Nell’articolo sono stati analizzati alcuni significativi passaggi del concetto di automazione applicata ai processi produttivi capitalistici. Alcuni teorici ne hanno affermato la capacità di realizzare una sempre maggiore centralità delle macchine applicate alla produzione, considerando lo sviluppo capitalistico come un processo deterministico, che evolve in modo univoco e quantitativamente definibile. Ma nei vari passaggi evidenziati abbiamo visto come in realtà il capitalismo sia un fenomeno caratterizzato da tendenze e spinte fortemente contraddittorie. A livello globale il sistema di produzione capitalistico, anche nelle sue forme più evolute, con l’introduzione di macchine digitali più sofisticate, tecniche più avanzate e lavoratori high-tech non sta determinando effetti e trasformazioni univoche. Quella fine del lavoro preannunciata da Rifkin, determinata da una automazione algoritmica sempre più pervasiva, appare lontana, non rintracciabile in una dimensione produttiva globale. Anche l’affermazione di una economia della condivisione grazie all’introduzione delle macchine digitali algoritmiche si è presto trasformata in uno spazio produttivo fortemente caratterizzato dalle storiche dimensioni tayloriste. Le fabbriche del click in India, il lavoro cottimale dei rider nei paesi occidentali dimostrano come la determinazione di una nuova forma di lavoro libero e creativo è un concetto storicamente e ontologicamente inesistente. Anche nel capitalismo delle piattaforme la necessità di determinare interessi, salari e controllo della forza lavoro appare un elemento necessario. Questa è l’essenza della forma capitalistica, che modella costantemente anche la finalità dell’ideale dell’automazione ad essa applicata. In tale ottica risulta sempre più veritiera l’ironica affermazione di Marx per cui il limite reale della produzione capitalistica e potremmo aggiungere delle diverse forme tecnologiche che storicamente la accompagnano è il capitale stesso.
Il lavoro su piattaforma in Italia: informalità, discriminazioni e rischi di lavoro povero / DE MINICIS, Massimo. - In: QUADERNI DI RASSEGNA SINDACALE. LAVORI. - ISSN 1590-9689. - 2022:1(2022), pp. 25-43.
Il lavoro su piattaforma in Italia: informalità, discriminazioni e rischi di lavoro povero
Massimo De Minicis
2022
Abstract
Nell’articolo sono stati analizzati alcuni significativi passaggi del concetto di automazione applicata ai processi produttivi capitalistici. Alcuni teorici ne hanno affermato la capacità di realizzare una sempre maggiore centralità delle macchine applicate alla produzione, considerando lo sviluppo capitalistico come un processo deterministico, che evolve in modo univoco e quantitativamente definibile. Ma nei vari passaggi evidenziati abbiamo visto come in realtà il capitalismo sia un fenomeno caratterizzato da tendenze e spinte fortemente contraddittorie. A livello globale il sistema di produzione capitalistico, anche nelle sue forme più evolute, con l’introduzione di macchine digitali più sofisticate, tecniche più avanzate e lavoratori high-tech non sta determinando effetti e trasformazioni univoche. Quella fine del lavoro preannunciata da Rifkin, determinata da una automazione algoritmica sempre più pervasiva, appare lontana, non rintracciabile in una dimensione produttiva globale. Anche l’affermazione di una economia della condivisione grazie all’introduzione delle macchine digitali algoritmiche si è presto trasformata in uno spazio produttivo fortemente caratterizzato dalle storiche dimensioni tayloriste. Le fabbriche del click in India, il lavoro cottimale dei rider nei paesi occidentali dimostrano come la determinazione di una nuova forma di lavoro libero e creativo è un concetto storicamente e ontologicamente inesistente. Anche nel capitalismo delle piattaforme la necessità di determinare interessi, salari e controllo della forza lavoro appare un elemento necessario. Questa è l’essenza della forma capitalistica, che modella costantemente anche la finalità dell’ideale dell’automazione ad essa applicata. In tale ottica risulta sempre più veritiera l’ironica affermazione di Marx per cui il limite reale della produzione capitalistica e potremmo aggiungere delle diverse forme tecnologiche che storicamente la accompagnano è il capitale stesso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.