L’educazione linguistica e l’educazione dei sordi condividono un aspetto chiave: la complessità nel formulare risposte generali. Nell'ambito della sordità, questa complessità è ulteriormente accentuata da fattori percettivi e articolatori che influenzano il percorso educativo nelle lingue vocali. Un elemento distintivo rispetto alle scelte da operare è rispetto all’acquisizione e l’uso della Lingua dei Segni Italiana (LIS) e della lingua italiana, che costituiscono il bilinguismo «bimodale, dilalico e simultaneo» di molte persone sorde. L’apprendimento delle lingue in modalità diverse (M2) rispetto a quelle vocali (L2) pone allora sfide che i modelli glottodidattici tradizionali non riescono ad affrontare pienamente. Anche l’esposizione precoce e la preferenza della LIS o dell’italiano incidono profondamente sulle competenze cognitive e linguistiche degli apprendenti sordi. La ricerca evidenzia che la sordità influisce sull’organizzazione del pensiero e del linguaggio, e l’assenza di una lingua materna consolidata può limitare la capacità di apprendere nuove lingue. Si suggerisce pertanto di superare la rigida dicotomia tra L1 e L2, riconoscendo un approccio olistico e multimodale alla didattica delle lingue, che valorizzi la diversità dei repertori linguistici e culturali degli studenti e promuova una consapevolezza interculturale.
Italiano e sordità. Un laboratorio d'eccezione per ripensare le tradizionali dicotomie della linguistica educativa / Roccaforte, Maria. - In: LINGUA IN AZIONE. - ISSN 2653-9586. - (2024), pp. 11-16.
Italiano e sordità. Un laboratorio d'eccezione per ripensare le tradizionali dicotomie della linguistica educativa
MARIA ROCCAFORTE
2024
Abstract
L’educazione linguistica e l’educazione dei sordi condividono un aspetto chiave: la complessità nel formulare risposte generali. Nell'ambito della sordità, questa complessità è ulteriormente accentuata da fattori percettivi e articolatori che influenzano il percorso educativo nelle lingue vocali. Un elemento distintivo rispetto alle scelte da operare è rispetto all’acquisizione e l’uso della Lingua dei Segni Italiana (LIS) e della lingua italiana, che costituiscono il bilinguismo «bimodale, dilalico e simultaneo» di molte persone sorde. L’apprendimento delle lingue in modalità diverse (M2) rispetto a quelle vocali (L2) pone allora sfide che i modelli glottodidattici tradizionali non riescono ad affrontare pienamente. Anche l’esposizione precoce e la preferenza della LIS o dell’italiano incidono profondamente sulle competenze cognitive e linguistiche degli apprendenti sordi. La ricerca evidenzia che la sordità influisce sull’organizzazione del pensiero e del linguaggio, e l’assenza di una lingua materna consolidata può limitare la capacità di apprendere nuove lingue. Si suggerisce pertanto di superare la rigida dicotomia tra L1 e L2, riconoscendo un approccio olistico e multimodale alla didattica delle lingue, che valorizzi la diversità dei repertori linguistici e culturali degli studenti e promuova una consapevolezza interculturale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.