All’interno di quella condizione di connettività complessa e di mobilità accelerata che contraddistingue le nostre vite, l’articolo si concentra ad analizzare il mondo di migranti in transito e le sfide importanti che pone al nostro modo di intendere lo spazio, la società e la politica. Il movimento di questi soggetti costituisce infatti un fattore di sovversione: svela la violenza dell’ordine nazionale strutturato per mezzo di dispositivi geopolitici escludenti e diventa occasione per analizzare le più importanti contraddizioni di una società e della sua strutturazione politica. La stessa idea di comunità, intesa come struttura sistemica, chiusa, consolidata, data una volta per tutte come elemento invariante dell’identità territoriale, entra in crisi sotto il peso degli incessanti flussi migratori. La rottura dei legami e dei vincoli tradizionali delinea un’idea diversa di comunità: permeabile, mutevole, instabile. Una comunità di pratiche all’interno della quale si definiscono relazioni e interazioni non deterministicamente individuabili su base territoriale. In questo senso i movimenti migratori trasgrediscono definitivamente quella che Appadurai chiama la metafisica della sedentarietà, cioè la convinzione e il pregiudizio di considerare la stanzialità come la condizione normale universalmente accettata/ praticata dall’uomo.
Il sociale come movimento / Attili, Giovanni. - In: SCIENZE DEL TERRITORIO. - ISSN 2384-8774. - 12:(2024), pp. 30-38.
Il sociale come movimento
Giovanni Attili
2024
Abstract
All’interno di quella condizione di connettività complessa e di mobilità accelerata che contraddistingue le nostre vite, l’articolo si concentra ad analizzare il mondo di migranti in transito e le sfide importanti che pone al nostro modo di intendere lo spazio, la società e la politica. Il movimento di questi soggetti costituisce infatti un fattore di sovversione: svela la violenza dell’ordine nazionale strutturato per mezzo di dispositivi geopolitici escludenti e diventa occasione per analizzare le più importanti contraddizioni di una società e della sua strutturazione politica. La stessa idea di comunità, intesa come struttura sistemica, chiusa, consolidata, data una volta per tutte come elemento invariante dell’identità territoriale, entra in crisi sotto il peso degli incessanti flussi migratori. La rottura dei legami e dei vincoli tradizionali delinea un’idea diversa di comunità: permeabile, mutevole, instabile. Una comunità di pratiche all’interno della quale si definiscono relazioni e interazioni non deterministicamente individuabili su base territoriale. In questo senso i movimenti migratori trasgrediscono definitivamente quella che Appadurai chiama la metafisica della sedentarietà, cioè la convinzione e il pregiudizio di considerare la stanzialità come la condizione normale universalmente accettata/ praticata dall’uomo.File | Dimensione | Formato | |
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