Questo studio parte dall’esame delle vicende architettoniche che hanno portato alla nascita a metà del XVI sec. del complesso dell’Ospedale ‘de Pazzi e della chiesa di Santa Maria della Pietà poi sostituito dal nuovo casamento della confraternita dei Bergamaschi nel XVIII sec.. Le fasi architettoniche del complesso edilizio vengono esaminate in relazione allo sviluppo urbanistico dell’intero isolato posto tra piazza Colonna, piazza di Pietra e la via del Corso, influenzato dalle politiche urbanistiche dei vari papi che hanno investito l’area nel corso dei secoli portandola a trasformarsi da quartiere periferico a una delle aree più importanti della città di Roma. l’attività della confraternita che prenderà poi il nome di Santa Maria della Pietà inizia nel 1548 presso S. Caterina dei Funari nel rione Campitelli per iniziativa di tre spagnoli Angelo Bruno, il figlio Diego e il sacerdote Ferrante o Ferdinando Ruiz, già nel 1550 si posta in piazza Colonna con l’affitto di una piccola casa e la realizzazione di una piccola cappella per l’accoglienza “de poveri forestieri e pazzi”, e proseguito grazie a donazioni e acquisti con la realizzazione di un vero e proprio edificio chiesastico e di una struttura ospedaliera via via sempre più ampia e organizzata, fino ad arrivare ad occupare già nel XVII sec. tutto il fronte che da piazza Colonna passa per l’attuale via dei Bergamaschi e via di Pietra, oltre al possesso di molte case poste in affitto sullo stesso vicolo, la sua attività in piazza Colonna continua fino al quando per volontà del papa Benedetto XIII, spinto dai Gesuiti, il complesso viene assegnato all’Arciconfraternita dei Bergamaschi, e la struttura ospedaliera “de pazzi” viene trasferita nel nuovo edificio a via della Lungara in prossimità dell’ospedale di Santo Spirito. Dopo il trasferimento dei Bergamaschi, inizia una intensa campagna edilizia di costruzione della nuova sede dell’Arciconfraternita condotta dall’Arch. Gabriele Valvassori. Le vicende edilizie del complesso si muovo accanto alle complesse serie di lavori di ampliamento e accorpamento promosse sulle loro proprietà poste nello stesso isolato dalla famiglia del Bufalo e Jacovacci. L’isolato subisce una serie di trasformazioni e rettifiche dei confini per l’azione congiunta di privati e autorità pubblica specchio e testimonianza dell’evoluzione in corso sull’intero tessuto urbano in cui via via le piccole cellule di origine medievale scompariranno formando nuovi tipi edilizi ottenuti dalla fusione e ristrutturazione di più cellule per arrivare al XVIII sec. in cui l’edilizia minore ancora superstite, scomparirà definitivamente inglobata all’interno dei nuovi palazzi per appartamenti di affitto, fenomeno che guidato dalla speculazione edilizia di committenti motivati da ragioni di profitto, tendono a sfruttare al massimo il lotto a disposizione innescando l’occupazione intensiva dello spazio interno dell’isolato e la crescita verticale dei fabbricati sempre più vistosa nel corso del secolo. Il fenomeno assume proporzioni di portata urbanistica influenzando l’organizzazione funzionale e fisica generale della città che contribuisce in maniera determinante già nei primi decenni del settecento alla sostituzione e all’adeguamento di quasi tutto il costruito innescando un processo di trasformazione da cui nascerà la città contemporanea.

Dall'ospedale di S. Maria della Pietà "de' Pazzi" alla sede dell'Arciconfraternita dei Bergamaschi a Roma. L'evoluzione dell'isolato tra il XVI e il XVIII secolo / Stampete, Virginia. - 2(2023), pp. 244-245. (Intervento presentato al convegno 11th AISU Congress. Beyond the gaze. Interpreting and understanding the city tenutosi a Ferrara).

Dall'ospedale di S. Maria della Pietà "de' Pazzi" alla sede dell'Arciconfraternita dei Bergamaschi a Roma. L'evoluzione dell'isolato tra il XVI e il XVIII secolo

Virginia Stampete
2023

Abstract

Questo studio parte dall’esame delle vicende architettoniche che hanno portato alla nascita a metà del XVI sec. del complesso dell’Ospedale ‘de Pazzi e della chiesa di Santa Maria della Pietà poi sostituito dal nuovo casamento della confraternita dei Bergamaschi nel XVIII sec.. Le fasi architettoniche del complesso edilizio vengono esaminate in relazione allo sviluppo urbanistico dell’intero isolato posto tra piazza Colonna, piazza di Pietra e la via del Corso, influenzato dalle politiche urbanistiche dei vari papi che hanno investito l’area nel corso dei secoli portandola a trasformarsi da quartiere periferico a una delle aree più importanti della città di Roma. l’attività della confraternita che prenderà poi il nome di Santa Maria della Pietà inizia nel 1548 presso S. Caterina dei Funari nel rione Campitelli per iniziativa di tre spagnoli Angelo Bruno, il figlio Diego e il sacerdote Ferrante o Ferdinando Ruiz, già nel 1550 si posta in piazza Colonna con l’affitto di una piccola casa e la realizzazione di una piccola cappella per l’accoglienza “de poveri forestieri e pazzi”, e proseguito grazie a donazioni e acquisti con la realizzazione di un vero e proprio edificio chiesastico e di una struttura ospedaliera via via sempre più ampia e organizzata, fino ad arrivare ad occupare già nel XVII sec. tutto il fronte che da piazza Colonna passa per l’attuale via dei Bergamaschi e via di Pietra, oltre al possesso di molte case poste in affitto sullo stesso vicolo, la sua attività in piazza Colonna continua fino al quando per volontà del papa Benedetto XIII, spinto dai Gesuiti, il complesso viene assegnato all’Arciconfraternita dei Bergamaschi, e la struttura ospedaliera “de pazzi” viene trasferita nel nuovo edificio a via della Lungara in prossimità dell’ospedale di Santo Spirito. Dopo il trasferimento dei Bergamaschi, inizia una intensa campagna edilizia di costruzione della nuova sede dell’Arciconfraternita condotta dall’Arch. Gabriele Valvassori. Le vicende edilizie del complesso si muovo accanto alle complesse serie di lavori di ampliamento e accorpamento promosse sulle loro proprietà poste nello stesso isolato dalla famiglia del Bufalo e Jacovacci. L’isolato subisce una serie di trasformazioni e rettifiche dei confini per l’azione congiunta di privati e autorità pubblica specchio e testimonianza dell’evoluzione in corso sull’intero tessuto urbano in cui via via le piccole cellule di origine medievale scompariranno formando nuovi tipi edilizi ottenuti dalla fusione e ristrutturazione di più cellule per arrivare al XVIII sec. in cui l’edilizia minore ancora superstite, scomparirà definitivamente inglobata all’interno dei nuovi palazzi per appartamenti di affitto, fenomeno che guidato dalla speculazione edilizia di committenti motivati da ragioni di profitto, tendono a sfruttare al massimo il lotto a disposizione innescando l’occupazione intensiva dello spazio interno dell’isolato e la crescita verticale dei fabbricati sempre più vistosa nel corso del secolo. Il fenomeno assume proporzioni di portata urbanistica influenzando l’organizzazione funzionale e fisica generale della città che contribuisce in maniera determinante già nei primi decenni del settecento alla sostituzione e all’adeguamento di quasi tutto il costruito innescando un processo di trasformazione da cui nascerà la città contemporanea.
2023
11th AISU Congress. Beyond the gaze. Interpreting and understanding the city
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
Dall'ospedale di S. Maria della Pietà "de' Pazzi" alla sede dell'Arciconfraternita dei Bergamaschi a Roma. L'evoluzione dell'isolato tra il XVI e il XVIII secolo / Stampete, Virginia. - 2(2023), pp. 244-245. (Intervento presentato al convegno 11th AISU Congress. Beyond the gaze. Interpreting and understanding the city tenutosi a Ferrara).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1688901
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