Negli ultimi tre decenni l’impiego di farmaci sia nella pratica clinica che per il trattamento negli allevamenti intensivi di animali da reddito è aumentato in maniera esponenziale. Principale conseguenza di tale incremento è il riscontro, sempre più frequente, dei principi attivi di tali farmaci e dei loro metaboliti nelle matrici ambientali, in particolare quelle acquatiche [1]. Questi composti, infatti, escreti per via urinaria e/o fecale, sono immessi nelle acque reflue e, per nulla o parzialmente trattenuti negli impianti di depurazione, raggiungono i corpi idrici recettori attraverso i quali vengono distribuiti anche lontano dal punto di immissione. Questa diffusione ambientale ha raggiunto anche le acque destinate al consumo umano (potabili) che, in monitoraggi ormai sempre più numerosi, sono risultate contaminate, a dimostrazione che anche gli impianti di potabilizzazione non rimuovono in maniera idonea tali composti [2]. L’obiettivo del presente studio è stato quello di valutare la contaminazione di residui farmaceutici ad uso umano e veterinario nelle acque potabili. A tale fine, è stata condotta una revisione sistematica per identificare tutte le pubblicazioni scientifiche riportanti dati originali risultati da monitoraggio di principi attivi farmaceutici e/o loro metaboliti in acque potabili. I database indagati sono stati PUBMED, SCOPUS e WEB OF SCIENCE. Gli studi sono stati valutati per il risk of bias utilizzando la scala “RoB assessment tool” [3], specificatamente adattata al disegno di questa revisione. Abbiamo identificato in totale 124 studi di monitoraggio; tra questi, 91 riportavano positività per uno o più composti (a valori di alcuni o decine di ng/L), mentre nei restanti 33 le analisi avevano dimostrato l’assenza (sotto il limite di determinazione) degli analiti target. La presenza di numerose molecole farmacologicamente attive nelle acque potabili, anche in mancanza di evidenze sui possibili effetti dell’esposizione cronica a basse dosi e della co-esposizione a più molecole sulla salute umana, richiede una grande attenzione da parte delle Autorità Sanitarie. A nostro parere, gli interventi di prevenzione attuabili possono essere mirati sia al profilo di compatibilità ambientale dei nuovi farmaci in fase di autorizzazione all’immissione in commercio sia al miglioramento tecnologico degli impianti di depurazione di acque reflue e di potabilizzazione di acque ambientali.
Presenza di residui di farmaci a uso umano e veterinario nelle acque potabili: revisione sistematica / Zanni, Stefano; Cammalleri, Vincenzo; D’Agostino, Ludovica; Protano, Carmela; Vitali, Matteo. - (2023), pp. 174-174. (Intervento presentato al convegno Science for the Planet tenutosi a Campobasso, Italy).
Presenza di residui di farmaci a uso umano e veterinario nelle acque potabili: revisione sistematica
Stefano Zanni;Vincenzo Cammalleri;Ludovica D’Agostino;Carmela Protano;Matteo Vitali
2023
Abstract
Negli ultimi tre decenni l’impiego di farmaci sia nella pratica clinica che per il trattamento negli allevamenti intensivi di animali da reddito è aumentato in maniera esponenziale. Principale conseguenza di tale incremento è il riscontro, sempre più frequente, dei principi attivi di tali farmaci e dei loro metaboliti nelle matrici ambientali, in particolare quelle acquatiche [1]. Questi composti, infatti, escreti per via urinaria e/o fecale, sono immessi nelle acque reflue e, per nulla o parzialmente trattenuti negli impianti di depurazione, raggiungono i corpi idrici recettori attraverso i quali vengono distribuiti anche lontano dal punto di immissione. Questa diffusione ambientale ha raggiunto anche le acque destinate al consumo umano (potabili) che, in monitoraggi ormai sempre più numerosi, sono risultate contaminate, a dimostrazione che anche gli impianti di potabilizzazione non rimuovono in maniera idonea tali composti [2]. L’obiettivo del presente studio è stato quello di valutare la contaminazione di residui farmaceutici ad uso umano e veterinario nelle acque potabili. A tale fine, è stata condotta una revisione sistematica per identificare tutte le pubblicazioni scientifiche riportanti dati originali risultati da monitoraggio di principi attivi farmaceutici e/o loro metaboliti in acque potabili. I database indagati sono stati PUBMED, SCOPUS e WEB OF SCIENCE. Gli studi sono stati valutati per il risk of bias utilizzando la scala “RoB assessment tool” [3], specificatamente adattata al disegno di questa revisione. Abbiamo identificato in totale 124 studi di monitoraggio; tra questi, 91 riportavano positività per uno o più composti (a valori di alcuni o decine di ng/L), mentre nei restanti 33 le analisi avevano dimostrato l’assenza (sotto il limite di determinazione) degli analiti target. La presenza di numerose molecole farmacologicamente attive nelle acque potabili, anche in mancanza di evidenze sui possibili effetti dell’esposizione cronica a basse dosi e della co-esposizione a più molecole sulla salute umana, richiede una grande attenzione da parte delle Autorità Sanitarie. A nostro parere, gli interventi di prevenzione attuabili possono essere mirati sia al profilo di compatibilità ambientale dei nuovi farmaci in fase di autorizzazione all’immissione in commercio sia al miglioramento tecnologico degli impianti di depurazione di acque reflue e di potabilizzazione di acque ambientali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.