L’intervento mira ad analizzare il poco noto discorso Omero e Dante proposti alla gioventù come modelli di morale e di lingua (1854), pronunciato presso l’odierno Liceo Classico “Jacopo Stellini” di Udine dal sacerdote Gian Francesco Banchieri, professore di greco presso il medesimo liceo e ispettore scolastico distrettuale. Il Banchieri legge Omero e Dante da una prospettiva romantica, avvalendosi per le sue osservazioni degli scritti del Cesarotti, del Vico e dello Stellini, filosofo friulano di impostazione vichiana. Il testo è interessante anche per altri motivi: per il contenuto intrinseco delle considerazioni linguistiche e allegorico-morali; per l’approccio in chiave risorgimentale alla Commedia, che viene letta come appello all’unità degli Italiani (considerando che si tratta di un discorso pubblico tenuto all’altezza del 1854, il Banchieri si dimostra audace a tal riguardo: del resto, egli fu uno dei più autorevoli e ferventi sostenitori della causa dell’unificazione italiana all’interno del clero udinese, e per questo ebbe problemi con le gerarchie ecclesiastiche); per il legame con la realtà scolastica dell’epoca, tenendo presente che il Banchieri stesso evidenzia l’utilità dell’insegnamento di Omero e di Dante in relazione agli obiettivi ispiratori di un’importante riforma della scuola varata nel Lombardo-Veneto pochi anni prima.
Una lettura vichiana, pedagogica e risorgimentale: il discorso «Omero e Dante proposti alla gioventù come modelli di morale e di lingua» di G. F. Banchieri presso il Ginnasio Liceale di Udine (1854) / Favaro, Maiko. - (2017). (Intervento presentato al convegno L’italianistica oggi: ricerca e didattica tenutosi a Roma).
Una lettura vichiana, pedagogica e risorgimentale: il discorso «Omero e Dante proposti alla gioventù come modelli di morale e di lingua» di G. F. Banchieri presso il Ginnasio Liceale di Udine (1854)
MAIKO FAVARO
2017
Abstract
L’intervento mira ad analizzare il poco noto discorso Omero e Dante proposti alla gioventù come modelli di morale e di lingua (1854), pronunciato presso l’odierno Liceo Classico “Jacopo Stellini” di Udine dal sacerdote Gian Francesco Banchieri, professore di greco presso il medesimo liceo e ispettore scolastico distrettuale. Il Banchieri legge Omero e Dante da una prospettiva romantica, avvalendosi per le sue osservazioni degli scritti del Cesarotti, del Vico e dello Stellini, filosofo friulano di impostazione vichiana. Il testo è interessante anche per altri motivi: per il contenuto intrinseco delle considerazioni linguistiche e allegorico-morali; per l’approccio in chiave risorgimentale alla Commedia, che viene letta come appello all’unità degli Italiani (considerando che si tratta di un discorso pubblico tenuto all’altezza del 1854, il Banchieri si dimostra audace a tal riguardo: del resto, egli fu uno dei più autorevoli e ferventi sostenitori della causa dell’unificazione italiana all’interno del clero udinese, e per questo ebbe problemi con le gerarchie ecclesiastiche); per il legame con la realtà scolastica dell’epoca, tenendo presente che il Banchieri stesso evidenzia l’utilità dell’insegnamento di Omero e di Dante in relazione agli obiettivi ispiratori di un’importante riforma della scuola varata nel Lombardo-Veneto pochi anni prima.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.