n origine le mura urbiche erano un confine, sacro e invalicabile (basti pensare alla fondazione di Roma) e una protezione, segnavano il limite fra città e campagna e rappresentavano l’identità cittadina, oggi sono spesso percepite come un ostacolo, qualcosa da rimuovere, scavalcare, oltrepassare rapidamente, magari attraverso sistemi meccanizzati che abbreviano tempi e distanze. La loro funzione principale, di difesa dagli attacchi esterni, è ormai perduta da lungo tempo e a dover essere difese sono sovente le mura stesse, attaccate dalle ingiurie del tempo e dall’incuria e dall’indifferenza degli uomini. Fragili testimoni di un passato spesso poco conosciuto, sono state, anche per loro stessa natura, soggette a trasformazioni continue, legate tanto agli aggiornamenti delle tecniche di difesa quanto agli ampliamenti e alle trasformazioni dei tessuti urbani. Demolite, inglobate nelle costruzioni successive, ampliate e poi ancora trasformate in varie epoche, già a partire dal medioevo, hanno poi subito, tra fine Ottocento e metà del Novecento, le distruzioni più drastiche, legate alle “necessità della vita moderna”. Ragionando sui diversi problemi che affliggono oggi le nostre mura, oltre ai crolli più o meno annunciati (è di pochi giorni fa la notizia del crollo di un tratto delle mura castellane di Monte San Savino, in procinto di essere restaurate), si possono segnalare le difficoltà di accesso e la questione dei rapporti e delle competenze fra pubblico e privato che si ripercuotono sulla mancanza o sulla lentezza degli interventi di manutenzione, ma anche la difficoltà di percepire le mura come un sistema complesso, composto di diversi elementi strettamente correlati tra loro (circuiti, mura, fossati, ecc.) e, quindi, con l’ambito urbano e con il territorio circostante. Se da un lato sono quindi molti i pericoli che incombono su queste strutture, dall’altro sono anche diversi i casi in cui le mura sono, o tornano ad essere percepite come un bene comune e come tali vengono curate e valorizzate. Tra pericoli e buone pratiche, ci si propone quindi di mostrare alcuni casi rappresentativi, tra Umbria e Toscana, che possano fornire spunti di riflessione. Per tornare a vivere le Mura come un elemento importante del nostro passato ma anche in grado di soddisfare le esigenze del nostro tempo, senza snaturarne caratteri, significati e valori, è infatti necessario gestire equilibri complessi, tra necessità di conservazione e strategie di sviluppo: una sfida, dunque, che occorre vincere.

Le mura urbiche tra fragilità e potenzialità. Alcuni esempi fra Umbria e Toscana / Docci, Marina; Fidenzi, Elisa. - In: GALILEO. - ISSN 1122-9160. - 264(2023), pp. 28-32.

Le mura urbiche tra fragilità e potenzialità. Alcuni esempi fra Umbria e Toscana

Marina Docci;Elisa Fidenzi
2023

Abstract

n origine le mura urbiche erano un confine, sacro e invalicabile (basti pensare alla fondazione di Roma) e una protezione, segnavano il limite fra città e campagna e rappresentavano l’identità cittadina, oggi sono spesso percepite come un ostacolo, qualcosa da rimuovere, scavalcare, oltrepassare rapidamente, magari attraverso sistemi meccanizzati che abbreviano tempi e distanze. La loro funzione principale, di difesa dagli attacchi esterni, è ormai perduta da lungo tempo e a dover essere difese sono sovente le mura stesse, attaccate dalle ingiurie del tempo e dall’incuria e dall’indifferenza degli uomini. Fragili testimoni di un passato spesso poco conosciuto, sono state, anche per loro stessa natura, soggette a trasformazioni continue, legate tanto agli aggiornamenti delle tecniche di difesa quanto agli ampliamenti e alle trasformazioni dei tessuti urbani. Demolite, inglobate nelle costruzioni successive, ampliate e poi ancora trasformate in varie epoche, già a partire dal medioevo, hanno poi subito, tra fine Ottocento e metà del Novecento, le distruzioni più drastiche, legate alle “necessità della vita moderna”. Ragionando sui diversi problemi che affliggono oggi le nostre mura, oltre ai crolli più o meno annunciati (è di pochi giorni fa la notizia del crollo di un tratto delle mura castellane di Monte San Savino, in procinto di essere restaurate), si possono segnalare le difficoltà di accesso e la questione dei rapporti e delle competenze fra pubblico e privato che si ripercuotono sulla mancanza o sulla lentezza degli interventi di manutenzione, ma anche la difficoltà di percepire le mura come un sistema complesso, composto di diversi elementi strettamente correlati tra loro (circuiti, mura, fossati, ecc.) e, quindi, con l’ambito urbano e con il territorio circostante. Se da un lato sono quindi molti i pericoli che incombono su queste strutture, dall’altro sono anche diversi i casi in cui le mura sono, o tornano ad essere percepite come un bene comune e come tali vengono curate e valorizzate. Tra pericoli e buone pratiche, ci si propone quindi di mostrare alcuni casi rappresentativi, tra Umbria e Toscana, che possano fornire spunti di riflessione. Per tornare a vivere le Mura come un elemento importante del nostro passato ma anche in grado di soddisfare le esigenze del nostro tempo, senza snaturarne caratteri, significati e valori, è infatti necessario gestire equilibri complessi, tra necessità di conservazione e strategie di sviluppo: una sfida, dunque, che occorre vincere.
2023
mura urbiche, restauro, valorizzazione
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Le mura urbiche tra fragilità e potenzialità. Alcuni esempi fra Umbria e Toscana / Docci, Marina; Fidenzi, Elisa. - In: GALILEO. - ISSN 1122-9160. - 264(2023), pp. 28-32.
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