Mediante gli strumenti del Lessico Leopardiano, il presente intervento mira a ricostruire la semantica e lo sviluppo diacronico del lemma ‘disperazione’ all’interno delle opere dell’autore, con una specifica attenzione agli scritti in prosa (Epistolario, Zibaldone, Operette morali) e ai rapporti con la letteratura europea (in particolare Mme de Staël e Coleridge, ma anche Wordsworth, Shelley e Keats). Dall’analisi, che non trascurerà del tutto i testi poetici, risulterà evidente la natura mutevole, complessa e a tratti contraddittoria del termine, usato da Leopardi per indicare sia una passione che sembrerebbe annullare e rendere sterili tutte le altre sia una condizione necessaria al godimento della vita; uno stato che, accanto al sentimento della nullità dell’esistenza, può prevedere persino una singolare – e modernissima – forma di piacere. Coerentemente con un pensiero che cresce e ritorna continuamente su se stesso, la ‘disperazione’ assumerà così nel corso del tempo significati differenti, mescolandosi non solo con il piacere, ma anche con il riso e con la stessa speranza. D’altra parte, già nel 1821 l’autore aveva ossimoricamente parlato di «disperata speranza».

«Dicono i poeti che la disperazione ha sempre nella bocca un sorriso». Per un’analisi semantica della disperazione in Leopardi / Allegrini, Vincenzo. - (2017), pp. 1-11. (Intervento presentato al convegno L'Italianistica oggi: ricerca e didattica. Associazione degli Italianisti XIX Congresso tenutosi a Roma).

«Dicono i poeti che la disperazione ha sempre nella bocca un sorriso». Per un’analisi semantica della disperazione in Leopardi

Vincenzo Allegrini
2017

Abstract

Mediante gli strumenti del Lessico Leopardiano, il presente intervento mira a ricostruire la semantica e lo sviluppo diacronico del lemma ‘disperazione’ all’interno delle opere dell’autore, con una specifica attenzione agli scritti in prosa (Epistolario, Zibaldone, Operette morali) e ai rapporti con la letteratura europea (in particolare Mme de Staël e Coleridge, ma anche Wordsworth, Shelley e Keats). Dall’analisi, che non trascurerà del tutto i testi poetici, risulterà evidente la natura mutevole, complessa e a tratti contraddittoria del termine, usato da Leopardi per indicare sia una passione che sembrerebbe annullare e rendere sterili tutte le altre sia una condizione necessaria al godimento della vita; uno stato che, accanto al sentimento della nullità dell’esistenza, può prevedere persino una singolare – e modernissima – forma di piacere. Coerentemente con un pensiero che cresce e ritorna continuamente su se stesso, la ‘disperazione’ assumerà così nel corso del tempo significati differenti, mescolandosi non solo con il piacere, ma anche con il riso e con la stessa speranza. D’altra parte, già nel 1821 l’autore aveva ossimoricamente parlato di «disperata speranza».
2017
L'Italianistica oggi: ricerca e didattica. Associazione degli Italianisti XIX Congresso
LEOPARDI; LESSICO; COLERDIGE; DISPERAZIONE; LETTERATURA ITALIANA; ROMANTICISMO
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
«Dicono i poeti che la disperazione ha sempre nella bocca un sorriso». Per un’analisi semantica della disperazione in Leopardi / Allegrini, Vincenzo. - (2017), pp. 1-11. (Intervento presentato al convegno L'Italianistica oggi: ricerca e didattica. Associazione degli Italianisti XIX Congresso tenutosi a Roma).
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