La questione rimessa alle Sezioni Unite riguarda, da un punto di vista metodologico, la possibilità di applicare l’istituto dell’analogia o dell’interpretazione estensiva ai fini dell’individuazione dell’àmbito soggettivo dell’art. 230 bis c.c., là dove delimita la cerchia dei familiari in relazione alla famiglia fondata sul matrimonio. Le Sezioni Unite sollevano a riguardo la questione di legittimità cosituzionale dell’art. 230 bis, comma 3, c.c., nella parte in cui non prevede come familiare il convivente di fatto ed, in via consequenziale, dell’art. 230 ter c.c., là dove attribuisce a tale soggetto una tutela significativamente ridotta. Una rilettura dell’art. 230 bis c.c. in un’ottica estensiva sotto il profilo soggettivo ed in via interpretativa sarebbe stata possibile oltre che opportuna, anche in considerazione del coinvolgimento sempre piú frequente di persone che, benché prive di un formale legame di parentela, siano unite da vincoli affettivi di reciproca e accertata stabilità. Discorso diverso, invece, va fatto per l’art. 230 ter c.c., dove l’ingiustificato e discriminatorio trattamento di tutela tra rapporti di coniugio e mera convivenza di fatto non poteva non essere superato se non con una pronuncia della Corte costituzionale.
Si può includere in via interpretativa il convivente more uxorio tra i membri dell’impresa familiare, oppure c’è bisogno di una pronuncia della Corte costituzionale, anche per risolvere il disallineamento dell’art. 230 ter c.c.? (Cass., ord., Sez. un., 18 gennaio 2024, n. 1900) / Maffettone, Federica. - In: IL FORO NAPOLETANO. - ISSN 0015-7848. - 13:2(2024), pp. 588-594.
Si può includere in via interpretativa il convivente more uxorio tra i membri dell’impresa familiare, oppure c’è bisogno di una pronuncia della Corte costituzionale, anche per risolvere il disallineamento dell’art. 230 ter c.c.? (Cass., ord., Sez. un., 18 gennaio 2024, n. 1900)
MAFFETTONE, Federica
2024
Abstract
La questione rimessa alle Sezioni Unite riguarda, da un punto di vista metodologico, la possibilità di applicare l’istituto dell’analogia o dell’interpretazione estensiva ai fini dell’individuazione dell’àmbito soggettivo dell’art. 230 bis c.c., là dove delimita la cerchia dei familiari in relazione alla famiglia fondata sul matrimonio. Le Sezioni Unite sollevano a riguardo la questione di legittimità cosituzionale dell’art. 230 bis, comma 3, c.c., nella parte in cui non prevede come familiare il convivente di fatto ed, in via consequenziale, dell’art. 230 ter c.c., là dove attribuisce a tale soggetto una tutela significativamente ridotta. Una rilettura dell’art. 230 bis c.c. in un’ottica estensiva sotto il profilo soggettivo ed in via interpretativa sarebbe stata possibile oltre che opportuna, anche in considerazione del coinvolgimento sempre piú frequente di persone che, benché prive di un formale legame di parentela, siano unite da vincoli affettivi di reciproca e accertata stabilità. Discorso diverso, invece, va fatto per l’art. 230 ter c.c., dove l’ingiustificato e discriminatorio trattamento di tutela tra rapporti di coniugio e mera convivenza di fatto non poteva non essere superato se non con una pronuncia della Corte costituzionale.File | Dimensione | Formato | |
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