Criteri di scioglimento del cumulo di pene temperato riferibile in parte a reati ostativi

The note concerns the sentence with which the United Sections resolved the existing jurisprudential conflict on the issue of the dissolution of the combination of temperate sentences, in which convictions for obstructive crimes have converged, stating that it must be carried out not by making a proportional reduction compared to the application of the overall penalty of the moderating criterion referred to in art. 78, but having regard to the punishment relating to the impeding crime in its original entity. The note is consistent with the conclusions reached by the sentence and underlines that the option for the apparently less favorable orientation for the offender is exclusively due to the unsustainability of the other orientation in terms of the rationality of the interpretation and respect for the principle of equality. Furthermore, while retracing the consolidated guarantee principles which, as the United Sections themselves recall, have characterized the development of legitimacy jurisprudence in recent decades on the subject of dissolution of the accumulation of sentences attributable in part to obstructive crimes, the Author highlights the risks of the appellant extension of the impediment regime to increasingly new criminal cases which can be seen, albeit without being able to grasp a rational design, in the most recent developments of criminal legislation.

La nota riguarda la sentenza con la quale le Sezioni Unite hanno risolto il conflitto giurisprudenziale esistente sul tema dello scioglimento del cumulo di pene temperato, nel quale siano confluite condanne per reati ostativi, affermando che esso deve essere effettuato non già operando una riduzione proporzionale rispetto all'applicazione della pena complessiva del criterio moderatore di cui all’art. 78, bensì avendo riguardo alla pena relativa al reato ostativo nella sua entità originaria. La nota è adesiva rispetto alle conclusioni raggiunte dalla sentenza e sottolinea che l'opzione per l'orientamento apparentemente meno favorevole per il reo è esclusivamente dovuta all'insostenibilità dell'altro orientamento sotto il profilo della razionalità dell'interpretazione e del rispetto del principio di eguaglianza. Nel ripercorre peraltro i consolidati principi garantistici che, come le stesse Sezioni Unite ricordano, hanno caratterizzato lo sviluppo della giurisprudenza di legittimità negli ultimi decenni in tema di scioglimento del cumulo delle pene riferibile in parte a reati ostativi, l'Autore evidenzia i rischi della ricorrente estensione del regime di ostatitivà a sempre nuove fattispecie criminose che si nota, sia pure senza potervi cogliere un disegno razionale, nei più recenti sviluppi della legislazione penale.