La riflessione sul brand journalism e sui rapporti tra informazione e marketing chiama in causa alcuni valori del giornalismo tradizionale legati ai processi di legittimazione. A partire da una ricognizione teorica sul cambiamento di questi processi, nel contesto più generale della ridefinizione del campo giornalistico, nella prima parte del capitolo l’attenzione si concentra su alcuni valori ed elementi che concorrono a definire la credibilità del giornalismo. Nella seconda parte, viene presentata la survey svolta nell’ambito della collaborazione tra la Fondazione sul giornalismo italiano “Paolo Murialdi” e il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma. Il questionario ha avuto gli obiettivi di conoscere opinioni, percezioni e giudizi rispetto al rapporto complesso tra l’informazione e le contaminazioni tra valori e norme professionali e necessità economiche e commerciali; e dunque di approfondire il punto di vista dei produttori e fruitori di informazione sulla natura e sui limiti di questo rapporto. Nella terza parte vengono analizzati e discussi i risultati sulla percezione dei confini tra informazione e pubblicità e su forme di brand journalism da parte dei 480 rispondenti (studenti e professionisti dell'informazione) al questionario. I valori "tradizionali" dell'accuratezza e imparzialità dell’informazione sono considerati centrali indipendentemente dall'età e della professione dei consumatori/produttori di informazione. Riguardo al rapporto tra informazione e marketing, oltre al generico richiamo alla trasparenza, che prevedibilmente emerge in modo trasversale, emerge un’apparente disillusione/pragmaticità da parte degli under 30 rispetto alla negoziazione tra il giornalista che si occupi di un brand e l’azienda che lo produce. Una dinamica simile si registra rispetto alle percezioni della natura giornalistica del supplemento lifestyle. Le risposte divergono sull’opportunità di esprimere i contenuti legati a cibo, moda e viaggi attraverso la forma del supplemento: gli over 30 si allineano sulla sua natura di strumento di marketing più che di giornalismo; invece tra gli under 30 prevale la “difesa” del suo essere parte di un ecosistema giornalistico complesso, nel quale necessariamente le distinzioni nette tendono a sfumare.
Il brand del/nel giornalismo: affezione ai media informativi e valori dell'informazione "di confine" / Bomba, Mauro; Bruno, Marco; Valentini, Elena. - (2024), pp. 63-126.
Il brand del/nel giornalismo: affezione ai media informativi e valori dell'informazione "di confine"
Mauro Bomba;Marco Bruno;Elena Valentini
2024
Abstract
La riflessione sul brand journalism e sui rapporti tra informazione e marketing chiama in causa alcuni valori del giornalismo tradizionale legati ai processi di legittimazione. A partire da una ricognizione teorica sul cambiamento di questi processi, nel contesto più generale della ridefinizione del campo giornalistico, nella prima parte del capitolo l’attenzione si concentra su alcuni valori ed elementi che concorrono a definire la credibilità del giornalismo. Nella seconda parte, viene presentata la survey svolta nell’ambito della collaborazione tra la Fondazione sul giornalismo italiano “Paolo Murialdi” e il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma. Il questionario ha avuto gli obiettivi di conoscere opinioni, percezioni e giudizi rispetto al rapporto complesso tra l’informazione e le contaminazioni tra valori e norme professionali e necessità economiche e commerciali; e dunque di approfondire il punto di vista dei produttori e fruitori di informazione sulla natura e sui limiti di questo rapporto. Nella terza parte vengono analizzati e discussi i risultati sulla percezione dei confini tra informazione e pubblicità e su forme di brand journalism da parte dei 480 rispondenti (studenti e professionisti dell'informazione) al questionario. I valori "tradizionali" dell'accuratezza e imparzialità dell’informazione sono considerati centrali indipendentemente dall'età e della professione dei consumatori/produttori di informazione. Riguardo al rapporto tra informazione e marketing, oltre al generico richiamo alla trasparenza, che prevedibilmente emerge in modo trasversale, emerge un’apparente disillusione/pragmaticità da parte degli under 30 rispetto alla negoziazione tra il giornalista che si occupi di un brand e l’azienda che lo produce. Una dinamica simile si registra rispetto alle percezioni della natura giornalistica del supplemento lifestyle. Le risposte divergono sull’opportunità di esprimere i contenuti legati a cibo, moda e viaggi attraverso la forma del supplemento: gli over 30 si allineano sulla sua natura di strumento di marketing più che di giornalismo; invece tra gli under 30 prevale la “difesa” del suo essere parte di un ecosistema giornalistico complesso, nel quale necessariamente le distinzioni nette tendono a sfumare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.