Il progetto si è proposto di indagare il contributo delle narratrici del Novecento italiano alla cultura cinematografica della prima metà del secolo scorso, concentrandosi sulla produzione di testi ‘per’ il cinema (soggetti, trattamenti, sceneggiature) e ‘sul’ cinema (recensioni, articoli, testi critici), editi e inediti. Se l’attività intellettuale dei letterati attorno al cinema è stata approfondita dalla letteratura scientifica degli ultimi decenni, un cono d’ombra avvolge ancora oggi il fenomeno delle ‘letterate prestate al cinema’: il loro dialogo con la settima arte è stato poco studiato e il loro apporto culturale ancor meno riconosciuto. Situazione che rende necessario ricorrere alla documentazione archivistica per chiarire le origini e le caratteristiche di non poche presenze rimosse. Dopo un’accurata ricostruzione dei quadri storiografici in cui hanno operato diverse generazioni di letterate, dalle origini del cinema alla società dei consumi, la tesi si è concentrata su un primo tentativo di mappatura sistematica delle fonti storico-cinematografiche, partendo da una numerosa serie di casi esemplari: Matilde Serao, Annie Vivanti, Grazia Deledda, Sibilla Aleramo, Anna Banti, Elsa Morante, Gianna Manzini, Fausta Cialente, Renata Viganò, Paola Masino, Alba de Céspedes, Anna Maria Ortese. Le fonti (testi per la visione, scritti sul film, prose attorno al cinema, ma anche scritture private come carteggi e diari) sono state analizzate attraverso una metodologia interdisciplinare posta all’intersezione tra prospettive storiografiche (letterarie prima che cinematografiche) e di critica letteraria secondo un’ottica di genere e quindi organizzate, in forma di bibliografia, in una appendice conclusiva. La bibliografia delle scritture cinematografiche definisce l’elenco dei testi editi, i luoghi di conservazione delle fonti d’archivio e segnala le lacune identificate – un esempio su tutti il ‘copione’ di «Una donna» di Sibilla Aleramo, ad oggi disperso – proponendosi come un primo strumento di ricerca per ulteriori studi. Una seconda parte della tesi approfondisce il rapporto di Alba de Céspedes con il cinema, che tra tutti è sembrato il più significativo. Il ‘caso de Céspedes’ è rilevante non solo dal punto di vista quantitativo – de Céspedes ha scritto quattordici sceneggiature per registi del calibro di Blasetti, Alessandrini, Antonioni, Fellini, Clouzot, ha curato una rubrica cinematografica, ha scritto di cinema e tv su numerose riviste di settore o generaliste – ma anche per la qualità del suo carattere interlinguistico e interdisciplinare, posto al punto di intersezione tra cinema, letteratura e giornalismo. La ricerca s’inquadra, quindi, all’interno di un percorso di indagine e di valorizzazione delle scritture delle donne in ambito nazionale ed internazionale e si propone come una delle possibili esplorazioni dei profili di ‘intellettuali italiane del Novecento’ al fine di una ridefinizione degli assetti critici, storici, letterari e cinematografici. La tesi si inserisce inoltre nell’ambito delle recenti tradizioni di studi fondate sull’analisi dei patrimoni archivistici nazionali che vedono nel confronto diretto con le fonti pubbliche e private il fondamento del lavoro di intervento sui quadri storiografici ‘tradizionali’.

Le intellettuali e il cinema. Il caso Alba de Céspedes / Ciancamerla, Giulio. - (2023 May 23).

Le intellettuali e il cinema. Il caso Alba de Céspedes

CIANCAMERLA, GIULIO
23/05/2023

Abstract

Il progetto si è proposto di indagare il contributo delle narratrici del Novecento italiano alla cultura cinematografica della prima metà del secolo scorso, concentrandosi sulla produzione di testi ‘per’ il cinema (soggetti, trattamenti, sceneggiature) e ‘sul’ cinema (recensioni, articoli, testi critici), editi e inediti. Se l’attività intellettuale dei letterati attorno al cinema è stata approfondita dalla letteratura scientifica degli ultimi decenni, un cono d’ombra avvolge ancora oggi il fenomeno delle ‘letterate prestate al cinema’: il loro dialogo con la settima arte è stato poco studiato e il loro apporto culturale ancor meno riconosciuto. Situazione che rende necessario ricorrere alla documentazione archivistica per chiarire le origini e le caratteristiche di non poche presenze rimosse. Dopo un’accurata ricostruzione dei quadri storiografici in cui hanno operato diverse generazioni di letterate, dalle origini del cinema alla società dei consumi, la tesi si è concentrata su un primo tentativo di mappatura sistematica delle fonti storico-cinematografiche, partendo da una numerosa serie di casi esemplari: Matilde Serao, Annie Vivanti, Grazia Deledda, Sibilla Aleramo, Anna Banti, Elsa Morante, Gianna Manzini, Fausta Cialente, Renata Viganò, Paola Masino, Alba de Céspedes, Anna Maria Ortese. Le fonti (testi per la visione, scritti sul film, prose attorno al cinema, ma anche scritture private come carteggi e diari) sono state analizzate attraverso una metodologia interdisciplinare posta all’intersezione tra prospettive storiografiche (letterarie prima che cinematografiche) e di critica letteraria secondo un’ottica di genere e quindi organizzate, in forma di bibliografia, in una appendice conclusiva. La bibliografia delle scritture cinematografiche definisce l’elenco dei testi editi, i luoghi di conservazione delle fonti d’archivio e segnala le lacune identificate – un esempio su tutti il ‘copione’ di «Una donna» di Sibilla Aleramo, ad oggi disperso – proponendosi come un primo strumento di ricerca per ulteriori studi. Una seconda parte della tesi approfondisce il rapporto di Alba de Céspedes con il cinema, che tra tutti è sembrato il più significativo. Il ‘caso de Céspedes’ è rilevante non solo dal punto di vista quantitativo – de Céspedes ha scritto quattordici sceneggiature per registi del calibro di Blasetti, Alessandrini, Antonioni, Fellini, Clouzot, ha curato una rubrica cinematografica, ha scritto di cinema e tv su numerose riviste di settore o generaliste – ma anche per la qualità del suo carattere interlinguistico e interdisciplinare, posto al punto di intersezione tra cinema, letteratura e giornalismo. La ricerca s’inquadra, quindi, all’interno di un percorso di indagine e di valorizzazione delle scritture delle donne in ambito nazionale ed internazionale e si propone come una delle possibili esplorazioni dei profili di ‘intellettuali italiane del Novecento’ al fine di una ridefinizione degli assetti critici, storici, letterari e cinematografici. La tesi si inserisce inoltre nell’ambito delle recenti tradizioni di studi fondate sull’analisi dei patrimoni archivistici nazionali che vedono nel confronto diretto con le fonti pubbliche e private il fondamento del lavoro di intervento sui quadri storiografici ‘tradizionali’.
23-mag-2023
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Note: Le intellettuali e il cinema il caso de Céspedes
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