This paper seeks to reflect on the origins of computer art in Italy by examining the work of Auro Lecci, an artist who has explored digital technologies since the mid 1960s, when he joined Pietro Grossi’s Studio di Fonologia Musicale in Florence. Differently than elsewhere, collaborations between artists and computer research centres were rare in Italy, so Lecci's experience is significant, not least because he was working at the Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (CNUCE) in Pisa. With a background as a painter, Lecci approaches the computer by exploring its logic and studying its mathematical language. His computer-generated images reveal the geometric aesthetic of the machine and question the relationship between programming language and image, preset data and random numbers, in line with the research of leading pioneers of computer art. While Lecci worked in isolation in Italy, his relationships with European and American artists and scholars were critical, as was his involvement in the New Tendecies international movement, which opened a productive debate around the use of computers in visual research. In 1970 he moved to the USA with the aim of continuing the work in the field of computer art at the University of Massachusetts.

Il contributo si propone di riflettere sulle origini della computer art in Italia attraverso il lavoro di Auro Lecci, artista che esplora le tecnologie digitali già dalla seconda metà degli anni Sessanta, entrando nello Studio di Fonologia Musicale di Pietro Grossi a Firenze. In un panorama in cui rare sono le collaborazioni tra artisti e centri di ricerca informatica – diversamente da quanto accade all’estero – l’esperienza di Lecci appare piuttosto significativa, essendosi svolta all’interno del Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (CNUCE) di Pisa. Con un background da pittore, Lecci si avvicina al computer sondandone la logica e studiandone il linguaggio matematico. Le sue elaborazioni grafiche generate al computer rivelano l’estetica geometrica della macchina ed esplorano il rapporto tra linguaggio di programmazione e immagine, tra dati prestabiliti e numeri casuali, in linea con le ricerche dei più noti pionieri della computer art. Se in Italia Lecci lavora isolatamente, sono invece decisivi i suoi rapporti con artisti e studiosi europei e americani, il suo coinvolgimento nel movimento internazionale nove tendencije, che apre un proficuo dibattito sull’uso del computer nella ricerca visiva, e infine il suo trasferimento nel 1970 negli USA, con l’obiettivo di proseguire il lavoro nell’ambito della computer art all’Università del Massachusetts.

Immagini programmate: la ricerca di Auro Lecci nella fase pionieristica della computer art / Lagonigro, Paola. - In: PIANO B. - ISSN 2531-9876. - 7:2(2022), pp. 66-92. [10.6092/issn.2531-9876/16303]

Immagini programmate: la ricerca di Auro Lecci nella fase pionieristica della computer art

Paola Lagonigro
2022

Abstract

This paper seeks to reflect on the origins of computer art in Italy by examining the work of Auro Lecci, an artist who has explored digital technologies since the mid 1960s, when he joined Pietro Grossi’s Studio di Fonologia Musicale in Florence. Differently than elsewhere, collaborations between artists and computer research centres were rare in Italy, so Lecci's experience is significant, not least because he was working at the Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (CNUCE) in Pisa. With a background as a painter, Lecci approaches the computer by exploring its logic and studying its mathematical language. His computer-generated images reveal the geometric aesthetic of the machine and question the relationship between programming language and image, preset data and random numbers, in line with the research of leading pioneers of computer art. While Lecci worked in isolation in Italy, his relationships with European and American artists and scholars were critical, as was his involvement in the New Tendecies international movement, which opened a productive debate around the use of computers in visual research. In 1970 he moved to the USA with the aim of continuing the work in the field of computer art at the University of Massachusetts.
2022
Il contributo si propone di riflettere sulle origini della computer art in Italia attraverso il lavoro di Auro Lecci, artista che esplora le tecnologie digitali già dalla seconda metà degli anni Sessanta, entrando nello Studio di Fonologia Musicale di Pietro Grossi a Firenze. In un panorama in cui rare sono le collaborazioni tra artisti e centri di ricerca informatica – diversamente da quanto accade all’estero – l’esperienza di Lecci appare piuttosto significativa, essendosi svolta all’interno del Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (CNUCE) di Pisa. Con un background da pittore, Lecci si avvicina al computer sondandone la logica e studiandone il linguaggio matematico. Le sue elaborazioni grafiche generate al computer rivelano l’estetica geometrica della macchina ed esplorano il rapporto tra linguaggio di programmazione e immagine, tra dati prestabiliti e numeri casuali, in linea con le ricerche dei più noti pionieri della computer art. Se in Italia Lecci lavora isolatamente, sono invece decisivi i suoi rapporti con artisti e studiosi europei e americani, il suo coinvolgimento nel movimento internazionale nove tendencije, che apre un proficuo dibattito sull’uso del computer nella ricerca visiva, e infine il suo trasferimento nel 1970 negli USA, con l’obiettivo di proseguire il lavoro nell’ambito della computer art all’Università del Massachusetts.
Auro Lecci; computer art; computer graphics; art and programming; artificial intelligence
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Immagini programmate: la ricerca di Auro Lecci nella fase pionieristica della computer art / Lagonigro, Paola. - In: PIANO B. - ISSN 2531-9876. - 7:2(2022), pp. 66-92. [10.6092/issn.2531-9876/16303]
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