Il saggio si propone di riflettere sulla nozione di "potere estero", proponendone una rilettura in rapporto alle intricate vicende storiche della sovranità statuale, della separazione dei poteri e della democratizzazione degli ordinamenti. Si tratta di un concetto la cui natura giuridica si è prestata nel tempo a diverse e contrastanti interpretazioni, e la cui storia coincide pertanto con quella una vexata quaestio con la quale si sono dovuti misurare, fin dai primordi della statualità liberale, poteri costituenti, organi costituzionali e giuspubblicisti, influenzati, nel tentativo di darvi soluzione, da distinte e talora opposte concezioni valoriali del modus di conduzione degli affari esteri e del complessivo assetto di governo: la questione di come ripartire le attribuzioni istituzionali ad esso inerenti tra gli organi esecutivi e le istituzioni parlamentari, combinando, rispettivamente, le prestazioni assicurate dai primi in termini di unità, rapidità, efficienza, tecnicità e riservatezza, rese ineludibili dal necessario rapportarsi di ciascuno Stato con la realtà magmatica della società internazionale, e il contributo apportato dalle seconde alla limitazione del potere e alla partecipazione democratica al suo esercizio, reso imprescindibile dall’ossequio ai cardini del costituzionalismo.
Il "potere estero" tra sovranità, separazione dei poteri e democratizzazione / Fiorentino, Andrea. - In: GRUPPO DI PISA. - ISSN 2039-8026. - Fascicolo speciale n° 7(2024), pp. 425-441.
Il "potere estero" tra sovranità, separazione dei poteri e democratizzazione
Andrea Fiorentino
2024
Abstract
Il saggio si propone di riflettere sulla nozione di "potere estero", proponendone una rilettura in rapporto alle intricate vicende storiche della sovranità statuale, della separazione dei poteri e della democratizzazione degli ordinamenti. Si tratta di un concetto la cui natura giuridica si è prestata nel tempo a diverse e contrastanti interpretazioni, e la cui storia coincide pertanto con quella una vexata quaestio con la quale si sono dovuti misurare, fin dai primordi della statualità liberale, poteri costituenti, organi costituzionali e giuspubblicisti, influenzati, nel tentativo di darvi soluzione, da distinte e talora opposte concezioni valoriali del modus di conduzione degli affari esteri e del complessivo assetto di governo: la questione di come ripartire le attribuzioni istituzionali ad esso inerenti tra gli organi esecutivi e le istituzioni parlamentari, combinando, rispettivamente, le prestazioni assicurate dai primi in termini di unità, rapidità, efficienza, tecnicità e riservatezza, rese ineludibili dal necessario rapportarsi di ciascuno Stato con la realtà magmatica della società internazionale, e il contributo apportato dalle seconde alla limitazione del potere e alla partecipazione democratica al suo esercizio, reso imprescindibile dall’ossequio ai cardini del costituzionalismo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.