Il contributo offre un'analisi del poema in ottave (incompiuto) 'I tre primi canti del Dandolo' (1594) del friulano Scipione di Manzano, che offre vari motivi di interesse, in particolare per: lo stretto rapporto di imitazione che lega quest’opera alla Gerusalemme liberata (rapporto favorito dalla vicinanza tematica fra le due opere); l’articolata riflessione sui rapporti fra epica e romanzo che l'autore svolge in sede paratestuale; l’intreccio fra letteratura e storia nel Dandolo (il poeta sfrutta degli espedienti narrativi per ripercorrere e celebrare la storia di Venezia; infine, l'apparato di note in calce a ciascun canto del poema, allestito dal cividalese Nicolò Claricini in accordo con l’autore.
Fra imitazione tassiana e celebrazione della storia di Venezia: I tre primi canti del Dandolo (1594) di Scipione di Manzano / Favaro, Maiko. - (2019), pp. 89-98. (Intervento presentato al convegno D’otto in otto versi. Il poema in ottave come ricettore di generi tenutosi a Milano).
Fra imitazione tassiana e celebrazione della storia di Venezia: I tre primi canti del Dandolo (1594) di Scipione di Manzano
MAIKO FAVARO
2019
Abstract
Il contributo offre un'analisi del poema in ottave (incompiuto) 'I tre primi canti del Dandolo' (1594) del friulano Scipione di Manzano, che offre vari motivi di interesse, in particolare per: lo stretto rapporto di imitazione che lega quest’opera alla Gerusalemme liberata (rapporto favorito dalla vicinanza tematica fra le due opere); l’articolata riflessione sui rapporti fra epica e romanzo che l'autore svolge in sede paratestuale; l’intreccio fra letteratura e storia nel Dandolo (il poeta sfrutta degli espedienti narrativi per ripercorrere e celebrare la storia di Venezia; infine, l'apparato di note in calce a ciascun canto del poema, allestito dal cividalese Nicolò Claricini in accordo con l’autore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.