstructing their implementation. In a decision expressly aimed at establishing a general criterion for evaluating such agree- ments, the judge concluded that certain clauses imposing significant limitations on the powers of the directors in favor of the controlling shareholder are partially void, as they conflict with Section 141(a) of the DGCL, which exclusively reserves the management of the company to the directors, subject to any limitations provided in the certificate of incorpora- tion. Shortly after the Moelis decision, a legislative revision expressly recognizing the admissibility of agreements between the shareholder and the company, even those limiting the powers of the directors, followed. Agreements with the described subjective and objective characteristics are not adopted in national corporate practice; however, it can be hypothesized that under domestic law, a similar conclusion of nullity would be reached, both for agreements related to publicly traded companies (SpA) and for those related to limited liability companies (Srl).

La sentenza in commento costituisce il primo vaglio giurisprudenziale di una classe di patti, di recente emersione nella prassi societaria americana, che mirano a riservare il controllo dell’impresa in capo a un gruppo ristretto di soci, anche a seguito della quotazione. Si tratta di patti che, combinando clausole di voto, di blocco e di governo, alternano in modo significativo il rapporto rischio-potere nella società interessata e riscrivono di fatto la governance dell’impresa. L’efficacia di tali patti è rafforzata dal coinvolgimento della società, che si vincola ad eseguire i contenuti dell’accordo o a non ostacolarne l’esecuzione. Con una pronuncia dichiaratamente volta a fissare un criterio generale di valutazione per tali patti, il giudice conclude nel senso della nullità parziale, riferita alle clausole che impongono una penetrante limitazione dei poteri degli amministratori, in favore del socio di controllo, giudicandole in contrasto con la sect. 141(a) del DGCL, che riserva in via esclusiva agli amministratori la gestione dell’impresa, facendo salve le eventuali limitazioni previste nell’incorporation chart. Alla sentenza Moelis ha fatto seguito, poche settimane più tardi, un intervento di revisione normativa che ha espressamente riconosciuto l’ammissibilità di accordi tra il socio e la società, anche limitativi dei poteri degli amministratori. Patti aventi le caratteristiche soggettive e oggettive descritte sono estranei alla prassi societaria nazionale; tuttavia, può ipotizzarsi che nel diritto interno si giungerebbe ad analoga conclusione di nullità, tanto per patti relativi a spa quotate, quanto per patti relativi a S.r.l.