Le città portuali si configurano come motore di innovazione locale per la crescita e lo sviluppo della città contemporanea. Sono luoghi di conflitto sociale e sono, al contempo, luoghi di opportunità nello scenario complesso delle sfide globali legate alla prospettiva della transizione ecologica. (PNRR 2021-26; Green Deal, 2019; Agenda 2030). Una delle questioni aperte del dibattito scientifico e disciplinare riguarda la difficile relazione tra la città e il porto sotto il profilo della governance e degli strumenti di governo del territorio preposti a tale scopo. Ultimamente, si registra, un tentativo di “governance centralistica” (Cappelli, 2020) che si traduce in strategie nazionali volte a regolare tale complesso sistema di relazioni ma che generano, talvolta, conseguenze di carattere socio-spaziali disfunzionali, persino auto- minanti, piuttosto che una gestione efficace dello sviluppo territoriale di tali contesti (Brenner, 2009). Questo tentativo di “centralizzazione”, in ambito europeo, risulta essere già particolarmente consolidato come modello di governance e sperimentato nella maggioranza delle autorità portuali che risultano essere di proprietà pubblica (Espo, 2016). In Italia, con l’introduzione del DL 121/21 si registra un tentativo in tale direzione. Questa nuova prospettiva di innovazione dei modelli di governance (Smith, Soledad Garcia Ferrari., 2012) apre un interessante campo di ricerca che indaga la dimensione decisionale riferita agli strumenti di governo del territorio che entrano in campo nella pianificazione degli spazi di contatto tra la città, il porto e il territorio metropolitano (De Martino, 2020; Russo, 2016; Hein, 2015). Questo tipo di convivenza tra città e porto, caratterizzata da una complessità talvolta paralizzante del sistema di governance tra ambiti portuali e ambiti urbani richiama l’esigenza di una gestione integrata delle “aree limite”: aree d’interfaccia città-porto territorio.
Nuove sfide per le città portuali. Caratteri della città-porto, tra strumenti di pianificazione e governance delle aree in transizione / Racioppi, Maria. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 0392-5005. - 307 s.i.:307 special issue(2023), pp. 54-56.
Nuove sfide per le città portuali. Caratteri della città-porto, tra strumenti di pianificazione e governance delle aree in transizione
Maria RacioppiPrimo
2023
Abstract
Le città portuali si configurano come motore di innovazione locale per la crescita e lo sviluppo della città contemporanea. Sono luoghi di conflitto sociale e sono, al contempo, luoghi di opportunità nello scenario complesso delle sfide globali legate alla prospettiva della transizione ecologica. (PNRR 2021-26; Green Deal, 2019; Agenda 2030). Una delle questioni aperte del dibattito scientifico e disciplinare riguarda la difficile relazione tra la città e il porto sotto il profilo della governance e degli strumenti di governo del territorio preposti a tale scopo. Ultimamente, si registra, un tentativo di “governance centralistica” (Cappelli, 2020) che si traduce in strategie nazionali volte a regolare tale complesso sistema di relazioni ma che generano, talvolta, conseguenze di carattere socio-spaziali disfunzionali, persino auto- minanti, piuttosto che una gestione efficace dello sviluppo territoriale di tali contesti (Brenner, 2009). Questo tentativo di “centralizzazione”, in ambito europeo, risulta essere già particolarmente consolidato come modello di governance e sperimentato nella maggioranza delle autorità portuali che risultano essere di proprietà pubblica (Espo, 2016). In Italia, con l’introduzione del DL 121/21 si registra un tentativo in tale direzione. Questa nuova prospettiva di innovazione dei modelli di governance (Smith, Soledad Garcia Ferrari., 2012) apre un interessante campo di ricerca che indaga la dimensione decisionale riferita agli strumenti di governo del territorio che entrano in campo nella pianificazione degli spazi di contatto tra la città, il porto e il territorio metropolitano (De Martino, 2020; Russo, 2016; Hein, 2015). Questo tipo di convivenza tra città e porto, caratterizzata da una complessità talvolta paralizzante del sistema di governance tra ambiti portuali e ambiti urbani richiama l’esigenza di una gestione integrata delle “aree limite”: aree d’interfaccia città-porto territorio.File | Dimensione | Formato | |
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