Il problema dell’ambiente si pone a tutti i livelli, dalla Terra allo Spazio. Le orbite terrestri sono affollate da space debris. Vi sono casi di avvicinamento alla Space Circulary Economy in ambito di riorganizzazione delle strategie energetiche della Difesa, con l’adozione del cd. «In-Orbit servicing». Bisogna fare i conti, però, con i rischi causati dalle costellazioni di satelliti e dalla Space race dei privati, espressione di libera iniziativa economica non sempre consapevole e responsabile. La sfida è trovare il corretto bilanciamento fra esigenze dello sviluppo economico e tecnologico e tutela dell’ambiente alla luce del concetto di economia circolare e sviluppo sostenibile, in combinato con la responsabilizzazione e la coscienza dei soggetti come singoli e come collettività. La sostenibilità ambientale ha un dovere etico-morale che la crescita economica non ha. La potenziale soluzione dei rischi descritti potrebbe essere limitare l’iniziativa economica dei privati. A livello internazionale non vi sono limiti vincolanti a quest’ultima, a differenza di quanto previsto nella nostra Costituzione. Non sussiste un framework internazionale di aiuto agli operatori di mercato. L’Agenda 2030 è uno strumento politico e non normativo. Sarebbe interessante poter comprendere nel concetto di ambiente, anche l’ambiente spaziale. Nella normativa internazionale in tema di attività spaziali, da nessuna parte sembra esservi un divieto espresso di inquinamento dello spazio extra-atmosferico, così come un conseguente obbligo di protezione dell’ambiente. Si può dedurre, da fonti di soft law, un obbligo di prevenire l’ambiente spaziale da contaminazioni e da inquinamento da detrito. Pare, però, potersi affermare l’insufficienza di tali strumenti per la tutela dell’ambiente Spazio.
Ambiente spaziale tra economia, diritto e coscienza / Fabrocini, Alessandra. - (2024). (Intervento presentato al convegno 2024, 38a ed FuturoRemoto. Un viaggio tra scienza e fantascienza - Città della Scienza. tenutosi a Naples, Città della Scienza).
Ambiente spaziale tra economia, diritto e coscienza
Alessandra Fabrocini
2024
Abstract
Il problema dell’ambiente si pone a tutti i livelli, dalla Terra allo Spazio. Le orbite terrestri sono affollate da space debris. Vi sono casi di avvicinamento alla Space Circulary Economy in ambito di riorganizzazione delle strategie energetiche della Difesa, con l’adozione del cd. «In-Orbit servicing». Bisogna fare i conti, però, con i rischi causati dalle costellazioni di satelliti e dalla Space race dei privati, espressione di libera iniziativa economica non sempre consapevole e responsabile. La sfida è trovare il corretto bilanciamento fra esigenze dello sviluppo economico e tecnologico e tutela dell’ambiente alla luce del concetto di economia circolare e sviluppo sostenibile, in combinato con la responsabilizzazione e la coscienza dei soggetti come singoli e come collettività. La sostenibilità ambientale ha un dovere etico-morale che la crescita economica non ha. La potenziale soluzione dei rischi descritti potrebbe essere limitare l’iniziativa economica dei privati. A livello internazionale non vi sono limiti vincolanti a quest’ultima, a differenza di quanto previsto nella nostra Costituzione. Non sussiste un framework internazionale di aiuto agli operatori di mercato. L’Agenda 2030 è uno strumento politico e non normativo. Sarebbe interessante poter comprendere nel concetto di ambiente, anche l’ambiente spaziale. Nella normativa internazionale in tema di attività spaziali, da nessuna parte sembra esservi un divieto espresso di inquinamento dello spazio extra-atmosferico, così come un conseguente obbligo di protezione dell’ambiente. Si può dedurre, da fonti di soft law, un obbligo di prevenire l’ambiente spaziale da contaminazioni e da inquinamento da detrito. Pare, però, potersi affermare l’insufficienza di tali strumenti per la tutela dell’ambiente Spazio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.